Geografia dei nimby d'Italia
Dighe, rigassificatori, centrali nucleari, impianti eolici, idrici, di biometano. Tutto fermo in ossequio al menefreghismo spacciato per ambienalismo. Da nord a sud, una mappa dei no che zavorrano il paese
Il no del Consiglio regionale della Liguria contro la nave rigassificatrice Italis rende evidente ancora una volta due aspetti nascosti nei meccanismi nimby (sigla di not in my backyard, non nel mio cortile), cioè l’opposizione misoneista alla realizzazione di impianti e istallazioni. Il primo dei due aspetti nascosti è che alla base della sindrome nimby, dietro al no tav, al no triv, al no biometano, no diga, no centrale, c’è il dispetto per gli altri. Fatele da un’altra parte; e chissene degli altri, tanto peggio per loro. Per esempio, la nave rigassificatrice della Snam sta lavorando a Piombino, Livorno; l’accordo è che rimanga lì ancora un paio d’anni e poi venga spostata e ormeggiata a Vado Ligure, Savona; i consiglieri regionali liguri hanno votato no, e il non detto è che la nave rimanga dov’è, chissene dei toscani e tanto peggio per loro. Così vale anche per i no triv contro l’estrazione del metano dai giacimenti nazionali vale e per tutti gli altri nimbismi del chissene tanto peggio per loro. Per nascondere il chisenefottismo, i nimbisti adducono giustificazioni, difendiamo l’ambiente (nostro), ben altra è la soluzione (sempre inapplicabile e costosissima), l’etica del profitto (altrui), la speculazione (altrui), sarà devastato il nostro territorio votato al turismo culturale e l’agricoltura di qualità, non è questo il modello di sviluppo che noi vogliamo. Contro il nimbismo non valgono le spiegazioni razionali, non serve dimostrare che la nave rigassificatrice è brutta da vedere ma non è un rischio; verificare che i pozzi di metano nelle campagne della pianura padana sono invisibili e procurano un danno ambientale di gran lunga minore rispetto ai pozzi perforati in Africa; che le soluzioni alternative sono peggiori per l’ambiente e costano una schioppettata in più a carico di tutti gli altri cittadini. Chissene, tanto peggio per loro.
Un aspetto importante emerge dal misoneismo nimby: l’ipocrisia di alcuni partiti politici e di alcune organizzazioni ecologiste che – lo vedremo anche nel censimento che segue – a Roma agitano il dito indice per ammonire che si facciano gli impianti e per protestare contro le lobby che si oppongono alla transizione rinnovabile, ma poi i circoli locali alzano il dito medio per bloccare quegli stessi impianti.
Ecco, allineati in disordine, alcuni casi di queste settimane.
Vercelli: no di Legambiente all’idroelettrico. A Rassa in Valsesia non si farà la centrale idroelettrica grazie al ricorso in Cassazione vinto dalla Legambiente del Vercellese e della Valsesia e dalla sua presidente Enrica Busti, le quali “ringraziano tutti quei cittadini e quelle associazioni che si sono impegnati per fare sì che Rassa rimanga la Rassa splendida e naturale che abbiamo oggi”.
Ferrara: come se fosse antani. A Villanova il comitato Rete Giustizia Climatica e il coordinamento provinciale No gas No biometano: “Ben altra è la soluzione: impianti di piccole dimensioni, alimentati da matrici corrette, che non producano né biometano né digestato, ma compost, e che si riferiscano a una logica di prossimità territoriale riuscendo a superare le criticità relative all’inquinamento”.
Bologna: il Pd contro l’eolico. I ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno bocciato una centrale eolica tra Castel del Rio, Casalfiumanese, Monterenzio e Castel San Pietro Terme. Per Anna Pariani del Pd di Imola e per Beatrice Poli sindaca di Casalfiumanese bisogna “tutelare turismo, paesaggio, natura, agricoltura e scongiurare rischi di dissesto idrogeologico” e ben altre le soluzioni: “In mare aperto al largo di Ravenna”.
Macerata: scriverò a re Carlo. Per protesta contro un impianto dell’Enel a Macerata, frazione Villa Potenza località Rotacupa, il cittadino Mauro Marconi scriverà un appello al re d’Inghilterra. “Le chiedo se può intercedere con le autorità locali”.
