(foto Ansa)

Il colloquio

Rizzetto (FdI): “Sul lavoro siamo noi a fare cose di sinistra. Dal Pd no alla proposta della Cisl pur di seguire Landini”

Luca Roberto

Il presidente della commissione Lavoro della Camera: "Il testo sulla rappresentanza dei lavoratori vuole dare finalmente attuazione alla Costituzione. Le obiezioni dell'opposizione? Mi auguro che non si scelga di strumentalizzare normali procedure dell’iter di esame pur di andare contro la maggioranza. Avrei preferito che su questo ci fosse unità sindacale"

Pensi che a volte mi dicono ‘ma queste sono idee di sinistra’. Eppure a me frega poco. Anzi, se posso fare qualcosa a favore del lavoro, dei lavoratori, delle aziende che creano posti di lavoro possono dirmi quello che vogliono. L’ostruzione del Pd? Oramai si fanno tracciare la linea da Landini”. Il presidente della commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto è molto soddisfatto che il ddl sulla rappresentanza dei lavoratori nelle aziende, nato su iniziativa della Cisl, stia per arrivare finalmente in Aula, dopo il lavoro che è stato fatto proprio nella sua commissione e in quella Finanze, sempre a Montecitorio. “Si tratta di un’iniziativa normativa volta alla costruzione di un nuovo modello economico-sociale, caratterizzato da maggiore equità e sostenibilità, e basato su principi di partecipazione e responsabilità collettiva, per dare finalmente attuazione all’articolo 46 della Costituzione”, spiega Rizzetto. Il ddl tra le altre cose prevede l’ingresso dei lavoratori nei Consigli di amministrazione e nei Consigli di sorveglianza, oltre che una partecipazione agli utili di impresa. “La valorizzazione della partecipazione dei lavoratori nei processi decisionali aziendali rappresenta un elemento chiave per riformare in profondità il sistema delle relazioni industriali, promuovendo la cooperazione e la ricerca di soluzioni condivise”, prosegue allora l’esponente di Fratelli d’Italia. “E’ un passaggio importante che richiede un impegno corale da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, sindacati, imprese e lavoratori. Un obbiettivo inseguito per anni e che un governo di centrodestra ha messo in pratica”.

 

Eppure l’opposizione, in particolare il Pd, ha già detto che non lo voterà perché, dopo alcuni emendamenti della maggioranza, sarebbe stato svuotato. “Non c’è stato alcuno ‘svuotamento’. Affermarlo significa fare un clamoroso errore”, risponde all’obiezione Rizzetto. “Emendare i progetti di legge in esame è un diritto delle forze politiche, tutte, e la modifica di alcune disposizioni intende solo migliorare il testo, nel pieno rispetto degli scopi dell’iniziativa normativa.  Ci sono tutte le condizioni per approvare questa legge in modo condiviso con le opposizioni: il testo base è quello per cui la Cisl ha raccolto oltre 400 mila firme, dovere del Parlamento è armonizzarlo. Abbiamo di fronte un traguardo importante, mi auguro che non si scelga di strumentalizzare normali procedure dell’iter di esame pur di andare contro la maggioranza. Poi se ci sarà qualcosa da aggiungere, lo faremo”, aggiunge il deputato appellandosi alle forze politiche di minoranza.

 

Fatto sta che l’ostruzione del Pd è anche frutto, forse, di una sponda offerta dal partito al segretario della Cigl Maurizio Landini, che la proposta della Cisl ha deciso di osteggiarla perché “aggira la contrattazione”. L’ennesima occasione persa dai dem per smarcarsi dall’agenda di Landini? “Avrei preferito che tutto il sindacato fosse unito sul punto ma il segretario Landini, non da solo, ha deciso da tempo di porsi come opposizione politica a questo governo senza entrare veramente nel merito delle questioni che si affrontano”, risponde Rizzetto. “Il percorso che stiamo facendo è palesemente a favore di un rafforzamento della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali. E soprattutto il testo sulla partecipazione converge su questo indirizzo. Ritengo quindi che Landini stia tentando di tracciare la linea politica del Pd, a quanto pare con pochi risultati: entrambe distanti da quella che è la realtà del nostro paese. Non riescono a spiegare perché al governo del paese non hanno fatto quanto invece noi stiamo portando avanti, e questa cosa li mette in seria difficoltà, soprattutto agli occhi di chi ancora crede loro”.

 

Questo sulla rappresentanza, che ieri è stata rivendicata anche da Tajani e da Forza Italia in un convegno alla Camera, non è l’unico fronte che vi divide dalle opposizioni sul lavoro. Alla proposta di salario minimo avete risposto con quella dell’equa retribuzione. Adesso portate avanti questa legge sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa, attesa da anni. Lo volete rivendicare: oramai è la destra, a partire da Fratelli d’Italia, il vero riferimento per la difesa dei diritti dei lavoratori? “Ripeto,  se posso fare qualcosa a favore del lavoro, dei lavoratori, delle aziende che creano posti di lavoro possono dirmi tutto quello che vogliono. Raggiungiamo un risultato partendo da destra. Sul tema dei salari, la nostra proposta dopo la Camera è oggi in discussione al Senato: alcuni potevano farlo quando erano al governo e non lo hanno fatto. Stiamo quindi intercettando quelli che sono i bisogni reali: stiamo vicini a lavoratori, operai, piccole imprese. Chi invece vede ancora le relazioni industriali come un conflitto perpetuo, di fatto danneggia gli interessi di tutti”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.