Premiata forneria Pd: il concertone di Capodanno passa da Tony Effe alla Festa dell'Unità
Ci saranno il cinquantenne dj Gabry Ponte e vecchie glorie come la Pfm, Premiata Forneria Marconi, e poi addirittura big internazionali come i Culture Club cioè il gruppo di Boy George che faceva ballare noi boomer bambini. “Sarà bellissimo”, ha detto Gualtieri
Non è stata la mano invisibile del mercato ma quella visibilissima del pubblico, la manona del comune di Roma, e nello specifico del sindaco (sindaco chitarrista per hobby, peraltro). Il concertone di Capodanno, dopo i drammi della questione Tony Effe, si farà e si farà alla grande. Clamorose adesioni: se con le polemiche per il trapper tatuato che diceva delle brutte cose nei suoi testi si erano ritirati il celebre Mahmood e la meno celebre Mara Sattei, accusati anche di solidarietà d’etichetta (discografica), il palco del Circo Massimo stasera non andrà deserto come si temeva, anzi. Ci saranno il cinquantenne dj Gabry Ponte e vecchie glorie come la Pfm, Premiata Forneria Marconi, e poi addirittura big internazionali come i Culture Club cioè il gruppo di Boy George che faceva ballare noi boomer bambini. “Sarà bellissimo”, ha detto Gualtieri, che col Giubileo e l’apertura di vari cantieri in giro per la città è riuscito anche a far dimenticare il pasticcio diplomatico col caso Tony Effe. Il quale Tony Effe si esibirà come d’accordo al Palasport all’Eur e terrà un concerto privato, il cui devoluto, in parte, andrà in beneficenza alle donne vittime di violenza. Al concertone pubblico suoneranno invece band un po' meno trasgressive come l’Orchestraccia e l’Orchestra popolare dell’immancabile Taranta. Insomma una specie di grande festa dell’Unità, anche a risanare l’oltraggio dell’Atreju meloniana appena svolta sul sacro pratone del Circo Massimo.
“Il Concertone di San Silvestro sarà bellissimo. Ci sono dei grandissimi nomi, un cast stellare: siamo contenti”, ha detto Gualtieri. Certo, rispetto al concerto originario e nonostante qualche innesto giovanile come gli Origami Smiles, gruppo in cui cantava Francesco Valdiserri, il povero ragazzo investito e ucciso da una automobilista nel 2022, il target sale parecchio di età e chissà se al posto dei pischelli un po’ maranza che avrebbero sfidato il freddo per assistere al tatuato Tony i signori settanta e ottantenni che costituiscono lo zoccolo duro della Pfm aderiranno con lo stesso entusiasmo lasciando le calde abitazioni e imbacuccandosi anche contro l’influenza (che gira molto, si sa).
Noi si spera che sarà comunque un successo. Tra l’altro il cambio di palinsesto ha comportato anche un cambio di regia, perché l’originario concertone maranza era stato di competenza dell’assessore ai Grandi eventi, il riformista fichetto Alessandro Onorato, ma dopo il caso Tony Effe il dossier è passato nelle mani del neo responsabile alla Cultura Massimiliano Smeriglio, sinistra-sinistra, come ha scritto Gianluca De Rosa qui sul Foglio. Dunque diciamo da un classico tonyeffesco come “Miu miu” (“Miu Miu Courchevel-Tony comprami la borsa- portami a ballare con te- Estate a Saint-Tropez- Voglio andare su uno yacht- E fumare prima di farlo a tre” si passa al più composto “Impressioni di settembre”. Un elettore del Pd che si fosse miracolosamente risvegliato dal coma proprio oggi noterebbe con soddisfazione che nulla è cambiato dal 1972. Gli Inti Illimani probabilmente avevano precedenti impegni.
Non suonerà da nessuna parte invece la band più vittoriosa di questo 2024 che si conclude oggi: il Codacons, che aveva chiesto (che paese meraviglioso) non solo che Tony Effe non suonasse al concertone pubblico, ma neanche al suo privato all’Eur. Il Tar del Lazio ha, con una decisione in extremis, rigettato la ferale richiesta. Ma il Codacons, col suo frontman Carlo Rienzi, non può comunque lamentarsi, porta a casa appunto un 2024 trionfale. Ha segnato una incredibile vittoria nel caso Ferragnez: a quanto si dice ha siglato un accordo con l’influencer e ritirerà le querele sul caso famigerato del pandoro benefico, facendo decadere l’inchiesta, ripristinando in parte la verginità commerciale a Ferragni e consegnando il 2024 per sempre alla storia o almeno alla cronaca (giudiziaria) come l’anno delle Tre Grandi Assoluzioni: Balocco per Ferragni, Open Arms per Salvini, solo Open per Renzi.
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