Il racconto

La "fiamma amica" di FdI contro Santanchè. La Russa: "Dimettiti, altrimenti". L'obiettivo è il presidente del Senato

Carmelo Caruso

Una campagna contro, la telefonata di La Russa che la spinge a lasciare, le indiscrezioni, la corsa interna per avere l'egemonia in Lombardia. La "passione" della ministra del Turismo

La bruciano con la fiamma amica, come a Salem, la città delle streghe, Santanchè, la scarlatta. Lo racconta lei, al suo gabinetto. Martedì sera ha ricevuto una telefonata da parte di Ignazio La Russa, dal tono drammatico. Il testo della conversazione riferito: “Vogliono il mio passo indietro, me lo ha detto Ignazio, altrimenti…”. Il non detto, ma lasciato intendere da Santanchè, è che se non dovesse farlo, viene pubblicato altro contro. E’ partita una campagna stampa, contro la ministra, ed è durissima. Palazzo Chigi lascia fare. Significa: avanti, potete scrivere che si dimette, potete scrivere che si cerca il suo sostituto. Al telefono di Santanchè risponde il segretario personale e dice: “La ministra lavora come sempre, è appena rientrata a Roma”. Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI, alla Camera, smentisce il passo indietro. L’hanno scaricata e l’hanno scaricata perché l’obiettivo è più alto: liberarsi di lei, ridimensionare La Russa, il vecchio zio di Gaber, “cuore troppo tenero e testa troppo dura”.


Nel pomeriggio un vertice convocato da Meloni a Chigi, con gli alleati, si trasforma in dimissioni imminenti della ministra del Turismo. Gli incontri dei capigruppo di FdI, Malan e Bignami, sono titoli dei siti: “Malan al posto di Santanchè”. I pranzi La Russa-Santanchè sarebbero ormai due: una mensa. Non la difende, con il cuore,  più nessuno di FdI e di peggio c’è che la pugnala il partito, il partito che ora le rimprovera la gestione del ministero, le leggerezze, la disinvoltura. Le vengono contestate le promesse, eventi che si sono rivelati mezzi fiaschi. Si parla di un appuntamento, un evento a due, lei e La Russa, saltato proprio perché la Russa non può più fare nulla. E’ sotto fiamma amica anche lui. Alla Camera, Gianluca Caramanna, di FdI, che sul serio, dice, non vuole prendere il suo posto, al nome di Malan quasi si rasserena, “basta che non sia io”. Da quando un ministro di FdI viene difeso con tanta forza da un leghista? Sta accadendo anche questo così come accade di tutto per il voto della Consulta, voto sconvocato, Consulta usata come fosse Rai Parlamento, offerta da Forza Italia al M5s, accade pure che Forza Italia pensi di eleggere giudice costituzionale Augusta Iannini, la moglie di Bruno Vespa, l’influencer Rai, l’Andrea Stroppa di Viale Mazzini. A difendere Santanchè, con forza, resta solo il leghista Claudio Durigon che pensa: “Non deve lasciare, si è innocenti fino al terzo grado di giudizio. Ricordate il caso Profumo, l’ex ad di Leonardo? Dirigeva la più importante partecipata sotto indagine, ed è stato confermato da Draghi. Venne poi assolto. Io resto garantista”. Sarebbe stato il sottosegretario Alfredo Mantovano, altro grande co-protagonista di giornata per il caso Almasri, il capo della Polizia libico arrestato e portato in patria con un Falcon, a rassicurare personalmente Santanchè, a dirle che non era vero niente, ma poi, martedì, è arrivata la telefonata di La Russa perché, gli ripetono a Chigi “parlaci tu, con Daniela, le sei amico”. Dicono che, ieri, la ministra fosse intrattabile e che confidandosi abbia detto: “Mi chiedono un passo indietro, me lo ha chiesto Ignazio altrimenti la campagna non si ferma”. Perché questa furia contro una ministra che, a dirla tutta, in Aula si è saputa difendere di gran lunga meglio dei suoi colleghi uomini? C’è di mezzo la Lombardia, il dominio, la vera regione che ha puntato FdI, ancora più del Veneto, e c’è l’insofferenza verso la corrente di La Russa-Fidanza-Mantovani, l’europarlamentare, ex Forza Italia, che insieme alla figlia sta scalando il partito a Milano, insieme all’altro assessore rampante, quel Marco Alparone, vicepresidente e assessore al Bilancio. In questi due anni e mezzo di governo si è sempre parlato degli uomini di Fazzolari, distaccati nei ministeri, ma poco della corrente La Russa-Santanchè Solo per citare l’ultimo caso: il capo di gabinetto del ministero della Cultura, Valentina Gemignani, è stata suggerita da La Russa a Fazzolari e Fazzolari ha detto che andava bene. In ogni ministero c’è qualche vecchio amico di Ignazio, il presidente del Senato che parla di burraco. Elly Schlein alla Camera, nota, e nota bene,  che “FdI non ha avuto il coraggio di manifestare l’opportunità di fare dimettere Santanchè o di difenderla in caso contrario”. FdI sta facendo i conti con lei o con la Russa? Anziché fare i congressi interni, anziché gestire un partito del trenta per cento, si servono dei fascicoli giudiziari. Avevano come riferimento il Twiga, ora hanno Salem, la città dei roghi.  

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio