L'intervista

Nicita (Pd): “Meloni attenta, Musk ti usa: vuole fermare i satelliti europei e restare monopolista”

Gianluca De Rosa

Il senatore del Pd annuncia mozioni e interrogazioni sull'accordo con SpaceX: "Così l'Italia rischia di diventare il ventre molle della Ue sul fronte tecnologico"

“Temo che Meloni non si renda conto che così rende l’Italia il ventre molle d’Europa. Dagli investimenti spaziali e industriali alla regolamentazione delle piattaforme web, rischia di essere usata da Musk e da Trump per disarticolare la Ue. Dobbiamo stare attenti”. Antonio Nicita, senatore del Pd ed ex commissario dell’Agcm, si appella direttamente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Palazzo Chigi ha smentito lo scoop di Bloomberg secondo cui il governo italiano avrebbe pronto un contratto da 1,5 miliardi con  SpaceX di Elon Musk che controlla l’azienda dei satelliti a bassa quota Starlink. Tramite questa Musk offrirebbe al nostro paese la fornitura di diversi servizi – dalla crittografia delle comunicazioni a servizi di ridondanza satellitare – Tutti i leader delle opposizioni, da Elly Schlein a Matteo Renzi, chiedono chiarimenti e comunicazioni al Parlamento. Anche perché, dice Nicita: “Meloni parlando in Senato aveva risposto a Monti che non c’era alcun accordo con le società di Musk. Invece adesso si dice che non c’è un contratto ma ci sono ‘normali interlocuzioni’, quindi dal punto di vista politico più che una smentita sembra una conferma. Quello che pare cambiato sono i termini della questione: prima si parlava di dare i fondi del Pnrr a Starlink per coprire le aree grigie, una cosa impossibile perché quei fondi erano già stati assegnati a Open Fiber e Fibercoop, adesso l’accordo sembra sia diventato un’altra cosa. Un contratto ‘pacchetto’ con servizi non meglio identificati. Tutto questo ci preoccupa ancora di più, non solo perché viene messo in un contesto in cui non si capisce quali sono i servizi, ma anche perché stiamo parlando di una cifra monstre: 1,5 miliardi, l’equivalente di quanto è costato il piano per la banda larga che valeva 1,8 miliardi. Solo che con quei soldi si sta costruendo un’infrastruttura, con quelli dati a Musk si acquistano servizi per un tempo prestabilito”.

 

Il senatore del Pd è convinto che dietro questa accelerazione ci sia una precisa strategia di Musk per bruciare la potenziale concorrenza europea: il progetto Iris2 con il quale la Ue vuole costruire entro il 2030 una propria rete di 290 satelliti, proprio con lo scopo di ridurre la dipendenza da sistemi non europei. “In questo momento – dice Nicita – sui servizi di ridondanza delle comunicazioni con satelliti a bassa quota Musk è monopolista. Si tratta di un servizio essenziale in caso di buco delle telecomunicazioni su tutte le altre reti, come è accaduto in Ucraina durante la guerra. Se salta tutto lui è l’unico ad avere un numero di satelliti a bassa quota tale da permettere una connettività importante. Se in attesa di Iris2 si vuole usare il suo servizio, va fatto con un contratto chiaro e a un prezzo adeguato, non spendendo un miliardo e mezzo”. E invece? “Invece – prosegue il senatore del Pd – la sensazione che ho è che Musk, anche tramite l’appoggio del governo americano, voglia assicurarsi questo genere di contratti con gli stati europei prima che sia creata Iris2 che sarebbe per lui un vero concorrente. Entro cinque anni, con questa società attiva, Musk non potrebbe più offrire questo servizio che non ha un mercato di privati ma ha un mercato di stati, e quindi se lui riesce a chiudere oggi i contratti domani lascerà il suo potenziale concorrente senza clienti”.

 

Andrea Stroppa, tuttofare di Musk in Italia, in un vademecum pubblicato su X, dice però che Iris 2 sarebbe molto meno efficiente, arriverebbe tardi, rendendo meno sicuro il nostro paese, e l’Italia parteciperebbe con una quota di minoranza a un progetto franco-tedesco. “Non è così”, risponde Nicita. “Iris 2 fu lanciata anche su insistenza dell’ex commissario francese Breton che, guarda caso, con Musk ha sempre animatamente discusso. L’Italia non è stata fatta fuori, ma si va lentamente perché si è deciso di finanziare il progetto con risorse pubbliche che, essendo poche, impiegano tempo. Se vogliamo velocizzare aggiungiamo ulteriori fondi. E’ chiaro che oggi Musk è più avanti e ha quindi dei vantaggi competitivi, ma teme che si possa sviluppare un’autonoma forza europea e prova a spiazzare la potenziale domanda dei prossimi anni, uccidendo Iris2 nella culla e consolidando così il suo monopolio. Invece – conclude il senatore del Pd – su questi settori alla frontiera tecnologica la svolta dovrebbe essere quella indicata da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea: investimenti comuni, di grandi dimensioni, finanziati con fondi comuni. Infine vorrei dire una cosa…”. Ci dica. “Che ruolo ha questo Stroppa.  A che titolo parla? Chi è? in Parlamento lo chiederemo, come chiederemo che in ogni caso al contratto con SpaceX sia applicato il golden power, sia sull’uso delle tecnologie sia sul trattamento dei dati”.

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