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a Montecitorio

Alla Camera 73 mila firme per il nucleare, mentre il piano del governo è ancora in stand by

Maria Carla Sicilia

Arriva a Montecitorio la proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Azione, Radicali Italiani e altre associazioni. Il governo intanto lavora alla sua proposta, che sarebbe dovuta arrivare in Parlamento entro dicembre. Gli obiettivi sembrano comuni ma la convergenza è tutt'altro che scontata

Mentre il piano del governo sul nucleare è stand by, oggi alla Camera sono state depositate le firme per la proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Azione, Radicali italiani e una serie di altre associazioni. Il quorum delle 50 mila firme è stato raggiunto in appena quattro giorni, ma al termine della raccolta la proposta è stata sottoscritta da più di 73 mila persone. La legge prevede che il governo provveda a un riassetto normativo per consentire che sia possibile autorizzare la costruzione e l’esercizio di centrali nucleari della più avanzata tecnologia oggi disponibile, cioè la terza generazione a fissione, che venga costituita un’Autorità indipendente di sicurezza e che venga avviata una campagna di informazione pubblica. Obiettivi che in teoria anche i partiti di maggioranza dovrebbero condividere, visto l’attivismo del governo e del ministero dell’Ambiente.

La promessa di Gilberto Pichetto Fratin era quella di portare il disegno di legge in Parlamento entro dicembre, salvo poi rimandare all’inizio di gennaio. Ma oggi, al termine del secondo Consiglio dei ministri dell’anno, non si è ancora visto nulla. Nella coalizione ci sono sensibilità diverse. Mentre Forza Italia spinge per accelerare, nel partito della premier Giorgia Meloni non mancano voci contrarie, come quella del vice presidente della Camera Fabio Rampelli. La prova del nove sarà la discussione in Aula, quando ai partiti toccherà scoprire le carte. Se l’obiettivo è fare in modo che il paese sia pronto ad accogliere gli investimenti quando arriveranno, come ha detto più volte il ministro Pichetto Fratin, non dovrebbero esserci ostilità a trovare una convergenza trasversale tra i partiti favorevoli. Eppure, notava ieri Carlo Calenda a Montecitorio, “l’impressione è che da parte della maggioranza ci sia una costante chiusura nel recepire qualsiasi suggerimento anche quando c’è un accordo di merito. Viene da pensare che le cose non si voglia farle davvero”. 

 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.