L'intervista

“Altro che dismissioni dei circoli, così ci liberiamo dalle fondazioni dei Ds”. Parla il tesoriere Pd Fina

Gianluca De Rosa

Il Pd bolognese si prepara a dismettere il 40 per cento delle sedi per abbattere il debito da 4 milioni di euro per gli affitti non pagati, ma il dirigente del partito di Schlein dice: "E' un buon segnale, finalmente abbiamo i fondi per patrimonializzare il partito

 “Ai militanti dico di stare tranquilli, il circolo della Bolognina non chiuderà e lo stesso vale per tutti quelli che contano un numero sufficienti di iscritti e hanno una vita politica attiva”. Michele Fina, tesoriere del Pd di Elly Schlein si è ritrovato tra le mani una grana che forse avrebbe preferito evitarsi. Nei giorni scorsi è stato reso noto che la federazione bolognese del partito si appresta a varare un piano di rientro del debito mostre, da 4 milioni di euro, che deve alla fondazione Duemila, una delle tante fondazione nelle quali, nel 2006, prima della nascita del Pd, confluirono i beni immobiliari degli allora Ds, lasciando il neonato partito senza un patrimonio proprio. Il debito si è accumulato per il mancato versamento dei canoni di locazione di circoli e magazzini alla fondazione. Intanto, dopo 18 anni, scissioni e riorganizzazioni interne hanno portato a un sempre maggiore allontanamento tra chi gestisce la federazione e il partito. Per questo ora il Pd punta a dismettere circa il 40 per cento delle 87 sezioni presenti nella provincia di Bologna. “Purtroppo – spiega Fina – si è creato, e non solo a Bologna, l’equivoco che la continuità delle persone nella gestione delle fondazioni coincidesse con la continuità dei patrimoni. Così che sembrava quasi che non si dovesse pagare l’affitto. Io capisco che chi contribuì a far acquistare certi circoli ai Ds oggi non capisca, però sui libri contabili c’è un’altra storia che è il momento di sanare. Anche il taglio delle sedi fosse davvero del 40 per cento, Bologna resterà la provincia d’Italia con più rappresentanze territoriali del partito”.

Il 20 di gennaio la direzione locale del Pd dovrà tracciare una linea. Intanto molti segretari dei circoli bolognesi sono già sul piede di guerra. “Purtroppo – dice ancora Fina – è passata la notizia che c’era un elenco già pronto di sedi che chiudevano, ma non sarà così, non ci sarà  alcun automatismo: verrà fatto un lavoro di verifica circolo per circolo e verranno dismessi solo quelli sottoutilizzati o economicamente insostenibili. In molti casi si tratta di magazzini che non vengono usati da anni”. Il messaggio di Fina è chiaro: non ci sarà una chiusura indiscriminata dei circoli, ma un'azione mirata per garantire la stabilità economica del partito e la continuità della sua presenza sul territorio. Il principio guida sarà che ogni circolo dovrà coprire il proprio affitto, in linea con quanto avviene nel resto d’Italia. In tanti si chiedono: ma perché proprio oggi, dopo tutti questi anni di morosità?  “Potrà sembrare paradossale ma è un segnale positivo”, dichiara il tesoriere del Pd. Ci dica meglio? “Il partito è in una fase di espansione: aumentano i voti, aumentano gli iscritti e aumenta anche il ricavato dal 2 per mille: dei 10,3 milioni raccolti a livello nazionale, ben 2,1 li invieremo alle federazioni locali, Bologna compresa. Questo ci consentirà, nelle città dove il debito delle federazioni per gli affitti è alto, di varare finalmente dei piani di rientro. Sia a Bologna, sia a Roma, dove il debito per i mancati versamenti dei canoni di locazione dei circoli è di 1,4 milioni, questi soldi potranno consentire di tornare a pagare gli affitti con regolarità nei circoli che servono e in alcuni casi persino di acquistare le vecchie sedi, patrimonializzando finalmente le federazioni e togliendo di torno le fondazioni degli ex Ds. Ricordo – conclude Fina – che le singole federazioni hanno autonomia statutaria e finanziaria, mentre il partito nazionale ha un solo immobile: il Nazareno, per ill quale con regolarità paghiamo l’affitto ai frati scolopi”.

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