Dibattito "extra Pd"

Dopo i cattolici, ecco il convegno del riformista Gori. Dialogo con le imprese per l'agenda anti Schlein

Gianluca De Rosa

Se nel partito non si discute più le minoranze si organizzano per proporre le loro idee fuori. A metà febbraio a Bergamo tocca all'ex sindaco ed europarlamentare dem. Ci saranno l'ad di Renault, il presidente di Confindustria e quello di Federacciai

Comunicazione lenta e scarna, presenza impalpabile, poco dibattito. Altro che centralismo democratico. Il centralismo comatoso di Elly Schlein ha fatto crescere il partito, ma ha ucciso la discussione interna. E alle correnti del Pd, si sa, puoi togliere tutto, forse persino un po’ di potere, ma il dibattito no. Per dirla con un gioco di parole, puoi levare il dibattito dal Pd, ma non puoi levare il Pd dal dibattito. È così se Schlein convoca di rado la direzione del partito – l’ultima risale al 28 novembre – i dirigenti si organizzano per discutere altrove. Nel fine settimana si sono svolti i due convegni organizzati dai cattolici a Milano e a Orvieto. Con ospiti d’eccezione: da una parte Romano Prodi e l’ex presidente dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, dall’altra l’ ex commissario europeo  Paolo Gentiloni. La prossima data da segnare  sul calendario sarà il 22 febbraio. A Bergamo l’ex sindaco ed europarlamentare del Pd Giorgio Gori, riformista in purezza, con l’aiuto del deputato e membro della segretaria dem Alessandro Alfieri, organizza una lunga giornata di discussione. Si parlerà di imprese e rilancio della competitività italiana. Temi non proprio sempre in cima all’agenda Schlein. “Sarà l’occasione per confrontarsi con aziende, sindacati e associazioni di categoria. Non per fare la lista delle cose che non vanno ma per proporre delle soluzioni pragmatiche”, spiegano dall’organizzazione. Ci saranno l’ad di Renault e presidente dell’Associazione dei costruttori europei di auto Luca de Meo , il presidente della Confindustria Emanuele Orsini e quello di Federacciai Antonio Gozzi.


Da gli eventi dei cattolici nel fine settimana sono arrivate due indicazioni. Uno: la segretaria ascolti di più le idee degli altri. Due: no, non c’è in cantiere nessun nuovo partito. Anche l’evento di Gori avrà lo stesso sapore. Proporre idee diverse, ma sempre dentro il corpaccione democratico. L’idea di una fuori uscita dal Pd di riformisti e cattolici per adesso arriva solo da chi dal partito è fuori da tempo. Nella sua ENews lo diceva Matteo Renzi con un commento che sembrava un invito: “Schlein  ha dato nuova linfa al Pd ma lo ha trasformato in un partito molto più di sinistra, il centro ha senso se è fuori dal Pd”. Della stessa idea di Renzi è anche il sindaco di Milano Beppe Sala che ieri, in un’intervista al Corriere, sosteneva: “Mi sembra che sia i cattolici sia i riformisti esprimano la volontà di contare di più in termini di idee. Rimango convinto che una nuova forza possa essere utile. Bisogna pensare come occupare uno spazio dove la domanda è forte, ma l'offerta è debole”. Per adesso però cattolici e riformisti si limitano a cercare spazi di dibattito fuori dal partito ma rimanendo dentro. A dicembre uno di questi eventi lo aveva organizzato Energia popolare, il correntone di Stefano Bonaccini che ha unito gli sconfitti al congresso. E però ormai quasi tutti dentro la minoranza dem guardano Bonaccini con un certo sospetto. “La situazione  – dicono - si regge sul ‘patto del tortellino’ tra Elly e Stefano, così hanno disarticolato il dibattito interno e indebolito le correnti”. Ma le cose si sa sono sfumate: Bonaccini infatti  è con Gori tra gli organizzatori dell’evento di Bergamo. 


Tra chi invece non parla, non organizza eventi, ma nel silenzio si muove, c’è il più influente dei capi correnti, Dario Franceschini. Soprattutto tra gli amministratori locali Area Dem, la corrente dell’ex ministro della Cultura, ha cominciato una serrata campagna acquisti, soprattutto in centro Italia,  a danno di Base riformista, la corrente che fu di Matteo Renzi, oggi in parziale disarmo. 


Dal canto suo Schlein rimane in silenzio. Dal Nazareno fanno capire che i numeri del partito, in crescita a livello elettorale e nei sondaggi, la tengono salda al comando. La segretaria è convinta che i tanti convegni tematici organizzati principalmente al Nazareno su scuola, immigrazione e ambiente, siano vero dibattito ben più delle schermaglie interne.  Il prossimo appuntamento, organizzato dalla fondazione del Pd, guidata da Nicola Zingaretti, sarà mercoledì al Senato. Si parlerà di transizione ecologica e cambiamento climatico con un claim che è tutto un programma: “Chi si ferma è perduto”. E forse il motto vale anche per la segretaria e il suo approccio comatoso ma determinato alla guida della segreteria. Anche Gori è avvertito.

Di più su questi argomenti: