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I grattacapi di maggioranza e opposizione

Sul criterio della rappresentanza sindacale l'opposizione battibecca (a causa di Sumahoro). I partiti di governo invece non hanno una posizione comune sul rapporto Draghi

Sumahoro cavallo di Troia della maggioranza sul criterio della rappresentanza sindacale – Nel corso dell’esame in commissione lavoro alla Camera della proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori al capitale delle imprese, perorata dalla Cisl, si è consumato uno scontro tra Sumahoro e il resto delle opposizioni sul tema della rappresentanza sindacale. Nell’articolo 2 del provvedimento che reca le definizioni dei termini utilizzati nel testo, nel definire i contratti collettivi si faceva riferimento alle associazioni sindacali “comparativamente più rappresentative” a livello nazionale. Sumahoro ha presentato a questa definizione un emendamento che sostituiva il criterio del “comparativamente più rappresentativo” con quello del “maggiormente rappresentativo”. Come noto la prima definizione è quella cara alle principali organizzazioni sindacali confederali, la seconda ai sindacati più piccoli. La maggioranza ha riformulato l’emendamento Sumahoro proponendo l’inserimento nella definizione di entrambe le definizioni. A fronte del parere favorevole il Pd, con Scotto e la Guerra (nella seduta della commissione del 22 gennaio), e AVS, con Mari, hanno invitato più volte Sumahoro a ritirare l’emendamento, sia perché ostili da sempre alla modifica del criterio base della rappresentanza sindacale, sia perché prevederli entrambe come previsto dalla riformulazione crea una sorta di pastrocchio giuridico. Sumahoro non ha ritirato l’emendamento che è stato approvato.
    


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Maggioranza senza posizione comune sul rapporto Draghi – Da diverso tempo sono calendarizzate in aula alla Camera una serie di mozioni delle opposizioni che riguardano “il rilancio della competitività europea alla luce del rapporto Draghi”. Un dato che fino ad oggi è passato sotto silenzio è l’assenza di una mozione di maggioranza su un tema così rilevante. La mozione non c’è stata fino ad ora e non ci sarà perché su questo la maggioranza non ha una posizione comune da opporre alle opposizioni. E’ stata la Lega (Bagnai) a chiedere/imporre che la maggioranza non abbinasse un suo testo. Queste mozioni, quando saranno discusse, forse nella prossima settimana, saranno il primo vero impegno parlamentare del neoministro per gli affari europei Foti. Non un esordio esaltante visto che la “sua maggioranza” si presenterà senza una posizione, esponendolo probabilmente alle critiche dell’opposizione.

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