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L'intervista
Violante: "Immunità parlamentare? Politica e magistratura dovrebbero sedersi al tavolo e dialogare"
L'ex presidente della Camera commenta la proposta di legge per il ripristino dell'immunutà parlamentare: "L'approccio corretto è quello al dialogo. Sono d'accordo con Mantovano"
“Il ripristino dell’immunità parlamentare è una questione che si può affrontare”, dice. E poi precisa: “Ma che la si affronti come ha prospettato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario a Roma . O come ha ieri proposto il ministro Crosetto. Entrambi hanno proposto il dialogo ”. E cioè, come? “All’interno di un confronto istituzionale tra magistratura e politica; un dialogo costruttivo e rispettoso delle singole parti che favoriscano un riequilibrio tra i poteri”. Luciano Violante, già magistrato, docente universitario, presidente della Camera e ora dell’associazione Futuri Probabili, commenta così l’iniziativa della Fondazione Einaudi. La quale, mercoledì scorso, ha presentato il disegno di legge per il ripristino dell’immunità parlamentare, anche nel caso di avvio di indagini, come era prima della riforma dell’articolo 68 nel 1993.
Ad applaudire in conferenza stampa c’erano tra gli altri i leghisti Massimiliano Romeo e Andrea Ostellari (sottosegretario alla Giustizia) e poi, lato Forza Italia, Maurizio Gasparri e Raffaele Nevi. Defilati, o pressoché inesistenti, gli esponenti del partito di Giorgia Meloni. I Fratelli d’Italia che sull’immunità parlamentare non avrebbero intenzione di oscillare (almeno pubblicamente) o di rivedere uno strumento che – come suggerisce invece Guido Crosetto – è un cardine della separazione dei poteri.
Secondo Violante su tali questioni “l’approccio corretto è il limpido confronto su tutti i punti”. Senz'altro. Anche se – lo ricordiamo – cinquantanove magistrati, contrari alla separazione delle carriere, hanno abbandonato l’aula mentre cominciava a parlare il sottosegretario. Mantovano ha invitato alla dialettica, e i magistrati che sono andati via. Curioso, non trova? “Guardi, io sono contrario alla separazione delle carriere. Mi sembra una riforma che la politica fa anche contro se’ stessa, creando una corporazione di formillecinquecento magistrati, i procuratori, senza vincoli gerarchici, autogovernati, con un proprio Csm interno e con un potere enorme nei confronti dei cittadini. Sono contrario perché si crea una super polizia con grandi poteri nei confronti dei cittadini e della stessa politica. Eppure credo che l’approccio corretto sia quello di una politica autorevole in dialogo con la magistratura autorevole, che, dal canto suo, non deve diventare una parte del conflitto”. Lo è diventata? “In alcuni casi”. Quali? “Quando si contrappone alla politica come sua controparte. Ad esempio a mio avviso, la giudice Apostolico, che stimo professionalmente, additata da Salvini, non doveva scendere in piazza per protestare contro il governo. Se diventa parte del conflitto, il magistrato perde la sua terzieta’”.
E a tal proposito del disegno di legge sull’immunità parlamentare, accolto da FI e Lega e trascurato da Meloni e meloniani, lei cosa pensa? “Per com’è stato presentato sembra parte di un programma che definirei vendicativo”. Un revanscismo post-berlusconiano? “Metta in fila le diverse proposte: la commissione d’inchiesta sulla magistratura, la separazione delle carriere, il sorteggio, ora il ripristino dell’immunità. Tutti problemi da discutere, certo. Ma senza spirito vendicativo da parte di nessuno”.
“Quanto all’immunità parlamentare – prosegue ora Violante – prima della riforma dell’articolo 68, si trattava di un'impunità’ totale. Perché se si faceva parte della maggioranza, bastava essere rieletti per essere coperti, ogni volta, dalla propria parte politica ”. Quindi ha ragione Elly Schlein quando dice che il ripristino dell’immunità è un ripristino dell’impunità? “Sì, in questo caso Schlein ha ragione”. Ma i toni non le paiono esacerbati? “L’opposizione fa l’opposizione. Detto questo, la cosa migliore sarebbe un incontro tra magistratura e governo per cogliere i punti d’intesa. Il che non vuol dire che la politica debba fare quello che dice la magistratura e viceversa”. E cosa vuol dire? “Vuol dire che al tavolo ci si siede. E non lo si ribalta”.
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