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Il referendum sulla cittadinanza è una buona occasione per fermare il pendolo

Riccardo Magi

Riccardo Magi commenta l'intervista di Claudio Cerasa a Marina Berlusconi uscita nel Foglio di lunedì 17 febbraio

Marina Berlusconi coglie il punto: le autocrazie oggi fanno fronte comune anche in un campo diverso, ideale, ponendosi apertamente come modello alternativo al nostro. Sentiamo e sentiremo affermare sempre più di frequente e sempre più apertamente qualcosa che fino a pochi mesi fa era impossibile ascoltare se non in raduni di piccoli gruppi marginali ed estremisti: che la democrazia non funziona, non è efficiente, non è in grado di garantire la libertà e quindi in ultima analisi non serve proprio, non è quindi un valore.

In questo nuovo sconvolto e sconvolgente contesto definirsi liberali pragmatici e contro gli estremismi e le polarizzazioni forsennate ha un grande valore come sostiene Marina Berlusconi purchè – ad avviso di chi scrive – si sappia essere intransigenti e non ambigui sulle questioni di democrazia. Ma nel nuovo scenario politico globale quanto è compatibile per chi si definisce liberale ed europeista la vicinanza alle forze della destra nazionalista, sovrananista, antieuropea, isolazionista, protezionista, corporativista, con l’esigenza di difendere e rafforzare in modo intransigente i principi, i capisaldi delle democrazie liberali? Marina Berlusconi riconosce alla destra italiana di riuscire a mantenere una posizione di equilibrio ma leggendo che la presidente Meloni condivide le parole pronunciate da Vance a Monaco non vorremmo che l’equilibrio sia destinato a diventare giorno dopo giorno equilibrismo. Qual è l’Europa “great again” che Musk, Meloni, Salvini, Le Pen, Abascal vorrebbero quella dei piccoli o medi stati nazionali in competizione e in conflitto, quella della seconda guerra mondiale? La scelta del rilancio dell’integrazione europea magari nella modalità di un’Europa “a due velocità” per uscire dall’impasse, appare sempre più una scelta esistenziale non solo perché è l’unico modo per affrontare le enormi sfide che abbiamo davanti ma perché è ormai evidente che nella sola dimensione nazionale la democrazia finisce per soffocare e trasformarsi in autocrazia. La “via di mezzo” evocata da Marina Berlusconi intesa come la strada indicata dall’intelligenza del pragmatismo oggi impone scelte immoderate se si intende il moderatismo liberale come capacità di ingoiare le posizioni antieuropee e in fin dei conti antidemocratiche che vanno per la maggiore a destra. Infine, per andare ancora più sul concreto, sottoscrivo a pieno l’affermazione che quella dei diritti non è questione di destra o di sinistra ma è questione di civiltà e della civiltà occidentale. E allora il referendum sulla cittadinanza che si terrà nella prossima primavera è un’ottima occasione per fermare il pendolo delle sterili e ossessive polarizzazioni proprio perché, come auspicato da Marina Berlusconi, affronta il tema della cittadinanza con gradualità e con pragmatismo dando una risposta di buon senso a tantissime persone che vivono regolarmente in Italia contribuendo alla vita sociale, economica, culturale del Paese ma non essendo pienamente riconosciuti a causa di una legge vecchia e ingiusta. Auspichiamo di avere il Sì di Marina Berlusconi a sostegno di questa battaglia di civiltà.

 

Riccardo Magi
segretario di Più Europa

 


 

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