tensioni
Il M5s accusa Schlein di “plagio” (non senza motivo). Campo largo e ferri corti
La segretaria dem lancia l’idea di un “fondo europeo per l’automotive sul modello del fondo Sure” ma la proposta non va giù agli eurodeputati di Conte: “L’abbiamo avanzata noi al Parlamento europeo, e quando l’abbiamo fatto, gli europarlamentari del Pd ci hanno votato contro”
Bruxelles. Campo largo ma ferri corti. Al Parlamento europeo oggi va in scena lo scongelamento delle larghe intese M5s - Pd - Avs a un evento congiunto a supporto dello sciopero dei metalmeccanici, ma dietro i sorrisi e le strette di mano di circostanza il clima tra pentastellati e dem è pessimo. La manifestazione a sostegno di Cgil, Cisl e Uil del settore metalmeccanico, chimico ed energetico era pensata per essere l’occasione per rilanciare intese trasversali, e per questo il Nazareno aveva chiesto ai dem Antonio Misiani e Andrea Orlando di salire a Bruxelles per partecipare alla tavola rotonda a cui sono attesi, oltre ai sindacati, anche i pentastellati Carmela Auriemma e Mario Turco, il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e gli eurodeputati delle tre delegazioni. Biglietti Roma-Bruxelles prenotati da settimane, ben prima che un’incomprensione delle ultime ore intorbidisse le acque del campo largo.
“Elly ci plagia, e lo fa sapendo benissimo quello che fa”, hanno attaccato il Pd lunedì i pentastellati, irritati per l’exploit della segretaria dem che dalla passerella del vertice dei socialisti, ha deciso di lanciare l’idea di un “fondo europeo per l’automotive sul modello del fondo Sure”, lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza, lanciato dopo la pandemia. Una proposta che proprio non è andata giù agli eurodeputati di Conte, che hanno subito replicato: “Quella proposta l’abbiamo avanzata noi al Parlamento europeo, e quando l’abbiamo fatto, gli europarlamentari del Pd ci hanno votato contro”.
E i tabulati gli danno ragione: il 23 ottobre, infatti, la delegazione Pd si è opposta a un emendamento pentastellato che chiedeva proprio “l’istituzione di un meccanismo permanente Ue per fornire sostegno finanziario agli Stati membri, volto a preservare posti di lavoro e capacità nel settore automobilistico”, citando come esempio proprio il fondo Sure.
A rendere tutto ancora più interessante è l’analisi dell’opposizione dem alla proposta, che registrò cinque defezioni, arrivate sorprendentemente dagli eurodeputati tradizionalmente più lontani dalle intese con il Movimento di Giuseppe Conte: Bonaccini, Gori, Gualmini, Maran, Tinagli. Compattamente contrari all’idea del fondo Ue, invece, 14 eurodeputati Pd, tra cui tutto lo zoccolo duro degli schleiniani guidati dall’ex segretario Nicola Zingaretti. Sola astensione, Lucia Annunziata.
Passano tre mesi, dunque, ed è “contrordine compagni”: il fondo Ue per l’automotive diventa una proposta Pd, offerta alle telecamere dalla segretaria dem proprio dal quartiere generale dei socialisti europei.
Ma la giravolta di Schlein non piace ai 5 Stelle: “Siamo contenti che, a distanza di pochi mesi, il Pd abbia cambiato idea e sposi questa nostra proposta, come già successo parecchie altre volte con il salario minimo, il contrasto al Jobs Act e altre misure. Tuttavia, questo deve avvenire senza appropriarsene maldestramente, tacendo il cambio di rotta e i meriti altrui”, accusano dalla delegazione pentastellata.
Accuse che non passano inosservate agli eurodeputati Pd più vicini alla segreteria e che lavorano per ricucire i rapporti con il Movimento, che ieri hanno inviato, invano, messaggi conciliatori “pieni di emoticon e faccine tristi” per sostenere che fosse tutto un malinteso, raccontano da Bruxelles.
Ma la teoria del malinteso non convince gli uomini di Conte: “Il sospetto è che tutto questo sia mera tattica politica, finalizzata non a lavorare insieme con onestà e correttezza, ma a fagocitare gli altri partiti, togliendo loro consenso”, spiega infatti la delegazione pentastellata in una nota. Sospetti che, da Bruxelles, sono volati fino a Roma, dove pare che anche la leadership del M5S non abbia per niente gradito la performance del Nazareno.
Pazienti ma disincantati i pareri che circolano in casa Avs: “Davanti alla marea nera dei tecno-oligarchi occorre fare squadra, il campo progressista non ha alternative”, commentano dai margini dell’evento all’Eurocamera di ieri con Bonelli e Fratoianni e le reti di protesta contro il decreto sicurezza. Appello condiviso da tutti e quindi sorrisi di plastica, ma la tensione è alta.
Chi di rifiuti ferisce...