girotondo d'opinioni

Al centrodestra serve più Marina Berlusconi e meno Elon Musk

Paolo Emilio Russo

Paolo Emilio Russo commenta l'intervista di Claudio Cerasa a Marina Berlusconi uscita nel Foglio di lunedì 17 febbraio

Caro Direttore, la prima cosa che ho pensato, dopo aver letto la tua lunga intervista, è che gli americani avranno pure Elon Musk ma noi, per fortuna, abbiamo Marina Berlusconi. Mentre molti si sforzano per semplificare concetti in 150 caratteri quando va bene (se va male pubblicano direttamente fotografie crude di uomini ammanettati in attesa di rimpatrio) e si accodano agli hashtag per bucare l’algoritmo, qui si promuove una riflessione che riempie tre pagine di giornale anche snocciolando titoli di libri scritti fino a un secolo fa. Si può farlo, evidentemente, senza apparire naïf o peggio snob, analogici. C’è ancora il tempo per uscire - o quantomeno provarci - dal “qui e ora”, da una guerra di parole che ci vuole gli uni contro gli altri, dove i primi sono gli Stati Uniti e gli altri l’Europa. Siamo l’Occidente, ci ricorda, giustamente. La pace la vogliono tutti, ma non può essere sinonimo di resa. La Cavaliera della, da un osservatorio che è quello della trincea del lavoro e dell’impresa, indica oltre, o meglio sopra, la sterile contrapposizione tra gli estremi. Immagina un sistema nel quale quando si parla di libertà e di diritti ci si metta tutti in gioco per dare risposte concrete e moderne e in cui nessuno scelga la scorciatoia delle risposte stereotipate. Vale per la necessaria riforma dei meccanismi attraverso i quali l’Italia riconosce la cittadinanza – una battaglia anche culturale che Forza Italia sta portando avanti, col suo segretario nazionale Antonio Tajani, con vigore – o per il tema ancora più personale e delicato – basti pensare alla canzone di Simone Cristicchi a Sanremo o alle recenti riflessioni di Michele Brambilla – del cosiddetto “fine vita”. Meglio regole chiare e precise che consegnino a ciascuno la possibilità di scegliere come andarsene, quando le condizioni di salute siano irreparabili e il dolore insostenibile, o lasciare che decidano le Regioni o, sentenza dopo sentenza, la Corte costituzionale? Vale anche al contrario. Quella che governa oggi l’Italia non è una maggioranza di destra-destra, come ha provato sbrigativamente a rappresentarla qualcuno, ma un argine alla forte domanda di ordine che traspare dalle urne in quasi tutto il mondo – e anche nel centro Europa, non troppo lontano da qui. E’ un centrodestra bilanciato e plurale che innesta modernità e conservazione, come - incidentalmente - nell’idea originaria di Silvio Berlusconi. E’ tutto qui – e non è poco – il ruolo dei progressisti, dei riformisti e dei liberali del centrodestra che ci sono eccome, della Forza Italia guidata da Antonio Tajani, di chi preferisce il Foglio al brain rot.

 

Paolo Emilio Russo
deputato di Forza Italia

 


  

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