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L'intervista
Parla Renzi: "Con Meloni è ormai deriva libica, è circondata da bimbiminkia. Ormai si ha paura di parlare"
"La premier è come i Jalisse, fiume di parole. Non vincerà mai più. Nordio è il sottosegretario del sottosegretario. Hanno preso possesso delle istituzioni manu militari. In altri tempi si sarebbe già sceso in piazza". Intervista all'ex premier
Matteo Renzi, oggi comincia Sanremo, quale canzone vuole dedicare a Meloni? “Fiumi di parole dei Jalisse. Meloni è come i Jalisse. Ha vinto una volta, ma non vincerà mai più”. Dice Meloni che “bonificherà” i servizi segreti e FdI pensa che apparati dello stato rispondono ancora a lei. Renzi, lei controlla i servizi? “Se provano a dirlo li svergogno. E’ un’infamia. Hanno scambiato le istituzioni per tribù libiche, preso possesso manu militari delle istituzioni”. Hanno, chi? “Meloni e il suo braccio destro, Alfredo Mantovano. L’unica bonifica che serve è la bonifica di Meloni da Meloni, dai suoi fantasmi”.
Renzi, perché da giorni continua a dire che l’Italia è “un paese delle banane”, e oggi che l’Italia è come la Libia? Altre metafore? “Posso dire che il sottosegretario Delmastro pensa che la polizia penitenziaria sia la sua milizia, che un premier non è saggio se sceglie come vicepremier, Salvini, che Fazzolari definisce un ‘bimbominkia’. E’ una deriva senza precedenti, di una gravità rarissima”. Perché parla di Libia? Bande, tribù, Africa? “Perché non è mai accaduto che i servizi segreti siano costretti a denunciare una procura della Repubblica con cui dovrebbero lavorare. Non è mai successo che il governo non si presenti in Aula il giorno in cui si discute la mozione di sfiducia di un ministro”. Oggi si vota la mozione contro Santanchè, la ministra che resiste anche contro il volere di Meloni, la premier che ripete sempre: “Non sono ricattabile”. Renzi, Meloni è ricattabile da Santanchè? “Questo continuo ripetere ‘io non sono ricattabile’ fa venire dubbi. Il caso Santanchè è semplice. E’ stata sfiduciata dalla sua maggioranza. Meloni usa due pesi e due misure. Augusta Montaruli è stata costretta a dimettersi perché condannata, Delmastro, che è già stato condannato, lo esibiscono”. Per cosa è stato condannato? “La pena è stata estinta. Abbiamo chiesto il reato ma non risponde. Per Meloni la trasparenza è una parolaccia”. Lei ha chiesto perché l’auto di Giambruno sia stata manomessa? Lei sa chi ha comprato il malware israeliano e a quali corpi dello stato è stato consegnato? “Lo abbiamo chiesto e continuiamo a non avere risposta da parte di Meloni. Va da Nicola Porro, ma non si presenta in Aula perché dice c’è il segreto istruttorio. Dopo averci fracassato i cabbasisi, per dirla alla Camilleri, sui trafficanti di esseri umani, Meloni, una volta che ne aveva uno, lo ha rimandato in Libia. Ha spedito Nordio a schiantarsi, fa aggredire il procuratore Lo Voi dal Tg1, attraverso materiale sensibile. Usa il primo tg della Rai come buca delle lettere, voli di stato come taxi. Bruno Vespa parla come uomo di parte senza che la Vigilanza possa dire nulla per ostruzionismo della maggioranza”. Perché ripete da giorni queste frasi, cosa teme? “Perché credo che se quanto accade oggi fosse accaduto sotto i governi Renzi, Draghi, e mi spingo a dire Conte, il paese sarebbe già sceso in piazza. C’è ormai paura anche di parlare, ma io non temo Meloni, e farò il giro di tutte le redazioni, quelle di ogni paese per denunciarlo. Sul caso Almasri, la premier poteva mettere il segreto di stato ma ha scelto il cavillo. Campa cavillo”. Cosa significa, come si dice in FdI, “disarticolare quella parte dei servizi di scuola Gabrielli”? “Meloni ha cambiato il capo del Dis, dei carabinieri, della polizia, della Gdf, di Aisi. Ha occupato tutti i gangli dello stato. I fantasmi che vede sono nella sua mente. Siamo arrivati al punto che Meloni non può chiudere la direzione del suo partito e manda la sorella. Le sta antipatico Macron e diserta il summit sull’intelligenza artificiale. Si è circondata di una banda di ‘bimbiminkia’, analfabeti istituzionali, e di Delmastro e Lollobrigida, molto artificiali e per nulla intelligenti”. Meloni, dirà che lei parla in questo modo a causa della legge che l’ha colpita, la legge anti Renzi. E’ questa la sua promessa di vendetta? “Non è vendetta. La legge anti Renzi non è la causa della mia rabbia, ma è l’effetto della loro concezione delle istituzioni. Tribale. Fino a quando Renzi faceva il centrista andava bene, ma quando Renzi si avvicina al centrosinistra, allora il mandato è di colpirlo, ammazzarlo, politicamente. Si vede anche nei servizi dove hanno scatenato una caccia al funzionario”. Quel funzionario è Giuseppe Del Deo, il vice del Dis? “Stanno etichettando chi non la pensa come loro e anche chi è stato dei loro”. Ha indicato Mantovano come responsabile di una deriva. Non era il migliore del governo Meloni? “Lo scontro con Lo Voi, una toga che viene dallo stesso mondo di Mantovano, appare come una battaglia di rivincita”. E a cosa punterebbe Mantovano, il preferito da Mattarella? “Sembra che aspiri a diventare la guida spirituale di Magistratura indipendente”. E’ ancora Nordio il ministro della Giustizia? “E’ ormai il sottosegretario del suo sottosegretario, Delmastro, che ha un rapporto speciale con il capo di gabinetto di Via Arenula, Bartolozzi. La sola separazione delle carriere che serve è separare Delmastro da Bartolozzi”. Dai dazi ci proteggerà Trump? “Meloni pensa di farsi furba e tratta da sola con Trump. Pensa di fermare i dazi sul parmigiano e fregare lo champagne ma si accorgerà presto che a essere fregata sarà lei. Il loro santo protettore è Sanremo, confidano che il Festival Rai li salvi”. Meloni-Jalisse? “Scomparirà come loro, ricordati per una sola vittoria e invitati mai più”.