Il colloquio
La guerra di De Luca jr fra il padre Vincenzo e Elly: "Sono un ambasciatore: ho a cuore la Campania, io"
Piero, il deputato del Pd figlio del governatore osteggiato da Schlein: "Faccio ciò che dovrebbe fare qualsiasi dirigente che lavora per non perdere la regione che andrà presto al voto"
“Sono un ambasciatore. Un specie di diplomatico”. Addirittura? “Provo a tenere le fila di una vicenda non semplice tra la Campania e il Nazareno. Come dovrebbe fare qualsiasi dirigente del Pd. Lavoro, a nome dell’area riformista, per non perdere la Campania e per costruire, a Roma, un’alternativa di governo. Cosa vuole che le dica di più?”.
Piero De Luca, 44 anni, deputato del Pd alla seconda legislatura, primogenito di Vincenzo, il pirotecnico e strabordante governatore della Campania che vuole il terzo mandato per sé nonostante l’insolito asse tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La prima non gli vuole concedere il tris e ha impugnato la legge; la seconda vuole sostituirlo, se ce la farà, con Roberto Fico, ex presidente della Camera del M5s, il quale però annusata l’aria sembra iniziare ad avere qualche dubbio. Intanto si tratta.
La guerra di Piero tra famiglia e partito, sangue e idee, è abbastanza complicata. C’è da capirlo, nessuno vorrebbe stare al suo posto. Un collega del Pd che gli vuole bene: “Piero ha le spalle grosse, ma cammina su una fune”.
Il padre, don Vincenzo, ha una rappresentazione pubblica che ormai supera la caricatura e l’imitazione: anche Crozza si è arreso e ha cambiato personaggio perché la realtà non è nemmeno sfiorabile dalla parodia, e fa meno ridere. Il figlio, modi felpati e sempre educato e disponibile, si trova in una posizione che varia. Sarà pure un ambasciatore, come si definisce, ma a volte sembra essere il vero ostaggio di questa faida.
E’ inseguito da tutti i giornalisti del Transatlantico che gli stanno alle calcagna per fargli difendere il padre contro Elly Schlein. Un signor titolo che può svoltare la giornata. Non solo. E’ invitato in tutte le trasmissioni (ma declina le ospitate) per creare un caso che è già chiaro a tutti: basta illuminarlo un attimo. Anche “Striscia la notizia” ieri gli correva dietro per le vie del centro, con un finto Ignazio La Russa, per domandargli sempre la stessa cosa: chi sta sbagliando più forte? Elly o tuo padre? A chi vuoi più bene a papà o al partito?
La risposta è scontata. Ma Piero – che ha chiamato il secondo figlio Vincenzo jr – non è fesso. “Mi sto occupando della mozione sulla competitività del rapporto Draghi: parliamo di questa?”, risponde al Foglio cortese.
Difficile se non impossibile. “Mi spiace del resto non mi va di parlare: preferisco lavorare nell’ombra come gli ambasciatori”. Tuttavia, al di là della stampa, è proprio il corso delle cose a tirarlo di continuo in mezzo. Piero De Luca è il nervo è scoperto. Bello, grande davanti a tutti come l’elefante nella stanza. Per Fratelli d’Italia è un bersaglio. D’altronde il padre diede della “stronza” alla capa e il partito della via della Scrofa nella percezione è un monolite fatto di sorelle, figli, ex cognati, cugini e parenti vari. Quindi appena c’è un anello debole, eccoli i Fratelli pronti ad azzannare Piero, persona preparata e mai sopra le righe (e adesso rifate il solito paragone, no?).
Lo scorso ottobre Giorgia Meloni in Aula alla Camera gli ha risposto sul “danno erariale causato dagli accordi in Albania” ricordandogli che il “danno erariale c’è quando un presidente di regione spende migliaia di euro per comprarsi una pagina di giornale per dirsi da solo quanto è bravo, non il protocollo sull’Albania”. Indovinate con chi ce l’aveva la premier?
Schlein e il “presidente”, come Piero chiama il padre pubblicamente, non solo non si sopportano ma appena possono non se le mandano a dire. In questa delucheide che dura da mesi era anche uscito dal Nazareno che Schlein sarebbe stata pronta a offrire la vicesegreteria a Piero in cambio di un passo indietro di Vincenzo. Ovviamente non era vero, anzi il messaggio era opposto: caro governatore imbullonato sulla poltrona sappi che il futuro politico di tuo figlio è nelle mani del partito. “Non serve creare un altro caso con me: non voglio comparire né essere sovraesposto. Ho a cuore solo la Campania, io”. Clic.