![](https://img-prod.ilfoglio.it/2025/02/05/161224107-8e15cf1a-968d-4ae6-b07b-a078bc2058c7.jpg)
(foto Ansa)
l'intervista
Moratti: “Con Trump Meloni faccia gli interessi Ue. Musk destabilizza l'Europa"
L'europarlamentare di Forza Italia: "La premier sarà centrale nel rapporto con gli Stati Uniti. Sono sicura che lavorerà a stretto contatto con i vertici europei. Il patron di X? Non è la nostra idea di Europa"
Il movimento “Make Europe Great Again” lanciato da Elon Musk Letizia Moratti lo valuta con “grande scetticismo e tanta prudenza. Se quell’ ‘again’ si riferisce ai valori dei nostri Padri fondatori, è un appello a fare meglio. Ma se invece punta a una retorica populista e mira a dividere l’Europa, è molto distante da noi. Abbiamo bisogno di riformare, non di disgregare. Finanziare l’ultradestra rischia di destabilizzare l’Unione europea”. Lo dice, l’europarlamentare di Forza Italia, ragionando anche sui rapporti con gli Usa, nel mezzo di una potenziale guerra commerciale: “Credo non convenga a nessuno, nemmeno a Trump. L’Italia da questo punto di vista può essere un ponte tra Bruxelles e Washington. Meloni può svolgere un ruolo centrale. L’importante però, e sono convinta che lo farà, è lavorare per l’Europa. Altrimenti si rischia di fare il gioco di Trump”.
Con Moratti, che a Bruxelles segue ben quattro commissioni parlamentari, partiamo proprio dalle tensioni sui dazi con gli Stati Uniti. “Io credo che la sfida lanciata da Trump sia volta alla negoziazione. Del resto, lo scontro non conviene nemmeno a lui. Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano quasi quattro milioni di americani. Un milione di posti di lavoro dipendono dall’interscambio commerciale con l’Europa. L’Unione europea deve lavorare per far emergere la propria unità e credibilità. Mentre per quel che riguarda il governo italiano la sfida è portare avanti strategie che rafforzino la nostra resilienza a prescindere dal fatto che i dazi ci saranno o no. In questo un gran compito può svolgerlo il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella diversificazione dei mercati per il nostro export”. Da qui il ruolo di Meloni che, per l’appunto, secondo Moratti può essere centrale: “Lavorando a stretto contatto con le istituzioni europee. Facendosi portavoce degli interessi dell’Unione europea. E sono sicura che lo farà. Perché altrimenti, come ho già detto, si rischia di fare il gioco di Trump, che mira a dividere il continente”. Secondo l’ex sindaca di Milano, però, il rilancio dell’Europa passa anche da un salto di qualità nella strategia sulla competitività annunciata da von der Leyen. “La Bussola presentata dalla presidente della Commissione punta a rafforzare l’autonomia europea. Introduce importanti innovazioni come la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, soprattutto quelle medio-piccole. E mira all’introduzione di leggi innovative in diversi settori strategici. Sono linee guida che però possono produrre risultati se saremo in grado di realizzare un vero mercato unico dei capitali. E un mercato integrato dell’energia, che permetta alle nostre aziende di essere più competitive”.
E’ in questo quadro che l’europarlamentare forzista si dice favorevole a un possibile Recovery per la Difesa o a un’esclusione delle spese per le armi dai parametri del Patto di stabilità. “Adesso compriamo l’80 per cento delle armi fuori dall’Ue. Credo che le due misure possano essere una chiave per il raggiungimento dell’autonomia strategica europea”. Questo colloquio con l’esponente di Forza Italia è anche l’occasione per chiedere, sull’immigrazione, quali migliorie si possano apportare al Patto migrazione e asilo votato durante la scorsa legislatura. Anche nell’ottica di un’armonizzazione col cosiddetto modello Albania su cui continua a puntare il governo. “E’ importante partire dal manifesto con cui il Partito popolare europeo si è presentato alle elezioni. Uno dei punti qualificanti era l’impegno a combattere l’immigrazione clandestina”, ragiona Moratti. “In linea con questa visione abbiamo bisogno di rivedere le politiche sui rimpatri. Attualmente solo uno su cinque dei soggetti destinatari di espulsioni viene effettivamente rimpatriato. E’ importante quindi come Ppe sollecitare l’approvazione di nuove leggi che permettano di velocizzare i rimpatri e puntare a un riconoscimento reciproco delle procedure. Sapendo pure che il modello di esternalizzazione nella gestione degli sbarchi è qualcosa su cui puntiamo molto e che può rappresentare un modello anche per gli altri paesi europei”.
L’ultimo punto di discussione è un impegno concreto dell’ex assessore alla Sanità della Lombardia. “Come Forza Italia abbiamo presentato una proposta di legge sui medici di medicina generale. Tra gli obiettivi una maggiore attenzione al territorio, un migliore coordinamento con le strutture sanitarie locali, l’impegno a svolgere un determinato monte di ore in progetti definiti dalle regioni. E un pagamento non più legato al numero di pazienti ma alle ore di lavoro, mantenendo la loro parasubordinazione. E’ il primo tassello di una riforma più complessiva del Sistema sanitario nazionale a cui stiamo lavorando”.