fumata bianca

Dietro l'intesa sulla Consulta la fine del travaglio dentro Forza Italia

Ermes Antonucci

Lo stallo nell’elezione dei componenti mancanti della Corte è sempre stato legato al giudice in quota Forza Italia. Tanti i nomi circolati e poi scartati per le divisioni interne. L'ultimo è stato Terracciano, cannoneggiato da Lotito. Poi la scelta di Cassinelli

Dopo oltre un anno di attesa e tredici scrutini andati a vuoto, il Parlamento in seduta comune ha finalmente eletto ieri i quattro giudici mancanti della Corte costituzionale di nomina parlamentare. La scelta è ricaduta su Massimo Luciani, professore emerito di Diritto pubblico dell’Università La Sapienza di Roma (505 voti), Roberto Cassinelli, avvocato ed ex parlamentare (503 voti); Maria Alessandra Sandulli, giurista e professore ordinario di Diritto amministrativo all’Università Roma Tre (502 voti), e Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, “padre” del premierato (500 voti). 

La premier Giorgia Meloni ha inviato, a nome proprio e del governo, un messaggio di auguri ai nuovi giudici e ha espresso “la propria soddisfazione per l’ampio accordo raggiunto tra le forze parlamentari, che ha consentito la contestuale elezione dei quattro componenti e la ricostituzione del plenum della Consulta”. La Corte ritrova infatti la sua composizione integrale dopo ben 460 giorni, quanti ne sono passati dalla fine del mandato di Silvana Sciarra (11 novembre del 2023), poi seguito dalla scadenza del mandato anche di Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti il 21 dicembre 2024. Da quella data la Consulta ha svolto la sua attività con 11 componenti su 15, il minimo legale per poter deliberare. Di fronte alla cronica lentezza del Parlamento, il presidente della Repubblica aveva avanzato l’auspicio affinché le forze politiche procedessero quanto prima all’elezione dei giudici.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, e dal presidente del M5s, Giuseppe Conte. “Siamo finalmente giunti a una soluzione. Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all’ultimo”, ha detto Conte, evidenziando una difficoltà effettivamente registrata nelle file dei partiti di governo. 

L’accordo sulla “quaterna” fra maggioranza e opposizione è stato raggiunto soltanto poche ore prima della votazione. Su due nomi da tempo c’erano pochi dubbi: quello del giudice in quota Fratelli d’Italia (Marini) e quello del giudice indicato dal Partito democratico (Luciani). Lo scorso ottobre, prima che scadesse il mandato anche degli altri tre giudici costituzionali, il partito guidato da Meloni aveva ipotizzato di eleggere Marini soltanto attraverso i voti della maggioranza e il sostegno inedito di una parte del M5s (in cambio, si vociferò, di una contropartita di rilievo in Rai), ma l’azzardo era poi naufragato all’ultimo con la pubblica smentita di Conte. 

Lo stallo nell’elezione dei componenti mancanti della Corte, invece, è sempre stato legato al giudice in quota Forza Italia e del quarto giudice con estrazione politica “neutra”. Due scelte strettamente connesse fra loro. 

Il partito di Tajani si è visto “bocciare” dall’alleato FdI le candidature del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e del senatore Pierantonio Zanettin, ritenute inopportune per la loro provenienza governativa e parlamentare. Da quel momento in poi è circolata una serie di possibili nomi, sui quali però la stessa Forza Italia è apparsa spaccarsi al suo interno. Fra tutti Andrea Di Porto, docente all’Università La Sapienza di Roma, in passato avvocato di Silvio Berlusconi e di Fininvest, e Gennaro Terracciano, avvocato e prorettore dell’Università Roma Foro Italico. 

Mercoledì, dopo l’ennesimo vertice di maggioranza, Forza Italia sembrava aver raggiunto l’unità proprio sul nome di Terracciano. A tarda sera anche il suo nome è stato scartato, secondo quanto risulta al Foglio soprattutto per l’ostilità manifestata da Claudio Lotito (il patron della Lazio già nel 2022 si oppose, invano, alla nomina di Terracciano come commissario per l’adeguamento dello statuto della Lega Serie A), a vantaggio di Roberto Cassinelli, avvocato e più volte parlamentare azzurro. 

Per la quarta casella, quella del giudice “neutrale” e condiviso (la definizione di “giudice tecnico” risulta fuorviante), è stata infine scelta la professoressa Alessandra Maria Sandulli, figlia del celebre giurista Aldo Sandulli, in passato presidente della Consulta. 

Chiusa la partita Consulta, si riapre quella per la presidenza Rai. Da Tajani un messaggio al centrosinistra: “Simona Agnes è una persona di garanzia, di equilibrio, stimata da tutti. E’ la figlia di Biagio Agnes, di colui che ha inventato il Tg3, non è una pericolosa reazionaria”. 
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]