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L'indagine

Tutti lo citano ma ben pochi sanno chi è davvero Alcide De Gasperi

Antonio Campati

Solo il 18 per cento di intervistati è riuscito a riconoscere il leader trentino al primo colpo. Da un'indagine Ipsos emerge la necessità di far conoscere di più e meglio il suo profilo e la sua azione politica, anche europea. Una missione educativa per declinare la sua eredità nelle politiche di un partito e di uno Stato

Quante italiane e quanti italiani conoscono Alcide De Gasperi? La domanda può apparire fin troppo provocatoria, specie perché lo statista trentino viene spesso evocato nel dibattito pubblico, ma in realtà la risposta non è affatto scontata. Non pochi elementi su cui riflettere emergono da un’indagine promossa dalla Fondazione De Gasperi e realizzata da Ipsos, che per prima cosa ha sondato proprio la notorietà del leader democristiano, mostrando al campione degli intervistati alcune sue immagini e chiedendo di indicare chi vi fosse ritratto: solo il 18 per cento ha risposto positivamente, ben il 75 ha dichiarato di non ricordare il nome o non riconoscere la persona in foto (il 3 ha indicato personaggi non politici e il 4 personaggi politici).

Ma, una volta svelata l’identità, grossomodo un quarto degli intervistati ha riconosciuto in De Gasperi un uomo politico che è stato più volte presidente del Consiglio, quasi la metà che era un democristiano e circa il 70 per cento ha dichiarato di conoscere la sua storia e il suo ruolo nella vita politica italiana, sebbene solo in maniera superficiale.Il 49 per cento non ha associato nessuno dei politici più recenti o attuali alla figura del leader trentino. Non sorprende che i più giovani e i meno scolarizzati siano tra coloro che rispondono in maniera più vaga.

Questi dati ci confermano che sempre più spesso il dibattito pubblico è polarizzato attorno a bolle all’interno delle quali si ritrovano pochi con interessi specifici, con un grado di istruzione simile e con appartenenze politiche più o meno condivise. In altre parole, i giovani che hanno frequentato la Scuola di politica EuPeople, organizzata poche settimane fa proprio dalla Fondazione De Gasperi, avrebbero risposto in maniera corretta sin dalla prima domanda relativa alla foto di De Gasperi, ma questi rappresentano un’eccezione rispetto alla (stragrande) maggioranza dei loro coetanei. Le attività di sensibilizzazione alla conoscenza delle figure cruciali della vita del nostro paese rimangono quindi essenziali. 

C’è un ulteriore aspetto che emerge dall’indagine Ipsos realizzata da Enzo Risso, Lucio Formigoni e Chiara Ancillotti e riguarda il lascito politico di De Gasperi. Per quanto riguarda la percezione storica, cioè quali aspetti caratteristici della figura degasperiana sono stati importanti per lo sviluppo dell’Italia, ai primi posti ci sono l’antifascismo, l’etica della responsabilità e la mediazione (ma quasi allo stesso livello ci sono l’attenzione al mezzogiorno e il riformismo). Alla domanda, invece, su quali siano i lasciti di De Gasperi utili per la situazione politica attuale, balza al primo posto l’europeismo. In breve, etica della responsabilità, antifascismo ed europeismo emergono come le tre eredità più citate, dove la prima viene però indicata come quella più importante per l’Italia del futuro. Riassumendo, per un buon 24 per cento degli intervistati il bilancio complessivo del lascito di De Gasperi è importante in passato e attuale oggi. Ma anche in questo caso, il profilo dei rispondenti è composto da laureati, avanti con l’età e che si tengono aggiornati attraverso varie fonti di informazione. 

I dati sin qui riassunti – e presentati pubblicamente per la prima volta – rappresentano la base per una riflessione più ampia, che potrà essere sviluppata a partire da almeno due livelli di lettura: il primo, lo si è già accennato, riguarda la dimensione pubblica di De Gasperi: occorre incentivare la missione educativa per far conoscere di più e meglio il suo profilo e la sua azione politica, anche europea. Il secondo livello di lettura interessa la sua eredità. Probabilmente, non poche delle tredici community con le quali Ipsos riassume le identità politiche degli italiani accoglierebbero di buon grado De Gasperi come figura emblematica nel loro pantheon. Se ciò è un segnale della trasversalità di cui gode lo statista democristiano, dall’altro, però, segna una difficoltà nel declinare più nello specifico il suo lascito: l’europeismo, la moderazione, l’ispirazione etica sono generalizzazioni condivisibili. Ma poi, concretamente, come si declinano nelle politiche che un partito, una leadership, uno Stato porta avanti? Nel rispondere a questa domanda si gioca il futuro di chi ha raccolto e conserva la memoria di De Gasperi, sia dal punto di vista prettamente culturale, sia da quello eminentemente politico.


 

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