Gli intramontabili

Sticchi Damiani, il Nuvolari del quarto mandato (e dell'Aci) contro il governo. Una norma per azzerarlo

Carmelo Caruso

Lotta contro il governo che ha provato a togliere fondi ad Aci. Il presidemte si è fatto rieleggere a ottobre, ha sfidato il governo sugli emolumenti. Difeso in maniera trasversale (il suo posto lo vuole Geronimo La Russa), è l'intramontabile che resiste più di Zaia e De Luca

Provateci con lui. Il quarto mandato ha ancora un angelo:  Angelo Sticchi Damiani, il samurai della rappresentanza, il Tazio Nuvolari dell’incarico. E’ presidente dell’Aci dal 2011, si è fatto rieleggere, a ottobre, con il 90 per cento degli iscritti, e il suo mandato, il quarto, scade nel 2028. Zaia e De Luca?  Dilettanti. Il governo, in Finanziaria, gli decurta i soldi, il denaro destinato alla sua associazione? Sticchi Damiani cosa fa? Avvocato! Chiede una “consulenza legale preparatoria” contro il governo avvisando che senza quei soldi, “l’ente dovrà attivare procedure di contenzioso”. In pratica Aci contro Palazzo Chigi. Il governo vuole mandarlo via? (e vuole mandarlo via con tanto di articolo 7 contenuto nel Dl Emergenza) ma Sticchi Damiani cosa fa? Politica! Sussurra e lavora su Salvini, che fa sempre parte del governo, tanto da fargli pensare “meglio avere Sticchi Damiani, che il figlio di La Russa, Geronimo, alla guida di Aci”. Volete conoscere il segreto del quarto mandato, come sia possibile averlo aggirando anche Meloni? Andate a Lecce, la città natale dell’Angelo, e studiate il caso Damiani. Eletto per la prima volta presidente di Aci, nel 2011, 14 anni fa, il Nuvolari dell’incarico, sempre rieletto dagli iscritti, è rimasto da allora alla guida di Aci, cumulando anche l’incarico di presidente di Sara Assicurazioni (qui è al terzo mandato) per finire adesso come simbolo del potere intramontabile. Siede anche al Coni, e come Aci gestisce l’autodromo di Monza. Si racconta che, pochi mesi fa, la volta in cui Meloni disse ‘basta’, tagliamo gli stipendi di alcuni enti, la volta in cui ha provato ad abbassare ulteriormente la soglia dei 240 mila euro, la norma fosse stata pensata proprio per il caso Sticchi Damiani. Famiglia leccese, zio del presidente del Lecce calcio, vicino all’ex senatore comunista, Giovanni Pellegrino, l’avvocato della famiglia Damiani, dell’Angelo, è niente meno che Roberto Eustachio Sisto, un campione del diritto, e figlio del sottosegretario alla Giustizia, di Forza Italia, Sisto. Insomma, il meglio. Grazie al meglio, Sticchi Damiani ha superato tutte le controversie giuridiche. Un altro contenzioso, l’antico, riguarda gli emolumenti dell’Angelo e ha contrapposto Aci, ministro della Cultura e Mef. L’Aci aveva fissato i trattamenti economici di presidente e segretario generale al limite dei 311 mila euro contro i 240 mila euro stabiliti per legge, ma l’Aci si è appellata. Venerdì scorso è arrivata la sentenza, durissima, che ristabilisce il tetto a 240 mila euro. Il 10 dicembre, in piena legge di bilancio, il governo taglia 50 milioni di euro all’Aci, ma l’Angelo, anche in questo caso, non dispera. Affida una consulenza da 57 mila euro, a uno studio legale e dà battaglia. L’ultima sua elezione è stata avversata, ancora, da Mef e dal ministro per i Beni Culturali, presenti con i loro rappresentanti in Aci. Hanno contestato conflitti di interesse, il  quarto mandato, e si sono alzati dal tavolo. Risultato? Sticchi Damiani è stato rieletto ugualmente. Cosa fare? E’ più facile impedire la prosecuzione a Zaia e De Luca che fermare lui. Per azzerare il suo quarto mandato è stata inserito al Dl Emergenza, adesso all’esame congiunta delle Commissioni Ambiente e Bilancio, un codicillo che recita: “Disposizioni urgenti necessarie a garantire lo svolgimento delle elezioni degli enti pubblici con natura di federazione sportiva”. Permette di adottare nuove elezioni (si adotta anche per Malagò, il Coni) altrimenti il governo può indicare un commissario. Sapete già cosa si dice? “Ma il commissario rischia di farlo Sticchi Damiani!”. Antonio Tajani non si capisce che posizione abbia, se non fare il pesce, anche perché sulle federazioni sportive si rischia di nuocere a un altro intramontabile, Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e presidente di Fin. FdI rivela: “Vedrete che per salvare Sticchi Damiani si finirà per emendare l’articolo 7”. I leghisti: “Parlano così perché vogliono Geronimo la Russa. Eh, no”. Si capirà a breve cosa accadrà, a febbraio, ma al momento resta solo lui, Sticchi Damiani, il pilota del quarto incarico, l’uomo capace di cambiare la matematica, proprio come Nuvolari, che,  cantava Dalla, “ha sempre un numero in più nel destino”.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio