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Il racconto
Salvini Le Carré: "Le spie mi hanno rovinato". È "ferito" da Meloni. Sblocca il Congresso Lega
Parla di regolamento di conti nei servizi segreti, ma poi ritratta con una nota e vola a Madrid da solo. La Lega ha paura di Meloni e commenta le chat di FdI: "Salvini, Bimobominchia? Beh, non han torto"
Direbbe Fazzolari: “il bimbominkia” Salvini colpisce ancora! A furia di prendere pedate e sputacchi stanno per renderlo simpatico, un orsacchiotto. Va in conferenza stampa a parlare di cartelle, rottamazione, ma non resiste e fa sapere che nei “servizi segreti c’è un regolamento dei conti in atto, almeno da quanto si legge sui giornali e bisogna fare chiarezza”, lui che ha sempre detto: “Non leggo giornali, ma solo Daniele Capezzone”. Attenzione, non è una gaffe ma è il dolore del leader Yoghi. Anche Salvini, ci fanno sapere, manda messaggi cifrati, vuole rivendicare che “sarebbe stato vittima di un complotto dei vecchi servizi segreti che mi hanno rovinato la carriera, ben prima di Meloni”. Si gioca la pole position, tenta il sorpasso. Questo fine settimana si occupa di spie, barbe finte, come lo scrittore John Le Carré, Salvini Lecarretto. Da giorni prepara il bagaglio a mano per volare a Madrid, al raduno degli eurosfasciati, i patrioti punkofasci, ma nessun leghista voleva accompagnarlo a parte il cuore grande Claudio Durigon che però è impegnato a regolare i conti conFdI nel Lazio: “Stiamo attendendo che il governatore Rocca liberi la sua agenda e mi riceva. Io sono libero”. Sta lottando per farsi rispettare, ma i nuovi leghisti bevono olio di Melonicino, hanno paura e scrivono: “Bimbominchia? Beh, mica han torto”. E giù risate. Anche a Salvini è rimasto il Mattarella telefono azzurro.
Dice dunque quello che Meloni non può dire, ma che pensa, ma poi gli arriva una chiamata da Palazzo Chigi (che ci viene smentita) e Salvini ritratta, manda una nota. Sui Servizi deve parlare solo Mantovano. Francesco Lollobrigida, chiamato dal Foglio, con gentilezza, risponde che “gli unici servizi che conosco sono quelli igienici. Mi dispiace, non vi sono utile. Un saluto”. Sempre a Chigi spiegano che Salvini “ha usato quelle parole perché ferito. Nessuna richiesta di rettificare il suo pensiero da parte nostra”. E diavolo che è ferito! Ha scoperto dal libro del giornalista, che porta pure il suo cognome, Salvini, che il concetto più tenero che i ministri di FdI usavano per lui era: pagliaccio. E bimbominchia.
Lo staff della premier ricorda che erano altri tempi (siamo al momento: “Cara, non è che come pensi. Ero un altro, tu mi trascuravi, io mi perdevo, ma adesso l’amore è totale. Bacino. Che dice di vederci “M. il figlio del secolo”, stasera?). Per giustificarsi, da Chigi, aggiungono che Meloni (ultimamente va di moda la modalità copia/incolla dei messaggi della presidente come attacco di pezzo) pensa questo: “Siamo alla barbarie”. C’è da scommettere che arriverà un ddl per punire i whatsappari infedeli. In attesa arriva la denuncia dei servizi segreti contro la procura di Roma per la diffusione di notizie riservate (la notarella sul capo di gabinetto Caputi, spiato, e finita in un fascicolo come fosse un post-it della spesa).
In conferenza, all’orsacchioto Salvini gli chiedono degli sputacchi d’Italia e lui fa il gigante, replica che “io non sono guardone, non sbircio le chat”, ma dice che sull’onore della Lega (era Meloni che scriveva che la Lega è un partito senza onore) lui si arrabbia come Bud Spencer, perché “questo mi infastidisce”. Si domanda ai leghisti: “Ma nelle vostre chat avete difeso il segretario?” e loro spiegano che i nuovi leghisti hanno paura di Meloni, “guai a toccarla”, anzi, rivelano che non bisogna farla arrabbiare: “Metà Lega ormai è di FdI, di fatto”. Dato che il complotto è in questo periodo l’autobiografia della nazione, si cercano disperatamente ex ministri, ex direttori di Dis, che aiutino a capire cosa volesse dire Salvini ma tutti sfuggono salvo dire “che è uno scontro tra il nuovo e vecchio mondo”. Beppe Pisanu, ex ministro dell’Interno, si limita a notare, saggiamente “che i servizi sono segreti ma i se i poteri li rendono accessibili, allora i segreti non sono più segreti e neppure i servizi”. Tutti i Piopompa dell’orbe terraqueo ringraziano ma declinano.
Alla Camera, FdI, giovedì, spiegava che “si deve disarticolare un vecchio mondo che risale a Franco Gabrielli”. Ma cosa voleva dire l’orsacchiotto Salvini? Un leghista compagno di Salvini Yoghi ci aiuta: “Voleva dire che la fine è cominciata con la sporcizia dell’Hotel Metropole e che qualcuno ha passato quella polpetta avvelenata ai giornali”. Ah. Tornando alle cose futili, domanda: ma chi sono i leghisti che seguono Salvini a Madrid? Risposta: l’unico che si è offerto è Simone Billi. Al prossimo federale dicono che Salvini annuncerà che il congresso si farà a fine marzo, inizio aprile, e farà scendere la lacrimuccia. Oggi lo sputacchia anche Betty Casellati, sempre sul Foglio, una che quando Salvini era potente, se solo Salvini lo avesse chiesto, gli avrebbe cantato “Trottolino amoroso, dudùdadà”. Meloni non sottovaluti questo Salvini affondato. Sciancato da tutti quanti, finirà che gli italiani cominceranno a guardarlo con tenerezza, gli rottameranno pure il passato (se lui farà rottamare le cartelle a Giorgetti). E’ sceso per sempre nelle urne ma sta risalendo la classifica dei rovinati, dei Calimero, degli IgnazioMarino: “Complotto, fu!”.