Galeazzo Bignami (Ansa)

Il caso

Il codice Galeazzo non va giù a FdI. Liti e veleni su Bignami

Simone Canettieri

Il richiamo di Fontana, la lite con Mangiavalori di FI, che gli ha detto: "Se continui così, ti butto dalla finestra”. E poi i veleni dei suoi deputati.  Il debutto complicato del nuovo capogruppo di Fratelli d'Italia

Vuole far lavorare i 117 deputati di Fratelli d’Italia che presiede. Ha modi spicci, diretti. Ce l’ha con gli assenteisti, coloro che bigiano le commissioni di competenza e si fanno sostituire. Ha dato mandato agli uffici di farsi inviare un report dettagliato di chi c’è e chi non c’è. Galeazzo Bignami è stato scelto da Giorgia e Arianna Meloni per sostituire Tommaso Foti, il nonno del gruppo, diventato ministro al posto di Raffaele Fitto, volato alla destra di Ursula von der Leyen a Bruxelles. Intorno all’ex viceministro dei Trasporti però iniziano a volare malumori e piccole cattiverie. Rimpianti del passato e lamentele. “Il codice Galeazzo” non piace. E così la sfuriata della settimana scorsa durante la manovra si arricchisce di un dettaglio in più.


Durante la conferenza dei capigruppo Bignami se l’è presa con la lentezza degli uffici nel mettere a punto i testi che sarebbero dovuti andare in Aula. Un’uscita legittima, ma dai toni abbastanza aspri, al punto che il presidente della Camera Lorenzo Fontana, terminata la riunione, lo ha convocato nella sua stanza. “Mi segua”. Durante il faccia a faccia, raccontano fonti di Montecitorio, la terza carica dello stato ha in qualche modo redarguito Bignami. Gli ha detto di usare modi più consoni al ruolo che ha. Il capogruppo di FdI si era lamentato delle 36 ore richieste dagli uffici per mettere in ordine i testi perché in ballo c’era la manovra, che oggi approda in Senato dopo la fiducia, e il lavoro di tutti i dipendenti, non solo quello dei parlamentari, di Montecitorio.

Una piccola “crisi” istituzionale se è vero che dietro le quinte Foti, in modalità supplente-pompiere, si è in qualche modo scusato per l’irruenza del suo predecessore, con una telefonata riservata a Fontana. Bignami proprio nelle ore concitate della finanziaria è stato protagonista di un altro faccia a faccia abbastanza “maschio” con Giuseppe Mangialavori di Forza Italia, presidente della commissione Bilancio. Complice la stanchezza e qualche nervosismo di troppo, il forzista avrebbe stoppato gli assalti verbali del collega di Fratelli d’Italia con parole nette: “Se continui così, ti butto dalla finestra”. Tutto rientrato, tutta acqua passata. Tuttavia questi dettagli sono rivelatori di un clima non proprio disteso intorno al capogruppo meloniano. Il partito di Giorgia Meloni all’esterno è un monolite perché FdI non contempla all’esterno divisioni e veleni. E però prima di Natale diversi parlamentari hanno scritto e cercato Arianna Meloni per lamentarsi dei modi di Galeazzo, di quel codice un po’ troppo duro, da parte di chi non ha esperienza d’Aula. Come al solito le malelingue hanno tirato in ballo Giovanni Donzelli e la vicecapogruppo Augusta Montaruli che starebbero assumendo spazio di manovra in un gruppo che ancora rimpiange i bei tempi di Foti e soprattutto di Francesco Lollobrigida, ministro ormai in modalità sub.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.