Foto Ansa

il colloquio

“Sul gas la Liguria deve dare il suo contributo. Lega e FI decidano da che parte stare”. Parla Giovanni Toti

Maria Carla Sicilia

La regione guidata da Marco Bucci si schiera contro il trasferimento del rigassifigatore da Piombino a Vado Ligure. "Pretendere di vivere in un paese dove l’energia costa meno e l’industria è più competitiva è un diritto legittimo, ma si deve fare la propria parte", dice l'ex presidente e commissario dell'opera

“Ma i partiti a livello nazionale cosa ne pensano? Vorrei capire se la Lega è quella di Salvini contro l’Italia dei no o quella di chi firma le petizioni contro il rigassificatore. E Forza Italia? E’ quella dei consiglieri regionali e comunali che fanno le catene umane o è quella del ministro Pichetto Fratin che dice di voler risolvere il problema strutturale del gas in Italia?”. Se lo chiede Giovanni Toti, ex presidente della regione Liguria, ora che l’approdo a Vado Ligure del rigassificatore galleggiante di Piombino è messo in discussione da una mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale.

La nave di Snam è ormeggiata nel porto toscano da un anno e mezzo e secondo gli accordi, sottoscritti con Toti presidente, dovrebbe essere spostata al largo delle coste liguri entro il 2026. Ma da destra a sinistra, oggi i partiti della regione sono tutti d’accordo a ostacolare il progetto. Lo stesso presidente Marco Bucci ha confermato al Foglio la sua contrarietà all’opera perché ritiene “una spesa inutile” quella che serve a collegare la nave di Snam con la dorsale tirrenica. “Io sarei andato fino in fondo – dice Toti, che era stato nominato dal governo commissario straordinario per la realizzazione dell’opera – a meno di controindicazioni tecniche che però non sono emerse”. La valutazione di impatto ambientale è in corso e l’iter dovrebbe concludersi a breve, secondo le previsioni che aveva fatto qualche mese fa il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. “Vado Ligure è un posto che ha una sua logica precisa sia per la rete di metanodotti a cui è collegata sia perché il 65 per cento del gas italiano si consuma in Pianura Padana, vuoi perché è più freddo vuoi perché c’è l’industria”, nota da parte sua l’ex commissario. “L’unica parziale ragione che può avere il territorio di Savona è il fatto che non si sia deciso fin da subito di portare lì il rigassificatore, preferendo fare una staffetta con Piombino. Ma è stato preso un accordo: le banchine dove ora è ormeggiata la nave di Snam dovrebbero servire per lo sviluppo del polo siderurgico di Piombino. Devono essere liberate per fare spazio all’acciaio – ricorda l’ex governatore – e data la condizione di Ilva mi sembra una prospettiva intelligente”. Se fosse necessario individuare un nuovo luogo d’approdo, operazione assai difficile secondo i criteri tecnici individuati da Snam, la procedura dovrebbe ripartire da zero. L’effetto sarebbe quello di mettere a rischio il piano energetico del paese disegnato dal governo Draghi dopo l’invasione dell’Ucraina, che prevede di incrementare la capacità di rigassificazione così da poter usare più gas naturale liquefatto per sopperire alla mancanza di gas russo e avere un sistema più flessibile. “La Liguria è una grande regione industriale e logistica e deve fare la sua parte fino in fondo”, dice Toti. “Siamo una delle cinque regioni con il pil più alto d’Italia, il porto di Genova serve Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte e per questo facciamo parte del primo sistema industriale del paese: abbiamo bisogno come il pane di energia”.

Il tema è ritornato centrale nelle cronache delle ultime settimane, quando il prezzo del gas ha superato dopo più di un anno i 50 euro megawattora destando qualche preoccupazione anche un po’ sopravvalutata. “Pretendere di vivere in un paese dove l’energia costa meno e l’industria è più competitiva è assolutamente un diritto legittimo, ma si deve anche collaborare facendo il proprio dovere perché ciò possa accadere”, osserva l’ex presidente, che se la prende con chi mette al centro della retorica politica la modernizzazione del paese e poi non agisce di conseguenza. “Non puoi volere le autostrade ma non i cantieri, l’alta velocità ma non le gallerie, le bollette energetiche come quelle degli spagnoli e dei tedeschi ma non fare i rigassificatori che hanno fatto loro. Bisogna essere coerenti e assumersi la responsabilità di spiegare ai cittadini l’utilità di certe opere, altrimenti non si può rivendicare di fare una politica di modernizzazione”. La stoccata è tutta per il centrodestra. “C’è un pezzo di sinistra e di ambientalismo estremo che tifa per una decrescita felice e ha una sua coerenza. Me la prendo invece con chi dice che il paese deve crescere, deve competere con le grandi potenze del mondo, deve avere le infrastrutture per essere autonomo e poi trova sempre una scusa per dire di no. Se la Liguria non vuole il rigassificatore a Savona, in un’ottica di leale collaborazione tra enti, faccia una proposta alternativa al governo: questo è l’unico modo per affrontare la questione”.
Maria Carla Sicilia

  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.