Il colloquio

Mollicone: "Cicalone sindaco? Macché. Il nostro candidato per Roma 2027 può essere Rampelli"

Ginevra Leganza

Il deputato FdI, presidente della Commissione Cultura alla Camera, boccia lo youtuber al Campidoglio e auspica la candidatura del big Fabio Rampelli

“Fabio Rampelli sindaco di Roma? Altroché. Certamente candidabile”. Il candidato migliore: si può dire? “Rampelli è un politico puro e di esperienza. In questo senso rispecchia perfettamente il profilo che per Fratelli d’Italia dovrà avere il sindaco nel 2027”. Così parla al Foglio Federico Mollicone, deputato FdI nonché presidente della Commissione Cultura alla Camera. Che se per un verso evidenzia i connotati del prossimo aspirante al Campidoglio, per l’altro boccia – sulla scia dei “fratelli” romani Marco Perissa e Francesco Filini – l’ipotesi Cicalone. Ovvero l’evenienza che lo youtuber impegnato a sventare borseggi in metro, già ospite ad Atreju, possa occupare la casella vacante del papabile primo cittadino. Sia come civico indipendente sia come affiliato a FdI. 


Niente youtuber, quindi. Eppure lei, Mollicone, saprà che secondo alcuni Simone Ruzzi, in arte Cicalone, è il  Roberto Vannacci di Meloni. “Lo so”. E cosa ne pensa? “Cicalone è un personaggio social che svolge un’importante e coraggiosa operazione di denuncia del degrado della città. Soprattutto a Roma Termini e nel Rione Esquilino. Ma sa…”. Cosa? “La sua partecipazione ad Atreju vuol dire niente. O meglio, non è indicativa di un’appartenenza a FdI. Del resto la kermesse ospita da sempre, per un confronto quanto più ampio, politici intellettuali e uomini dello spettacolo di tutti gli schieramenti”. 
“Io poi – prosegue Mollicone – al di là delle buone intenzioni che ispirano Cicalone, non sono per niente d’accordo quando qualcuno si sostituisce alle forze dell’ordine e allo stato”. Niente giustizia privata. “Assolutamente. Di mio, al tavolo istituzionale, avevo già chiesto come deputato di collegio un piano straordinario di sicurezza e decoro in vista dell’anno giubilare. Soprattutto per le zone strategiche della città come l’Esquilino. Che insieme alla stazione Termini sarà la porta di accesso per tutti i pellegrini”. 


Lei dice che lo youtuber Cicalone, alla prova della realtà, non è un uomo di FdI. Il che è vero. Epperò, pur non essendo uomo partitico, Cicalone è a suo modo politico. “Non è un politico puro”. No, ma solo pochi giorni fa ha rilasciato un’intervista al Riformista dov’era in chiaro il pensiero di poter scendere in campo con vista Campidoglio. Ipotesi che avrebbe acceso una luce, nella destra romana, sull’assenza di un candidato sindaco a due anni dal voto. A maggior ragione se, come paventano alcuni, i temi di Cicalone rischiano di essere vicini, a tratti vicinissimi, ai temi di Giorgia Meloni (sicurezza e periferie). “Con la premessa che tutti si possono candidare, Cicalone lavora sui social. E quello che posso dire è che è ancora troppo presto per pensare a un nome”.

Troppo presto, ma non per Rampelli. Giusto? “La scelta dovrà essere corale, ma sicuramente i segni particolari ci sono tutti”. E quali sono? “Politica ed esperienza. Inoltre – prosegue il deputato che di Fabio Rampelli fu giovane adepto – noi non temiamo una perdita di voti”. Non la temete, ma sicurezza e periferie sono temi importanti a destra. O no? “Senz’altro. Ma serve lo stato. Focalizzare l’opinione pubblica, a mezzo social, su questioni cruciali non aiuta a risolverle”. O magari, invece, sì. Magari aiuta. Lei è appassionato di filosofia, cultore di Friedrich Nietzsche… Saprà che a volte l’impulso a muoversi è l’intuito stesso dell’individuo. Non crede? “Come ho detto in precedenza, insieme al governo, al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, e alla amministrazioni locali, stiamo lavorando per dare una risposta di aiuto concreta e di vera solidarietà ai senza fissa dimora. Oltre che una risposta di sicurezza ai residenti. Detto questo, i social servono ad aumentare l’attenzione mediatica, soprattutto delle giovani generazioni, ma la politica è un’altra cosa”.

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