Giro giro Elly

Schlein lancia una mobilitazione del Pd al mese. Poi però il mese passa, e niente. Vacanza!

Salvatore Merlo

Ieri è stata la volta della scuola. Ma prima c'erano stati gli annunci sui tour nelle fabbriche abbandonate, negli ospedali e nelle aree interne. Grandi mobilitazioni annunciate, ma rimaste senza conseguenze

Siamo arrivati al punto che se ci chiedessero: “Che cosa desideri di più al mondo?”, noi risponderemmo senza esitazione: “Vedere Elly Schlein che, dopo averla annunciata,  fa qualcosa. Qualunque cosa”. O anche “una cosa qualunque”. Così ci ha ridotto la stessa segretaria del Pd a forza di annunciarci grandi mobilitazioni del suo partito. Tipo il grand tour dell’Italia depressa o quello delle aree interne o quello delle fabbriche abbandonate. Ella, cioè Elly, s’impegna infatti all’incirca in una grande battaglia al mese. Il che ha questo di insidioso: è un continuo annuncio, senza però conseguenze. Il massimo del movimento con il minimo dello spostamento. Ieri è toccato alla scuola, per dire. Conferenza stampa. Fanfare e trombette. Annuncio bellissimo. Ed è bello anche lo slogan: “Un paese che non crede nella scuola non crede nel suo futuro”. Brava bravissima. Tutti nelle scuole! Il  che  è un po’ come quando, a novembre, Schlein annunciava il suo presidio in tutti gli ospedali d’Italia: “Il Pd non resterà a guardare lo smantellamento della sanità pubblica”. Parole sante. Poi però venne il  Natale, santo anch’esso.  E dunque ella, cioè Elly, sparì per settimane inghiottita dalle ferie (e dal panettone). Sicché negli ospedali non s’è vista. Ecco. Appena un mese prima, a ottobre,   era invece  il tempo della mega battaglia sui paesini di montagna. Com’è andata a finire ve lo immaginate. E chi se lo ricorda più? A giugno infine c’era stata la promessa dell’estate militante. “Batteremo l’Italia ombrellone per ombrellone”. Alla fine fu l’estate in cui Schlein si prese la più lunga vacanza della storia della Repubblica e forse del regno. Letteralmente sparì, tanto che nel Pd telefonavano a “Chi l’ha visto”. 
   

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.