Matteo Salvini (foto LaPresse)

Salvini vola a Pechino

Giulia Pompili

A maggio il ministro delle Infrastrutture sarà a Pechino 

E così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture del governo Meloni, Matteo Salvini, è pronto a volare a Pechino, a maggio, per una missione che ha confermato l’altra sera a Jia Guide, ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia, durante la scintillante festa di Primavera (il Capodanno lunare) celebrata a Villa Miani. E’ almeno il terzo ricevimento dell’ambasciata cinese a Roma a cui Salvini partecipa in qualità di ospite d’onore, con tanto di discorso d’apertura in cui magnifica le infrastrutture cinesi e la capacità di proteggere “il made in China”.

 

Un bel cambiamento rispetto a cinque anni fa, il 2 luglio del 2020, quando lo stesso Salvini organizzò un sit-in davanti all’ambasciata cinese per protestare contro “le violazioni dei diritti umani a Hong Kong”. Poi, un anno dopo, c’era stato un incontro con l’ambasciatore cinese e un cambio di direzione politica mai davvero spiegato agli elettori. Un po’ come quando Beppe Grillo, da fervente accusatore di Pechino divenne un grande sostenitore della Cina e della Via della seta. Dal giorno alla notte.  C’è un filo sottile però che in tutta Europa sta iniziando a unire l’estrema destra al Partito comunista cinese: finita la sbornia degli antisistema, la leadership cinese ha iniziato a corteggiare i partiti europei più di destra, non a caso già filoputiniani. Basti pensare ai recenti arresti per spionaggio a favore della Cina nel giro dell’Afd in Germania.

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