la giornata
Caso Sala, un'ora di vertice a Chigi. L'ambasciata d'Iran: "Accelerare la liberazione di Abedini"
Si tratta per la liberazione della giornalista. Meloni incontra Tajani, Nordio, Mantovano e i servizi e poi i genitori di Sala. Il sottosegretario Mantovano pronto a riferire al Copasir. Pg di Milano contrario ai domiciliari all'ingegnere iraniano arrestato a Malpensa. Gli Usa ai giudici di Milano: "Resti in carcere"
La giornata. Aumenta la pressione del governo italiano sull’Iran per chiedere la liberazione di Cecilia Sala, giornalista del Foglio e di Chora Media detenuta nel carcere di Evin a Teheran da 14 giorni. Tajani convoca l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri alla Farnesina. Mentre oggi pomeriggio l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista sono stati al centro di un vertice a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i servizi di intelligence. La premier ha inoltre incontrato a Palazzo Chigi la madre della giornalista. Intanto gli americani chiedono ai giudici di Milano di tenere in carcere Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti.
Palazzo Chigi: Mantovano riferirà al Copasir domattina
"Il governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana". È quanto fa sapere Palazzo Chigi in una nota pubblicata al termine del vertice che si è tenuto oggi pomeriggio. Venendo incontro alle richieste delle opposizioni, si legge ancora nella nota, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha dato la sua disponibilità a riferire al Copasir già domattina.
"Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti – continua Palazzo Chigi – il governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali".
Meloni incontra la mamma di Cecilia Sala a Palazzo Chigi
La mamma di Cecilia Sala, Elisabetta Vernoni, ha incontrato a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni. Come ha fatto sapere Palazzo Chigi con una nota, nel corso del pomeriggio Meloni ha anche avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia. "La prima preoccupazione adesso sono assolutamente le condizioni di vita carceraria di mia figlia", ha detto Vernoni ai cronisti uscendo da Palazzo Chigi. "Si è parlato di cella singola. Non esistono le celle singole. Esistono le celle di detenzioni comuni e poi ci sono le celle di punizione. Lei è in una di queste evidentemente. Io non lo so come sono, ma se una dorme per terra mi fa pensare che nel 2024 si chiami cosi. Quindi la prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria".
Un tweet dell'ambasciata iraniana cita per la prima volta insieme i casi Abedini e Sala
Per la prima volta, una fonte ufficiale iraniana nomina il caso dell'ingegnere iraniano Abedini in relazione a quello di Cecilia Sala.
In un post su X (ex Twitter), l'ambasciata d'Iran a Roma scrive che "questa mattina [...] l'ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma", Mohammad Reza Sabouri, ha avuto un incontro al ministero degli Esteri italiano con Riccardo Guariglia, segretario generale del ministero degli Affari esteri. "In questo amichevole colloquio si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della Signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell'Iran. L'ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell'arresto della signora Sala, secondo l'approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, tenendo conto del ricorrente anniversario della nascita di Cristo e dell'approssimarsi del nuovo anno cristiano, si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari e ci si aspetta dal governo italiano, che reciprocamente oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno".
Il vertice a Palazzo Chigi
La premier Giorgia Meloni è appena arrivata a palazzo Chigi. A breve il vertice sul caso Cecilia Sala con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, quello della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano e i servizi di intelligence.
Il pg di Milano contrario ai domiciliari ad Abedini: pericolo di fuga
Il procuratore generale di Milano ritiene che "le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del consolato dell'Iran" insieme a "eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma, non costituiscano una idonea garanzia contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l'estradizione".
"Quanto al merito delle accuse mosse dalle autorità statunitensi" il pg si riserva "una approfondita completa valutazione all'esito degli atti che verranno trasmessi dalle predette autorità".
L'ambasciatore iraniano alla Farnesina
All'ambasciatore iraniano, la Farnesina ha chiesto la liberazione immediata della giornalista del Foglio e di Chora media, giunta in Iran con regolare visto giornalistico e detenuta nel carcere di Evin da 14 giorni. Il segretario generale ambasciatore Riccardo Guariglia ha ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all'ambasciata d'Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati. Nella piccolissima cella dove è detenuta, Cecilia Sala non ha un materasso e dorme per terra, sdraiata su una delle due coperte che ha a disposizione. L'altra le serve per proteggersi dal freddo di Evin. Non ha ricevuto nessun pacco consegnato sabato dall’ambasciata alle autorità del carcere iraniano, che conteneva articoli per l'igiene, quattro libri e la mascherina per proteggersi dalla luce accesa 24 ore su 24. Anzi, le sono stati confiscati pure gli occhiali da vista. Queste informazioni, riportate per prime dal Post, vengono da persone vicine ai genitori di Sala, che la mattina del 1° gennaio hanno ricevuto una telefonata dalla figlia, che ha ripetuto la sua richiesta di "fare in fretta".
Gli americani ai giudici: "Abedini va tenuto in carcere, è pericoloso"
È all'attenzione dei giudici della Corte di Appello di Milano un documento trasmesso dalla giustizia americana in cui si afferma che Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, è un soggetto pericolo e per lui è necessaria la detenzione in carcere. L'atto, di quattro pagine, era stato inviato per via diplomatica pochi giorni dopo l'arresto del 38enne iraniano, quindi prima dell'istanza con cui il difensore, l'avvocato Alfredo de Francesco, chiede i domiciliari. La nota del Dipartimento di giustizia del Massachusetts sarà ora posta all'attenzione della procura generale di Milano che dovrà fornire un parere, non vincolate, sulla richiesta di attenuazione della misura cautelare. In base a quanto si apprende il pg dovrebbe comunicare domani il suo parere e la Corte fissare una udienza per la prossima settimana. Negli ultimi giorni molti osservatori e media hanno fatto notare la cioincidenza tra l'arresto di Abedini e quello di Sala, ipotizzando che la giornalista possa essere utilizzata dal regime come "ostaggio" in uno scambio di prigionieri. Questa interpretazione, tuttavia, non è mai stata resa ufficiale da dichiarazioni iraniane.
A pesare sul dossier, da parte americana, c'è anche il precedente della fuga dai domiciliari in Italia di Artem Uss, l'uomo d'affari russo, figlio di un oligarca putiniano, arrestato nel 2022 a Malpensa su un mandato degli Stati Uniti. Nel marzo 2023 Uss era riuscito a fuggire dai domiciliari grazie ad alcuni complici ed è poi ricomparso in Russia, da dove ha rilasciato un'intervista.
L'appello delle opposizioni e la dichiarazione di Kallas
In mattinata dalle opposizioni è arrivato un appello per chiedere al governo di accelerare.
"Le condizioni di Cecilia Sala destano preoccupazione ogni giorno che passa. Per questo chiediamo al governo di mettere in campo tutte le iniziative necessarie per la sua liberazione", sottolineano Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera e al Senato. "Confermiamo la disponibilità del Partito democratico per un coinvolgimento che possa favorire il confronto diplomatico in atto. Il Parlamento tutto dovrebbe essere informato e chiamato in causa di fronte all'arresto di una cittadina italiana impegnata nel suo lavoro di giornalista. Diritti umani e diritti civili vanno difesi a ogni latitudine".
Sul fronte estero, sempre questa mattina, è arrivata la dichiarazione di Kaja Kallas, l'alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza: “Chiedo l'immediata liberazione della reporter italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran”.