Pordenone: divisi i Cinque Stelle. L’impianto agrivoltaico tra San Quirino e Montereale Valcellina divide i Cinque Stelle friulani. I consiglieri regionali Maria Pompea Rosaria Capozzi e Furio Honsell contestano il progetto. A Pordenone Luca Sut e il coordinatore provinciale Mauro Capozzella attaccano Capozzi e appoggiano il progetto: “E’ possibile coniugare ambiente e tecnologia. Sono strutture indispensabili”.
Isernia: Legambiente contro la diga. Secondo i nimby, la diga progettata dall’Enel “punta, sostanzialmente, al saccheggio”. Il presidente della Legambiente Molise, Andrea De Marco, aggiunge: “Legambiente vuole mettere al centro il tema delle energie rinnovabili fatte bene. Il progetto Pizzone II non è fatto bene”.
Salerno: no ai tubi del gas. No all’arrivo del metano a Roscigno. Il sindaco Pino Palmieri: “Ha senso destinare milioni di euro a infrastrutture legate al metano, una fonte fossile che rischia di diventare obsoleta in pochi decenni, quando l’obiettivo primario dovrebbe essere la transizione verso energie rinnovabili?”.
Ferrara: Pd contro il biometano. Il consigliere comunale Massimo Buriani, capogruppo del Pd, auspica che il Consiglio comunale si esprima unitariamente con un parere negativo contro il progetto di produrre biometano a Gaibanella, frazione di Ferrara.
Matera: Fratelli d’Italia contro il biometano. Il no a ricavare metano dai rifiuti organici nell’impianto rifiuti della Martella a Matera per il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia “rappresenta la vittoria netta, secca e determinata di una comunità, in realtà sulla questione già più volte nel tempo tradita e stuzzicata”.
Belluno: Legambiente contro l’idroelettrico. I circoli della Legambiente, l’associazione EQuiStiamo e il Comitato per le Risorgive di Bressanvido sono tra i promotori della protesta contro la diga sul torrente Vanoi, affluente del fiume Brenta.
Ascoli: no allo stoccaggio. L’associazione Ambiente e Salute nel Piceno ha organizzato l’evento “No allo stoccaggio del gas” contro il progetto della Gas Plus a San Benedetto del Tronto in zona Agraria.
Salerno: no al trattamento rifiuti. La Regione Campania ha autorizzato il progetto della Buoneco per un impianto di trattamento rifiuti a Buccino. Dice il presidente della commissione Aree interne, Michele Cammarano: “Un impatto devastante su un territorio ricco di biodiversità e tradizioni agroalimentari”.
Cagliari: speculazione rinnovabile. I ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno respinto il progetto della Diomede per una centrale fotovoltaica a Uta. Il Gruppo d’intervento giuridico ha espresso soddisfazione: “E’ un progetto fuori luogo e inutile per la collettività” e “un tipico caso di speculazione energetica”.
Cagliari: sì alle rinnovabili. Fridays for Future dice no al metano e sì alle rinnovabili: “La Sardegna ha bisogno di un piano energetico davvero sostenibile, basato sulle energie rinnovabili”.
Catanzaro: no all’eolico in mare. Italia Nostra è soddisfatta per la frenata del ministero dell’Ambiente a una centrale eolica in mare di fronte alle coste del golfo di Squillace. “La befana ha fatto un bel regalo a Catanzaro e alla Calabria”, dice Elena Bova, presidente di Italia Nostra Catanzaro.
Imperia: no alla diga. Assemblee e proteste dei comitati a Badalucco per dire un forte “No!” alla diga Enel che potrebbe essere attivata a Glori. Dicono fra l’altro che “lo sbarramento delle acque condurrebbe a uno sconvolgimento dell’ecosistema, snaturando un ambiente che è tra i più belli e attraenti delle nostre zone”.
Pisa: bene comune. Corteo di protesta in centro a Pontedera per la difesa dell’ambiente e della salute, del territorio e degli ecosistemi dall’inquinamento, dall’espropriazione e dalla svendita del bene comune; promotori Zero Waste Italy, No Valdera Avvelenata, Tat Montefoscoli, Assemblea permanente no Keu, No Base. La consigliera comunale di Pontedera, Denise Ciampi: “Sono un’attivista di No Valdera Avvelenata”.
Brescia: no all’idroelettrico. Il Comune di Sabbio e molti cittadini sono contro una centrale idroelettrica sul fiume Chiese. “Contro le speculazioni a danno dell’ambiente”.
Chieti: vocazione biodistretto. Il comune di San Martino sulla Marrucina ha deliberato una ferma opposizione contro il progetto della Gas Plus Storage per riutilizzare come stoccaggio di gas un giacimento vuoto di metano. Un’idea “deleteria per l’equilibrio ecologico ambientale di un territorio caratterizzato da una naturale vocazione al biologico, recentemente inserito nel biodistretto Le Verdi Valli Teatine”.
Pesaro: no alla liquefazione del metano. Il progetto della Fox Petroli per un impianto per liquefare 400 tonnellate al giorno di metano a Pesaro è stato approvato dal ministero dell’Ambiente. L’associazione Campagna per il clima fuori dal fossile: “Chiediamo di fermare immediatamente questa follia”.
Frosinone: contro il biometano. A Cassino nella frazione Cerro tra il casello autostradale e la zona industriale potrebbe nascere un impianto di biometano ma il sindaco Enzo Salera afferma che “il comune di Cassino, perlomeno da quando sono io sindaco, non ha mai rilasciato autorizzazioni”.
Lecce: no all’opificio. A Soleto e Galatina consiglieri comunali in subbuglio per il progetto di un impianto di biometano della Forenergy: “L’impatto di cumulo di tali opifici sulla salute dei cittadini potrebbe considerarsi preoccupante”.
Pisa: sì biogas, no biometano. Nel circolo Arci della frazione San Donato a Santa Maria al Monte si è svolta un’assemblea contro il progetto dell’Agripower (A2A) che vuole aggiornare l’impianto di biogas: invece di continuare a bruciare il gas in un generatore di elettricità vuole immettere il biometano nei tubi del metano. La sindaca Manuela Del Grande: “Come ci siamo opposti a suo tempo, ci opponiamo ancora”.
Pistoia: no all’idroelettrico. Continuano le proteste contro la centrale idroelettrica sul torrente Pescia, nel comune di Pescia. L’opposizione al progetto è avanzata anche da Italia Nostra Firenze.
Grosseto: le invasioni barbariche. Il sindaco di Manciano, Mirco Morini, definisce “un’invasione barbarica” un impianto agrivoltaico a Montauto. Il sindaco è d’accordo con la transizione ecologica ma dice che ben altra è la soluzione e i mega-impianti non rappresentano una soluzione sostenibile.
Salerno: abbasso il metano bio. Dopo un centro per immigrati e un impianto di riciclo dei rifiuti organici, ora i cittadini di Ogliastro Cilento contestano a Cicerale un impianto che produrrebbe biometano facendo fermentare il letame degli allevamenti, letame che oggi viene disseminato in giro.
Matera: no ai rifiuti radioattivi. “Abbiamo messo in campo in maniera sinergica tutte le energie tecnico-scientifiche per scongiurare l’individuazione del sito in Basilicata”, spiega l’assessore regionale all’Ambiente Laura Mongiello.
Roma: salviamo il gheppio. Il Tar del Lazio ha bocciato il progetto del parco eolico proposto da Opr Wind a Vivaro Romano, sui monti tra Lazio e Abruzzo. Contrari al progetto la regione Lazio, i comuni della zona, Italia Nostra, Rewilding Apennines e Altura: è “una zona di alimentazione e transito abituale per l’aquila reale, il biancone, il grifone e altri rapaci quali il falco pecchiaiolo, la poiana e il gheppio”.
Ferrara: contro il metano non fossile. A Fondoreno nelle campagne di Porotto proteste contro il progetto di costruire in via Catena un impianto di biometano, combustibile non fossile e rinnovabile. Ci sarebbero camion e “l’impatto ambientale, sulla salute pubblica e sulla circolazione stradale sarebbe devastante”.
Pisa: no amianto. A Chianni alcuni imballaggi e teli della discarica della Grillaia sarebbero rotti e il coordinamento No Valdera Avvelenata dice che il vento spargerà la polvere di amianto.
Alessandria: no scorie. A Castellazzo Bormida molti contestano la possibilità che nei comuni vicini possa essere realizzato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. “Oltre al danno alla salute e all’ambiente bisogna valutare anche il deprezzamento di tutte le abitazioni”. A Bosco Marengo, Tortona e Trino Vercellese ci sono altri depositi di rifiuti radioattivi.
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