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L'editoriale dell'elefantino
Albania is not Guantanamo
Bisogna fare di ogni reazionario un conservatore e possibilmente di ogni conservatore un progressista, non l’esatto opposto. Contro gli estremisti serve più politica e meno polemica sui migranti, ponendo un argine alle scemenze
L’evoluzione della vicenda albanese è istruttiva. Ora pare che il governo sia orientato, vista la pratica ostruzionistica di magistratura e opposizioni verso lo screening per il diritto d’asilo dirottato in Albania, ma con tutte le cautele della giurisdizione italiana, a riformulare il trattato con i vicini albanesi per attribuire loro una qualche giurisdizione capace di sfuggire all’ostruzionismo italiano. Sarebbe una misura, questa sì, di deterrenza verso l’immigrazione illegale: non si va in Italia, paese della Ue, ma in Albania, che della Ue non fa parte, ed è lì che verranno prese le decisioni sull’asilo accettato o sul rimpatrio.
Dal principio qui avevamo insistito in solitario sul fatto che organizzare in Albania una base di selezione per i richiedenti asilo che funziona come funzionerebbe a Otranto o a Bisceglie non aveva molto senso, e per converso non aveva senso un’opposizione ideologica astratta, neanche si fosse davanti a una specie di Guantanamo. Non si capisce in che modo il trattato italo-albanese possa essere rivisto e quali ne sarebbero le conseguenze. Ma certo quella prospettiva rende in sé meno aleatoria tutta l’impresa, su cui si è molto discusso, e non sempre con sfavore, anzi, nell’Europa democratica.
In un periodo in cui perfino il laburista Keir Starmer si vede costretto a moltiplicare rimpatri di illegali e a comunicarne l’esito con mezzi trumpiani per porre un argine al dilagare dell’estrema destra anti immigrazionista nei sondaggi, e mentre si apre una seria crepa tra conservatori e populisti reazionari nella destra europea, con il congresso degli anti Meloni e anti Merz di Spagna, staccare dal diritto italiano ed europeo il modello albanese di ricezione ed esame dell’ammissibilità all’asilo politico, probabilmente un’operazione diplomatica, giuridica e legislativa complicatissima, sarebbe una mossa nella direzione dell’efficacia.
A chi fosse pronto a gridare: ecco, ora sì che si vede il contenuto politico estremista dell’operazione, ora sì che finalmente possiamo parlare di una Guantanamo all’italiana, va ricordato che una volta saggiamente si diceva, da un punto di vista di sinistra, che bisognava fare di ogni reazionario un conservatore e possibilmente di ogni conservatore un progressista, non l’esatto opposto (che è il corso a cui tendono con successo certi fanatismi e wokismi attuali). Dopo l’esperienza catastrofica del governo populista del contratto, finito con il salto nel vuoto del Papeete, e dopo l’anomalia, convenzionalmente giudicata anch’essa catastrofica dai conformisti, del berlusconismo (ce ne fossero, ce ne fossero stati di trumpismi di quella fatta), è arrivata con procedure legali e legittime al governo una destra o un centrodestra che ha cercato di qualificarsi in senso mainstream ed europeista nelle politiche di contrasto all’immigrazione illegale, partendo da posizioni che erano invece demagogiche.
Ora questo equilibrio si deve confrontare con una deriva internazionale pericolosa, che minaccia rovina per le istituzioni della democrazia ed è in urto fondamentalista con l’essenza e l’identità dell’Europa unionista e delle sue regole; dunque bisognerebbe riscoprire quella che Giulio Ferroni, parlando di Machiavelli in un suo opuscolo sull’incertezza come chiave per riscoprire la modernità vera del segretario fiorentino, chiamava “l’antropologia del rimedio”, insomma la politica come creazione di un argine alla dissoluzione sociale. Con i simil-nazi in Germania che dilagano nelle fabbriche e minacciano il secondo posto alle elezioni del 23 febbraio, e con l’Internazionale trumpiana dilagante, protetta da un sistema di satelliti efficace come Starlink, vogliamo finirla con le polemiche strapaesane sulle deportazioni nel canale di Otranto, ponendo un argine alle scemenze e ricominciando a fare politica?