passeggiate romane
Tutti gli spettri che Franceschini ha agitato nel Pd di Schlein
In questa atmosfera in cui si immaginano complotti e si ipotizzano disegni per destabilizzare la dirigenza dem, c’è chi teme che la proposta del senatore ed ex ministro della Cultura sia propedeutica a una presidenza del Consiglio Gentiloni, in caso di vittoria alle prossime elezioni. Un nome a cui sarebbe arduo dire di no
Raccontano che al Nazareno tutti i colonnelli di Elly Schlein, segretaria del Partito democratico inclusa, siano affetti da una sorta di sindrome del bunker. Prima le critiche di Romano Prodi, poi l’iniziativa di un pezzo del Pd con Ernesto Maria Ruffini e quella in contemporanea dei riformisti dem con Paolo Gentiloni, infine l’intervista di Dario Franceschini a Repubblica… sono tutti elementi che hanno mandato in tilt il gruppo dirigente del partito. Dicono che la segretaria addirittura abbia dato l’ordine ai suoi fedelissimi di non rispondere alla proposta dell’ex ministro del governo Conte. “Nessuno dica niente, noi continuiamo a occuparci dei fatti concreti” è stata la linea del Nazareno. Una deroga è stata fatta solo per Marco Furfaro che ha parlato con Repubblica, visto che l’intervista di Franceschini era uscita su quel giornale. E anche il presidente del partito Stefano Bonaccini ha evitato, almeno finora, di parlare della proposta di marciare disuniti per colpire compatti.
Nonostante Franceschini abbia spiegato a più di un interlocutore che la sua proposta non era diretta contro la segretaria ma anzi era un tentativo di darle una mano per uscire dalla paralisi in cui sembra versare il centrosinistra, diviso su molti temi, il clima dei sospetti ormai vige al Nazareno. Tanto che qualcuno ha ipotizzato addirittura che Dario Franceschini, che non ha anticipato la sua uscita su Repubblica a Schlein, lo abbia invece fatto con il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. Infatti, in questa atmosfera in cui si immaginano complotti e si ipotizzano disegni per destabilizzare la dirigenza del partito, c’è chi teme che la proposta di Franceschini sia propedeutica a una presidenza del Consiglio Gentiloni, in caso di vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni politiche.
I fedelissimi della leader non vedono invece Ernesto Maria Ruffini come un possibile competitor di Schlein (il Pd potrebbe benissimo rifiutare una sua candidatura a guida del paese) temono invece Gentiloni. In una situazione in cui gli accordi, come prevede la proposta di Franceschini, vengono fatti in Parlamento potrebbe uscire il nome dell’ex commissario Ue e di fronte a un’ipotesi di questo tipo per il Pd sarebbe arduo dire di no a un protagonista fondamentale della sua storia.