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A Ruffini gli applausi di Comunità democratica, e non solo. Ma di “federatori” non si parla
Da Castagnetti a Guerini, da Malpezzi a Boschi, pareri positivi sull'intervento dell'ex direttore dell'Agenzia delle entrate all'evento di Comunità democratica che si è tenuto a Milano. Ma il refrain è: si parte dalle idee, non dalle persone
Era l’intervento più atteso della giornata, quello dell’ex direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, visto da alcuni come il possibile “federatore” del centro del centrosinistra. E la platea di Comunità democratica, la componente cattolica del Pd che si è riunita oggi a Milano sotto il titolo “Creare legami, guarire la democrazia”, gli ha tributato applausi convinti.
Ruffini, nel suo discorso, ha detto che non si tratta di costruire nuovi partiti, o nuove aree all'interno di partiti, ma di coinvolgere nuovi elettori. Sì è però anche domandato dove sia la proposta politica della sinistra, quale sia “l’offerta realmente competitiva che offre la sinistra”. Anche gli esponenti politici che abbiamo fermato ai nostri microfoni, a margine della manifestazione, hanno mostrato apprezzamento per l’intervento di Ruffini. “Beh, è una bella immagine di promozione di una piattaforma, che non è nuova, è la nostra storia”, afferma Mariapia Garavaglia, a capo del Ministero della Sanità dal ‘93 al ‘94, e oggi presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.
Per Simona Malpezzi, senatrice del Partito democratico, “è stato un bellissimo intervento, ha spiegato tante cose, anche la necessità di aumentare l’impegno collettivo in un grande gioco di squadra”. Da parte sua, l’ex parlamentare del Pd, Emanuele Fiano, condivide l’obiettivo espresso da Ruffini di diminuire il tasso di astensionismo.
“Ruffini ha confermato di essere una persona profonda, intelligente con un senso anche della comunità”, ci dice Silvia Costa, europarlamentare fino al 2019. “Almeno si è fatto chiarezza - esclama Pierluigi Castagnetti, insieme a Graziano Delrio uno dei principali motori dell’evento odierno -. Penso sia confermato che Ruffini è una persona seria, che è un talento e mi auguro che questo talento abbia la possibilità di esprimersi”. “Può essere lui il federatore del centro del centrosinistra?’, gli chiediamo. “Ogni cosa a suo tempo - replica Castagnetti -. Si torna a votare fra tre anni, adesso occupiamoci di ricostruire un tessuto di persone che hanno voglia di misurarsi con le sfide della situazione”.
Lorenzo Guerini, deputato Pd e presidente Copasir, è arrivato a discorso concluso, ma ha letto le agenzie che lo riportano e “è stato un buon discorso”, ci dice. “Ha dato un contributo importante nella necessità di richiamare all’impegno e alla testimonianza parte importante della cultura politica italiana e in particolare modo quella del cattolicesimo democratico”.
Vede “tanti spunti interessanti”, nel discorso di Ruffini, Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera, in vista di un lavoro di costruzione dell'alternativa all’attuale maggioranza di governo. “Ruffini è stato molto chiaro anche nel dire che non si parte dal nome, dal federatore, dalle singole personalità, ma dalla proposta, dalle idee, dai contenuti”.
“Oggi è l’inizio di un percorso”, ha affermato ai cronisti Graziano Delrio, tra gli esponenti principali di Comunità democratica, “non l’inizio di un partito, l’inizio di un percorso di sempre maggiore connessione coi mondi che esistono per fortuna nella nostra società e che meritano di essere ascoltati”. Prima dell’intervento di Ruffini, si era soffermato con i giornalisti anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che preferirebbe non sentir parlare dell’idea di “federatori”. “Perché non so se questo è il problema… Il problema è parlare oggi a mondi che sentiamo lontani”. Però, ha continuato, “Ruffini è molto bravo, è molto esperto; nasce, e questo può essere di grande utilità, in un contesto familiare profondamente politico”. E spiega: “A volte appaiono sullo scenario politico persone che magari non hanno storia e che possono essere tacciati di opportunismo. Non è così per Ruffini, perché ha sempre manifestato, tramite la sua famiglia, tramite la sua storia, un impegno per il nostro Paese molto significativo”.
Ruffini è stato per tutta la mattinata inutilmente rincorso dai reporter a caccia di una dichiarazione “a margine”. Nemmeno un “no comment”, alle domande dei giornalisti, da parte sua.
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