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(foto LaPresse)
Il colloquio
Anti Vannacci, candidato di FdI per battere Giani. Parla Tomasi: “Legge fine vita? Illegittima”
Il sindaco di Pistoia è il candidato in pectore dei meloniani per cercare di strappare la Toscana alla sinistra. "Non accettiamo le etichette di estremismo", dice distanziandosi dal generale. E sulla legge votata dalla giunta regionale: "La questione va affrontata a livello nazionale"
Non lo dice, perché “di ufficiale ancora non c’è nulla”. Ma parla e ragiona come se. “Al centrodestra toscano occorre un profilo con l’atteggiamento tipico del sindaco: poche promesse concrete, mettendoci la faccia e ascoltando le voci sul territorio. Senza ricadere negli steccati ideologici novecenteschi”. E guarda un po’, Alessandro Tomasi lo è. Primo cittadino a Pistoia e candidato in pectore di Fratelli d’Italia, per strappare alla sinistra la regione tabù per antonomasia. “Di fatto stiamo già lavorando al programma e alla campagna elettorale”, dichiara al Foglio. “La legge sul fine vita? Illegittima: il governo la impugnerà perché è un atto dovuto. Vannacci? Non lo conosco: è una questione interna alla Lega. Meloni? Come me, figlia della gavetta: la sua spinta ci porterà a realizzare qui quel che a Salvini non riuscì con Ceccardi”. Il ribaltone sull’Arno.
A oggi pare folle, visionario, impossibile. E forse lo è: per quanto il Pd vacilli, la Toscana resta rossa e compagna. “Ma non è forse surreale l’ascesa politica di Giorgia stessa?”, incalza Tomasi. “Abbiamo vissuto insieme i migliori anni della nostra vita. L’ho incontrata la prima volta ai tempi del movimento giovanile, manifestando a Pisa: eravamo in venti, circondati dalla polizia”. Altra epoca, in effetti. “Pure per il centrodestra toscano: rispetto a una legislatura fa abbiamo tanti amministratori locali, l’ossatura della futura classe dirigente. Ogni tappa è un mattoncino, sappiamo che sarà una sfida durissima. Ma ci siamo abituati”. Prima del sindaco scuola An, anche Pistoia era inespugnabile. “E qui la nostra coalizione si è forgiata all’opposizione: le sconfitte cementificano”. Eppure non sembra. Soltanto FdI fa scudo attorno a Tomasi: Forza Italia gli contesta il partito d’appartenenza – troppo estremo per gli standard toscani –, il Carroccio in affanno flirta con l’ancora più estremo generale della Folgore. “Ciascuno ha le sue idee, il suo orgoglio e i suoi nomi. Meno male: preferisco questo al vuoto dialettico. Ma con gli alleati c’è un confronto leale”.
Fuor di microfoni anche loro convengono che il candidato sarà Tomasi, salvo colpi di scena. È solo troppo presto per annunciarlo. “Abbiamo il dovere di allargare il nostro perimetro di consenso”, lui intanto traccia la rotta. “In Toscana ci sono tante forze socioeconomiche da riattivare: sindacati, imprenditoria, associazioni culturali. Va dimostrato coi fatti che è difficile dire cos’è di destra e cosa no”. In effetti Tomasi è un meloniano atipico, molto civico e poco nostalgico. “A Pistoia abbiamo messo in sicurezza le scuole, recuperato gli alloggi popolari e dato sepoltura perpetua a un nostro partigiano”, Silvano Fedi, commemorato dall’Anpi e dalla Resistenza. “La sinistra dov’era? Le nostre politiche sono quelle che gli altri hanno dimenticato”. Resta però la fumata bianca sul fine vita, che i progressisti locali rivendicheranno come una battaglia vinta. “Noi abbiamo votato contro per una questione di metodo”, specifica il sindaco. “Questa legge dev’essere di matrice statale per non creare disuguaglianze fra cittadini di regioni diverse: una volta impugnata, toccherà al Parlamento colmare un vuoto normativo su cui gli enti locali non hanno competenza. E sarebbe opportuno il voto segreto, libero da pressioni secondo coscienza. Rispetto a temi etici così delicati ci vuole equilibrio tra autodeterminazione e diritto alla vita, senza cascare nell’ipocrisia o nelle bandierine acchiappavoto, tutelando medici e malati attraverso una discussione seria. Ma certo la questione esiste e va affrontata a livello paese”.
Tomasi il moderato, insomma. Eppure, se questa è la strategia per la Toscana, elementi alla Vannacci potranno davvero fare il bene del centrodestra? “Il suo perimetro d’azione resta la Lega”, ripete il sindaco. “Le liste civiche, di qualsiasi tipo, avranno un peso importante e sarà compito del candidato governatore farsi garante della coalizione. Cioè assicurare agli elettori il rispetto, la pari dignità di idee e rappresentanza delle forze che lo andranno a sostenere”. Tomasi scivola in prima persona. “Come ho trasmesso fiducia ai pistoiesi, così farò con i toscani. Saremo una forza pragmatica, smentendo le etichette di estremismo: non accettiamo una campagna elettorale basata sulla paura. Anzi, cercheremo di farla passare. Questa regione viene da anni di non-governo: la prossima scelta sarà determinante per il suo futuro. Lavoro, sanità, edilizia. Ci giochiamo tutto”. L’all in meloniano per la Toscana è partito. A Lega e soci il dilemma: seguirlo, o restare a guardare.