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Vincenzo Visco (LaPresse)
il colloquio
L'ex ministro Visco: "Un altro condono? Folle. Ma la logica anti tasse ormai c'è anche a sinistra"
L'ex titolare di Economia e Finanza, dopo la nuova proposta della Lega: "E' la continuità di una linea irresponsabile. Un fisco che discrimina tra contribuenti, nella convinzione che la piccola impresa e gli autonomi votino a destra. Il Pd? Una parte dei dem è convinta che si perdano voti, schierandosi contro i condoni"
Il professore Vincenzo Visco non è affatto sorpreso. “E’ la continuità di una linea folle, irresponsabile, che è fatta di condoni. E’ una logica che ormai non riguarda più solo il centrodestra”. L’ex ministro dell’Economia e del Tesoro – lo è stato nei governi Amato, D’Alema e Prodi – si riferisce alla pace sociale invocata dalla Lega, con tanto di proposta di legge e Consiglio federale convocato ieri d’urgenza. Un’iniziativa che ha trovato qualche sponda, più o meno timida, anche nel governo. “Cosa vuole che le dica? Questa volta hanno pensato a un condono che dura dieci anni. Sostanzialmente ogni volta che c’è un accertamento che porta a una cartella, e quindi a un debito nei confronti del fisco, questi gliela rottamano e dicono anche che non esiste più”, attacca Visco. “Senza contare, come ha dimostrato l’esperienza degli ultimi anni, che spesso i beneficiari della sanatoria versano tre-quattro rate, poi smettono e nessuno li fa più pagare. E si aspetta il prossimo condono”. Quello che emerge da questo schema, spiega quindi il professore, “è un fisco che discrimina tra categorie di contribuenti, nella convinzione che la piccola impresa e gli autonomi votino a destra. Così il governo li favorisce”.
Nel frattempo il Mef di Giancarlo Giorgetti, ministro leghista, ha stimato che servirebbero almeno 5,2 miliardi di euro per coprire la proposta di Salvini. “Ho letto le cifre, e sono anche numeri ottimisti. Nel senso che si tratta dell’ipotesi migliore, quella cioè in cui tutti pagano davvero, peraltro in dieci anni e senza interessi o more”, spiega Visco. “Naturalmente la cosa non andrà avanti. Anche perché mi sembra di capire che altri nella maggioranza preferirebbero ridurre l’aliquota Irpef, che ovviamente sarebbe molto meglio”. A ogni modo il problema di fondo, e Visco lo ricorda più volte nel corso di questo colloquio, “è che non c’è una lira. Bisogna stare molto attenti a quello che succede. Il rischio è che possiamo finire nuovamente in una situazione di recessione e di forte inflazione”. Con quali effetti? “Difficoltà molto serie sul piano finanziario”.
Eppure, nonostante le difficoltà economiche dell’Italia non siano esattamente una novità, ciclicamente le parole “condono”, “rottamazione”, “pace fiscale” si ripresentano e tornano ad animare la bagarre politica. “Ormai si è affermata questa logica. La cosa che mi sorprende, piuttosto, sono gli addetti ai lavori, voi giornalisti, che pure seguite giorno per giorno queste vicende e ancora vi meravigliate. Oggi tutti hanno una filosofia anti tasse”. E’ una sorta di egemonia, che ha conquistato pure la sinistra? “Altroché. Ma oggi”, risponde Visco, “la responsabilità è prima di tutto di chi governa, il punto vero è attaccare chi fa queste proposte”.
Certamente avere un’opposizione forte anche su questi temi potrebbe aiutare a limitare certi slanci del governo. Il Pd non dovrebbe prendere l’iniziativa? “Non è così semplice”. Ci spieghi. “Nei partiti di opposizione ci sono reticenze molto forti quando si parla di tasse e condoni. Tralasciando i due partiti di centro, anche nel Movimento 5 stelle ci sono delle resistenze”. E i dem? “Nel Pd c’è tutto il filone della destra interna, convinta che su questi temi occorra essere prudenti perché si perdono voti. La verità è che nessuno ha capito fino in fondo il dramma in cui si trova il nostro sistema fiscale”.
Qualcuno dal Pd l’ha cercata per comprendere le ragioni di questa situazione e per provare a formulare anche delle soluzioni? “Ho contatti continui e periodici con Maria Cecilia Guerra, che poi è una collega molto brava. E dice molte delle cose che sostengo anche io. Ma non ho rapporti con i vertici, e neanche li cerco. Perché ritengo giusto che i nuovi gruppi dirigenti non vengano condizionati da quelli vecchi. Venerdì stiamo organizzando un convegno (promosso da Oxfam, Commissione Icrit e Centro studi Nens, ndr) a cui parteciperà anche il premio nobel Joseph Stiglitz. Qualcuno del Pd ci sarà”. Tra questi anche Elly Schlein, salvo imprevisti, che dovrebbe partecipare, come pure Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni.