Il cavallo di Viale Mazzini - foto Ansa

Il racconto

Rai amianto: chiude Viale Mazzini, lavoratori in smart working. Anche le polveri sono lottizzate

Carmelo Caruso

L'allagamento a dicembre, i rilevamenti dell'Asl e la decisione di chiudere a scopo precauzionale il palazzo. Il vecchio responsabile amianto è andato in pensione e per il nuovo si aspetta la partita delle nomine

Un nuovo canale da aprire è Rai Atlantide, Rai annegata, le meraviglie di uno sfascio. Dal 17 dicembre il primo piano di Viale Mazzini è allagato, submarine. Da ieri, con decisione straordinaria del cda Rai, viene chiuso il palazzo, per fughe di amianto, e si lavora in smart working. Il responsabile amianto Rai chi è? Anche questo è lottizzato e verrà nominato più avanti, quando i partiti troveranno un’intesa sulle nomine.  Il “pattume” (definizione di Marina Berlusconi) di Report cosa volete che sia rispetto a Rai fango vero?


Era dicembre e davvero si era scherzato per questa “Rai bambinello”, “Rai, al freddo e al gelo”, per questa Rai con gli stivali, che all’inizio faceva sorridere, “ops, l’acqua è entrata nel vano ascensore”, per i video che i dipendenti caricavano sul profilo social “Cinguetterai” e che commentavano: “Mò pure le piaghe bibliche”. Mai, almeno fino a ieri, si sarebbe pensato che fosse necessario procedere a un cda straordinario, convocato dall’ad Rai, Giampaolo Rossi, e che questa televisione maltrattata sarebbe finita, ancora, sul lettino dei sindacati, dei Nas dell’Asl Roma 1 che, si legge, sindacalese purissimo, “ha provveduto a effettuare campionamenti dell’aria interna agli ambienti, anche con metodi aggressivi, vedi spazzolamento della moquette”. Il 17 dicembre, le piogge avevano allegato la sala Zavoli, il primo piano di Viale Mazzini, compromettendo il sistema di riscaldamento, e anche allora si è creduto, erroneamente, che questa televisione, questo palazzo vecchio, e marcio, del 1957, ce l’avrebbe fatta. Si è proceduto a transennare l’area, a spostare l’ingresso da via Pasubio e come sempre accade in Rai, la sciagura si era rivelata l’occasione per sperimentare l’autonomia da capetto, per energizzare il sindacato sul grande tema “salute Rai”. La direzione di Rai Play aveva già disposto lo smart working, le altre direzioni rimanevano al loro posto, il settimo piano era salvo, aperto, perché i “vertici non mollano”. I sindacalisti della Fistel Cisl Lazio hanno cominciato a chiedere lo smart working “5 giorni su cinque per tutti i lavoratori”, mentre la Slc Cgil, che non è da meno, comunicava agli iscritti “che riguardo le conseguenze del guasto dell’impianto di adduzione dell’acqua il problema è costituito dalla fibre di amianto che rivestono il solaio tra il primo e il secondo piano che sono state trasportate in basso”. La Rai si trasferirà prossimamente, in via Cristoforo Colombo, per effettuare i lavori necessari, per eliminare l’amianto contenuto nel palazzo di viale Mazzini. Sul serio sarebbe troppo caricare sulle spalle di Rossi pure questa colpa, ma un’altra, a FdI, il partito di Meloni, andrebbe senza dubbio caricata: era più utile lamentarsi, per anni, dell’egemonia Rai o era meglio forse inseguire i vecchi ad Rai, di sinistra, i tecnici, che in sessantacinque anni non hanno mai varato un piano immobiliare dignitoso, trasferito per tempo la sede lontano da viale Mazzini? E’ passato quasi un mese dall’allagamento e sono continuate le visite dell’Asl, del dipartimento della prevenzione, con tanto di bollettini, comunicati sindacali. Da allora è stato impossibile ripristinare i locali Rai, ed è pure emerso “il superamento del livello di fibre definito dalla norma”. Chi vuole raccontare il fallimento culturale di questa televisione dovrebbe riprendere questi preziosi dispacci medicali. I sindacati fanno sapere che “il 7 gennaio l’Asl ha iniziato delle nuove campagne di verifiche”, il 10 gennaio “alla presenza della Rls la Asl ha comunicato il superamento dei livelli e la completa compartimentazione di tali ambienti”. In Rai c’è tutto tranne la televisione. I dipendenti si sono giustamente chiesti, ma chi è il responsabile amianto Rai? Si sono sentiti rispondere che l’incaricato, fino a pochi mesi fa, era Carlo Mancini, andato in pensione, e che anche questa carica sarà presto “valutata a chi assegnare”. Significa che pure questa carica fa parte della lottizzazione, quella spartizione sospesa in attesa che la Commissione di Vigilanza elegga presidente Rai, Simona Agnes, la candidata di Forza Italia, candidata che il M5s non vuole votare. La sede naturale per parlare del piano immobiliare, dell’amianto Rai, delle decisioni dell’ad, Rossi, sarebbe la Vigilanza,  ma la maggioranza ha deciso di sabotarla fino a quando la minoranza non deciderà “spontaneamente” di votare Agnes. Sempre per decisione dell’ad Rai, da ieri, il piano di trasferimento da viale Mazzini, accelera, ma che senso ha scrivere, come la Rai scrive, che “l’azienda ha deciso di procedere alla ricognizioni di tutti gli spazi disponibili presso gli altri insediamenti aziendali”? Se è possibile effettuare una ricognizione, significa che la Rai poteva allora evitare di affittare l’edificio dove sta per trasferirsi. Il capogruppo di FI, Barelli, il più sobrio di FI, alla Camera, dice: “Se l’opposizione non ce vota Agnes, allora noi volemo il dg Rai”. Annegano nel “pattume”, respirano l’amianto, ma l’urgenza è una: “Che ce pijamo?”.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio