![](https://img-prod.ilfoglio.it/2025/02/12/185822545-5d7d5f36-b13a-4617-91e9-9ffc171b751c.jpg)
Tra Landini e Meloni
C'è un'Opa della destra sulla Cisl? Parla Annamaria Furlan, ex segretaria Cisl e senatrice dem
L'esordio di Daniela Fumarola, il testo sulla partecipazione dei lavoratori, la battaglia da fare in Aula, il rapporto con la Cgil
Il mondo sindacale è al centro della scena. Che cosa sta succedendo? Si è vista infatti la premier Giorgia Meloni, due giorni fa, scambiare sorrisi d’intesa con la Cisl, al cospetto del segretario uscente Luigi Sbarra, sulla scia dell’arrivo alla Camera della legge sulla partecipazione dei lavoratori. E’ il lancio di un’Opa metaforica di Meloni, tanto più che, dalla Cgil, Maurizio Landini si staglia come Signor no? La sinistra rischia di perdere un pezzo di sindacato per strada? Nel giorno (ieri) in cui la Cisl ha eletto nuova segretaria Daniela Fumarola, ne parliamo con Annamaria Furlan, ex segretaria Cisl (fino al 2021) e senatrice del Pd, partito considerato più vicino alla Cgil di Landini.
Nel congratularsi con Fumarola, di cui conosce bene “capacità e impegno”, Furlan dice di non temere l’eventuale Opa governativa di una premier che, a un’assemblea di delegati e quadri Cisl, si è presentata in modalità “Meloni pride” sulla legge sulla partecipazione: “Bene che un premier dialoghi con il nostro sindacato; d’altronde abbiamo accolto anche Romano Prodi e Paolo Gentiloni; bene che arrivino i suoi complimenti al gruppo dirigente”. Al tempo stesso, però, dice Furlan, “conosco l’impegno che delegati e vertici hanno messo sul tema partecipazione: la Cisl ha raccolto più di 400 mila firme, con l’obiettivo di dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione”.
Per questo Furlan vorrebbe che la legge arrivasse in Aula “non mutilata, come invece sarà per effetto degli emendamenti falcidianti del centrodestra, quelli che l’hanno impoverita, specie sulle forme partecipative nelle aziende a partecipazione pubblica e nel settore bancario. E’ stato indebolito il ruolo della contrattazione per le scelte partecipative, riservandole alla volontà delle singole imprese, cosa tanto più sbagliata quando si parla di servizi essenziali”. Da senatrice dem, oggi Furlan è pronta a combattere in Aula, “per intervenire su quel che resta dell’impianto originario e restituire portata innovativa a un testo che comunque contribuirà all’abbattimento di un primo muro in tema di partecipazione. Ci si ricordi che il testo base lo si deve al Pd”.
Intanto Furlan, ascoltando Meloni, è rimasta delusa: “In un paese in cui ogni giorno muore qualcuno sul lavoro, in cui tanti cittadini, pur avendo un impiego, non riescono ad elevarsi oltre la soglia della povertà, e in cui c’è chi non riesce ad accedere alle cure sanitarie, viste le liste d’attesa infinite, mi sarei aspettata che la premier ne parlasse. Che cosa vuole fare, Meloni, riguardo a un costo dell’energia che sta mettendo in ginocchio le imprese? Non posso che ringraziarla se fa i complimenti alla Cisl, ma non si può non notare che non dice una parola sul disastro economico che si profila all’orizzonte”. Eppure c’è chi profetizza un’intesa cordiale Meloni-Cisl. “Chi pensa questo non conosce la Cisl”, dice Furlan – che, da ex vertice sindacale e da senatrice dem, non nega la portata divisiva della diversità di opinioni e toni con l’altro grande sindacato, la Cgil. “Purtroppo l’unità sindacale oggi è sfilacciata, e il filo è sottile. Dobbiamo lavorare perché non si spezzi. Ma ho trovato molto disturbante la frase della premier sulla ‘tossicità del conflitto’: sono frasi che ledono il principio di libertà del sindacato, garantito dalla Costituzione; frasi che non creano coesione sociale e si aggiungono al contenuto antisindacale del Ddl sicurezza, in cui sono previsti il carcere per lavoratori e sindacalisti che, manifestando il loro dissenso, facciano blocchi stradali o occupino sedi stradali o ferroviarie”.