La decisione
Santanchè, il processo per la presunta truffa all'Inps resta a Milano
Lo ha stabilito la Cassazione, accogliendo la richiesta del procuratore generale. Prossima udienza a marzo. I legali della ministra avevano invece sollecitato il trasferimento a Roma. La mozione di sfiducia presentata dal M5s arriva alla Camera il 10 febbraio
Il processo per la presunta truffa aggravata all'Inps, legata alla cassa Covid, che vede tra gli altri imputata la ministra per il Turismo Daniela Santanchè, rimarrà a Milano. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, dopo una lunga camera di consiglio. I giudici hanno accolto la richiesta del Procuratore generale che ieri aveva chiesto che gli atti del procedimento restassero a Milano.
Il legale della ministra, l'avvocato Nicolò Pelanda, aveva invece sollecitato il trasferimento del procedimento a Roma, circostanza che avrebbe allungato i tempi del processo, in quanto l'iter avrebbe dovuto ripartire da zero.
La Cassazione ha invece confermato la competenza territoriale nel capoluogo lombardo. La prossima udienza quindi, è prevista davanti al Gup il 26 marzo. Il 3 maggio dello scorso anno, la Procura di Milano aveva chiesto il rinvio a giudizio per Santanchè, Kunz e Paolo Giuseppe Concordia. La stessa Santanchè ha affermato negli scorsi che un eventuale rinvio a giudizio per il caso della presunta truffa all'Inps potrebbe avere ricadute politiche, dicendosi in questo caso pronta anche alle dimissioni.
La ministra del Turismo, solo qualche giorno fa, è stata anche rinviata a giudizio per un'altra inchiesta: quella che riguarda le false comunicazioni di Visibilia. Infine Santanchè rischia di essere coinvolta in una terza vicenda processuale, legata all'azienda Ki group.
Intanto continua il pressing delle opposizioni, che chiedono le dimissioni della ministra meloniana. Una nuova mozione di sfiducia, presentata dal M5s, arriverà alla Camera il 10 febbraio, mentre il voto dovrebbe tenersi il giorno successivo.
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