Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri in quota FdI (Ansa)

Incastri e opportunità

Regionali gran bazar: da Cirielli a Ciriani (Alessandro) fino a Ricci. Tavoli e ipotesi

Ruggiero Montenegro

Aspettando la sentenza della Consulta su De Luca, maggioranza e opposizione pesano nomi e rapporti di forza in vista delle prossime elezioni. Nel centrodestra il viceministro degli Esteri in pole position per la Campania. L'ex sindaco di Pesaro pensa alle Marche: "Vedremo". E intanto lancia un tour sul territorio. In Friuli, si valuta il fratello del ministro per i Rapporti con il parlamento. E poi ci sono Puglia, Toscana 

Dalla Campania al Veneto, passando per le Marche (e non solo).  E’ il gran bazar delle regionali,  destra e sinistra pesano opportunità e rapporti di forza,  aspettano la Consulta. E nel frattempo cominciano a ragionare seriamente sui nomi,  Cirielli e Ricci per esempio, perché all’orizzonte  – entro fine anno, al massimo a inizio 2026 – ci sono sei regioni al voto.

Ieri sera era in programma un tavolo di maggioranza dedicato agli enti locali, all’ordine del giorno i comuni e le eventuali elezioni delle province. “Poi è ovvio che si parla di tante cose...”, spiegava nel pomeriggio il capogruppo Maurizio Gasparri, in rappresentanza di Forza Italia. Convocati per la riunione anche Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI e il ministro leghista Roberto Calderoli. Segno, insomma, che qualcosa si muove. E che le sconfitte in Sardegna e Umbria, qualcosa l’hanno insegnato. Il mantra comunque resta sempre lo stesso: “Decideranno i leader nazionali”. Il colpo grosso, la maggioranza, sogna di farlo in Campania. Feudo fino a qualche mese fa considerato inespugnabile ma che  ora appare contendibile, tanto più dopo l’arresto di Michele Salvati, tesoriere del Pd locale –  con tanto di accuse al veleno da parte grillina. C’è poi soprattutto la sfida   lanciata da Vincenzo De Luca a Elly  Schlein e  la pronuncia della Corte costituzionale, chiamata a decidere sulla legge regionale campana che permette al governatore di provare il tris. Ma intanto  i partiti di governo  affilano le armi. Edmondo Cirielli da Nocera inferiore, viceministro meloniano agli Esteri, si tiene pronto. “Il candidato spetta a FdI”, spiegava  qualche giorno fa, inaugurando un centro per minori  in provincia di Salerno. Ieri il suo staff ha confermato  ancora una volta la disponibilità a correre. Ci sarà da battere la concorrenza di  Fulvio Martusciello, “mister 100 mila voti”, capo delegazione  a Bruxelles e coordinatore FI in Campania. Ma c’è chi fa notare che gli azzurri al sud governano già Basilicata, Sicilia e Calabria. Mentre Matteo Piantedosi, il pezzo da novanta, si è chiamato fuori. E’ un gioco di incastri che dipenderà anche dalle  altre regioni ed è per questo che si attende la pronuncia della  Consulta. La sentenza avrà infatti ricadute  sul  Veneto e su Luca Zaia, ma anche sul Friuli Venezia Giulia, dove pure l’altro leghista, Massimiliano Fedriga, ha già fatto due mandati. Sarebbe disponibile a correre ancora, ma FdI  ha già la soluzione in casa: l’europarlamentare Alessandro Ciriani, fratello del  ministro per i rapporti con il Parlamento e curriculum meloniano d’ordinanza: trascorsi nell’Msi, quindi Alleanza Nazionale. E’ stato  sindaco di Pordenone, eletto a giugno alle  europee  nel nord-est, facendo il pieno proprio in Friuli: dopo Giorgia Meloni, nella sua regione è stato il  più votato in assoluto con oltre 36 mila preferenze.  

Diversa è invece la situazione in Puglia. Qui  per la maggioranza la partita è più ostica. E con Michele Emiliano più defilato, Antonio Decaro –  mezzo milione di preferenze alle europee, di cui oltre 350 mila nella sola Puglia – è già in campo, lavora già alle liste.  Il suo ritorno  in Italia insomma non è quasi più quotato. La stesso destino che potrebbe toccare al  collega Matteo Ricci. Fare il presidente di regione? “E’ ancora presto. Vedremo più avanti”, risponde diplomatico al Foglio. Ma intanto da qualche giorno ha lanciato la campagna d’ascolto “un marchigiano alla porta”: a cena qua e là in casa con le famiglie del territorio. Segnali che puntano dritto alla presidenza oggi occupata dal meloniano Francesco Acquaroli. I dem si interrogano inoltre sulla Toscana, anche qui tocca trovare un candidato.  Il presidente Eugenio Giani è al secondo mandato e la posizione di Schlein, Consulta o meno, è nota. L’ipotesi Dario Nardella continua a essere in campo. Ma pare anche che la segretaria stia ragionando ancora oltre, per riprendersi il Lazio. Francesco Rocca è stato eletto nel 2023, il voto è ancora lontano. Ma il presidente per il momento arranca, incastrato dagli screzi della sua maggioranza. Cosi al Nazareno avanza una suggestione: iniziare a costruire  la candidatura di Marta Bonafoni. Fedelissima di Schlein, coordinatrice della segretaria nazionale ma anche consigliere regionale del Lazio: un profilo ideale.
 

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