La sentenza
La Consulta boccia il referendum sull'autonomia: "Quesito poco chiaro". Ammessi tutti gli altri
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum sul ddl Calderoli perché "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari". Passano invece i quesiti per cittadinanza e Jobs Act. Esultano Magi e Zaia, per motivi diversi
"L'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari". È con questa motivazione che la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo per la legge sull'autonomia differenziata. La sentenza è arrivata nella serata di oggi, 20 gennaio, dopo una lunga riunione della camera di consiglio al palazzo della Consulta.
Nel comunicato stampa pubblicato dalla Corte si legge che, per come formulato, il quesito referendario "pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore. Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione". Nello specifico – si legge – l'elettore si troverebbe davanti una domanda che nei fatti è "una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione" e questo "non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale".
Nella stessa riunione i giudici hanno valutato ammissibili altri cinque quesiti referendari su cittadinanza, Jobs act, l'indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale del committente negli appalti. "Le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario", si legge nel comunicato.
Alla notizia dell'inammissibilità del referendum sull'autonomia esulta la Lega, e, primo fra tutti, il presidente del Veneto Luca Zaia. "Ora... avanti tutta", scrive sui social. "Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell'autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di unità nazionale – continua –, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà". Il ddl del ministro per le Autonomie Roberto Calderoli resta uno dei cavalli di battaglia del partito di Matteo Salvini e un "sì" da parte della Consulta avrebbe rappresentato un ostacolo non indifferente alla sua realizzazione.
Più cauta nei festeggiamenti è Forza Italia, che spesso ha avanzato qualche critica nei confronti del ddl sostenuto dalla maggioranza. "Assolutamente logica la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sulle autonomie. Avendo la Corte indicato dei punti da correggere della legge, cosa che faremo in Parlamento, sarebbe stato del tutto illogico sottoporre al referendum un testo che prima deve essere corretto. Pertanto, andiamo avanti con il nostro lavoro di riforme", ha detto il responsabile degli enti locali Maurizio Gasparri. Migliorabile, quindi.
Soddisfazione dalle parti di +Europa, che insieme ad altre associazioni ha promosso il referendum sulla cittadinanza. "Ringrazio tutti, dal primo all'ultimo. Ora inizia la vera campagna referendaria. Chiedo a Meloni di invitare i cittadini a votare, non nascondiamoci dietro al quorum", ha dichiarato il segretario Riccardo Magi festeggiando fuori da Montecitorio. "Ovviamente sarà più difficile raggiungere il quorum", ha aggiunto commentando la bocciatura del quesito sull'autonomia.
La bocciatura del referendum sull'autonomia è stata commentata da tutte le forze di opposizione. "Rispettiamo quanto statuito dalla Consulta. Quella del governo è una vittoria di Pirro: la Corte ha già demolito la legge Calderoli, che così come era scritta è inattuabile. Qualunque modifica dovrà quindi passare dal Parlamento. E lì ci troveranno pronti, senza sconti o passi indietro", ha detto l'esponente di Italia Viva Maria Elena Boschi.
Il Partito democratico, in una nota, è sulla stessa lunghezza d'onda: "L'autonomia differenziata è probabilmente la peggiore legge di questa legislatura ed era nei fatti già stata demolita dalla Corte per vari motivi. Il Pd continuerà a battersi in Parlamento valorizzando gli argomenti e la straordinaria mobilitazione di questi mesi grazie alla quale sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in pochissimo tempo. Calderoli e i presidenti di regione del nord che hanno sottoscritto le intese si arrendano, la loro secessione mascherata non si realizzerà mai".
"È importante sottolineare che questa stessa legge era già stata demolita dalla Consulta, che ne aveva evidenziato le caratteristiche antidemocratiche e i rischi per la coesione del nostro paese", hanno scritto in una nota i due leader dell'Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. "Ribadiamo quanto sosteniamo da tempo: l'autonomia differenziata rappresenta un attacco pericoloso all'unità nazionale e alle fondamenta democratiche della Repubblica".
Ora, con quest'ultimo tassello, manca solo capire quale sarà la data per le votazioni e se tutti e cinque i quesiti verranno votati in uno stesso giorno, un grande "election day", o saranno divisi. La forbice di tempo è una domenica tra il prossimo aprile e il prossimo giugno.