L'intervista
Renzi: "Il governo non ha una strategia per liberare Cecilia Sala. Tajani esautorato. Meloni dov'è?"
"Liberarla ora, il governo convochi le opposizioni. Il silenzio non è bastato. Meloni strumentalizzò la vicenda dei marò. Gli italiani si riportano a casa, si tratta. Anche gli americani trattano con Putin". L'intervista all'ex premier
Diranno: Matteo Renzi vuole fare politica sulla pelle di Cecilia Sala. Diranno: Renzi chiede a Meloni di convocare le opposizioni per mostrare la difficoltà del governo. Renzi, perché ha deciso di parlare? Vuole visibilità? “Chi lo dice si deve vergognare. L’unica visibilità che voglio è per Cecilia Sala, l’unica cosa che voglio è che il governo Meloni riporti a casa Cecilia. Abbiamo letto che dorme per terra, che non le è permesso ricevere visite, che non ha ricevuto il pacco di cui si parla dal 27 dicembre. Vogliamo sapere cosa sta accadendo. Siamo tutti pronti a sostenere il governo ma il governo ha il dovere di informare l’opposizione. Se bisogna trattare, trattiamo: non mi scandalizzo che si tratti con i cattivi. La diplomazia serve a parlare coi cattivi: per parlare coi buoni basta il burraco. Facciamolo, ma ora”.
Perché chiede al governo di convocare le opposizioni? “Perché la politica e i giornali sono rimasti in religioso silenzio, perché abbiamo lasciato lavorare il governo ma non è bastato. Abbiamo ascoltato le parole di Tajani che ci assicurava che Cecilia stava bene. Cecilia non sta bene. Da quindici giorni è nel carcere di Evin. Da quindici giorni non sappiamo quale sia la strategia per liberarla”. Gli americani si oppongono al rilascio dell’iraniano Abedini, lei cosa risponde agli americani? “Che quando c’è da portarsi a casa un loro giornalista trattano anche con Putin. Gli italiani si riportano a casa, i giornalisti si riportano prima”
Renzi, prima lei e dopo Schlein avete chiesto di essere coinvolti da Meloni sul caso Sala. È stato coinvolto? “Al momento non ho ricevuto una chiamata, ma per correttezza istituzionale, prima di chiedere a Meloni di convocarci, ho comunicato la mia intenzione al sottosegretario Mantovano. E’ grammatica”.
Perché dice che lei non è Meloni? “Perché so cosa significa vivere questi momenti. Il governo Renzi ha riportato a casa i marò. Ricordo quel tempo. Ricordo Meloni che strumentalizzava la vicenda. Meloni mi attaccò alzo zero mediaticamente. Ricordo anche che, una volta rientrati in Italia, ho deciso di non farmi una foto con loro. Non sono un influencer io, non ho bisogno della foto per i like. Io non strumentalizzo sulla pelle di Cecilia”.
La notizia dell’arresto è stata tenuta coperta per permettere alla diplomazia italiana di lavorare. C’è chi dirà: l’opposizione si metta a disposizione del governo e taccia. Non è forse giusto tacere? “Ripeto, siamo stati impeccabili, i giornali per primi. Abbiamo lasciato che la diplomazia lavorasse. Ora non basta. Quando ho appreso la notizia dell’arresto di Cecilia mi sono limitato a scrivere alla mamma per dare la mia massima disponibilità, ma ora sappiamo che le condizioni di Cecilia non sono quelle che ci hanno raccontato”.
Meloni ha convocato un vertice di governo, cosa serve ancora? “Il vertice è la prova che Meloni per prima, dopo la mia richiesta e quella di Schlein, ha compreso che serviva un salto di qualità”. Perché dovrebbe informarvi del negoziato? “Perché è civiltà politica, perché è un dovere istituzionale. L’opposizione sta a fianco del governo su vicende del genere ma il governo deve informare passo passo l’opposizione”.
L’ambasciatore iraniano, in una nota, ha chiesto la liberazione di Abedini, l’ingegnere arrestato a Malpensa. E’ una trattativa. Come definisce l’arresto di Sala da parte del regime? “Una schifezza. Quello che penso degli iraniani è noto da tempo. Ma gli accordi si fanno con i cattivi. Qui serve la diplomazia. A differenza di altri paesi, l’Italia ha un approccio chiaro: riportare a casa i nostri cittadini”.
Sala, ha scritto il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, è stata arrestata da giornalista: perché non bisogna stancarsi di ripetere che il giornalismo non è reato? “Perché il giornalismo non è una semplice attività. E’ un pilastro della democrazia occidentale. Difendere Sala, riportarla a casa, equivale a difendere un pilastro occidentale. Quello che siamo”.
Diranno: Renzi ce l’ha con Tajani. Ce l’ha con Tajani? “Non sono al governo, è il governo che deve fare adesso le scelte. Una cosa posso dirla. Immaginavo che in quella settimana di silenzio, Meloni avesse già trovato una soluzione. Noi siamo disponibili ad appoggiare qualsiasi iniziativa Meloni voglia prendere per riavere Sala in Italia. Abbiamo pagato riscatti a organizzazioni terroristiche ma abbiamo sempre riportato a casa i nostri italiani. Non giudico Tajani, a cominciare dalle sue parole su Cecilia, le parole di rassicurazione, rassicurazioni che si sono mostrate non vere. Lo hanno esautorato anche a Palazzo Chigi indicando come riferimento Mantovano e non lui. Ma adesso il nostro riferimento è Meloni. Io sto attaccando Fratelli d’Italia su tante cose, dal camerata La Russa alla sorella della Garbatella. Ma oggi non attacco la premier, provo ad aiutarla. Vede, se avessi voluto attaccare Meloni, oggi avrei parlato dell’acquisto della sua casa e invece chiedo di organizzare un incontro istituzionale per sapere cosa stanno facendo per portare a casa Cecilia. La donna più potente d’Europa che sta facendo in queste ore?”.
Crede che il governo stia prendendo tempo per non irritare l’America o perché ritiene lo scambio di ostaggi, è la frase che circola a Chigi, “poco dignitoso”? “Poco dignitoso è pensare a una ragazza italiana, giornalista, che dorme per terra in uno dei peggiori carceri del mondo. Questo è poco dignitoso. Agli americani si può benissimo ricordare che anche loro hanno sempre trattato, negoziato, per riportare a casa i loro giornalisti. Una sola frase: gli italiani si riportano a casa, i giornalisti italiani si riportano prima”