Le reazioni all'intervista del Foglio

Su fine vita e matrimoni gay neanche Forza Italia segue Marina Berlusconi. I dubbi di FdI su Ue e Trump

Gianluca De Rosa

Dentro il partito di Tajani solo Alessandro Cattaneo apre a una legge sul fine vita. Mentre il capogruppo di FdI a Montecitorio Galeazzo Bignami dice: "Penso Trump non rottami l'Occidente, ma lo rafforzi"

Dentro alla maggioranza non si parla d’altro. L’intervista del Foglio a Marina Berlusconi ha colpito tutti. E’ una discesa in campo? Una lista di consigli alla maggioranza? Una mezza discesa in campo? “Sicuramente sarebbe una risorsa e sarebbe la benvenuta. Ma non credo che sia questa l'intenzione”, dice nel dubbio Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio e fedelissimo del segretario del partito Antonio Tajani. E d’altronde sono soprattutto i deputati e i senatori di FI, il partito fondato e guidato per oltre vent’anni dal padre della presidente di Finivest e Mondadori, a sentirsi chiamati in causa e a scervellarsi sui tanti temi – dall’Europa a Trump, dall’Ucraina all’immigrazione, dalla tassazione delle big tech fino ai matrimoni gay e al fine vita – che Marina Berlusconi ha affrontato nell’intervista. In tanti l’hanno vista come un “una bussola da seguire” o “un manifesto liberale concreto e di grandissimo respiro”. Per qualcuno anche qualcosa di più: un monito per Antonio Tajani a tenere dritta la barra liberale ed europeista del partito davanti alle sfide che la nuova Amministrazione americana guidata da Donald Trump pone all’Europa. A provare a smentire questa versione ci ha pensato il  portavoce nazionale di FI Raffaele Nevi: “Quella di Marina Berlusconi è una riflessione di altissimo profilo, è la posizione che anche Tajani ha esplicitato più volte sul ruolo dell’Europa e sulla necessità che ci sia un confronto vero con gli Stati Uniti sulle questioni fondamentali”.

 


La più entusiasta, comunque, è senza dubbio Marta Fascina. L’ultima compagna del Cav. in Transatlantico, imbeccata dai cronisti, dice: “E’ un’intervista di altissimo profilo. Marina è una grande editrice liberale, si vede che ha raccolto gli insegnamenti del padre”. Ma se le parole della presidente di Finivest sull’Europa e sulle sfide internazionali che il nostro paese è chiamato ad affrontare, almeno in Forza Italia, trovano a parole solo plausi, sono quelle sui diritti civili che, dice Marina “non sono né di destra, né di sinistra, ma sono una questione di civiltà”, a mettere più in imbarazzo. In particolare per quello che riguarda il fine vita e il suicidio medicalmente assistito. Nell’intervista al Foglio Marina Berlusconi ha detto: “Penso che chi è afflitto da una malattia incurabile e dolorosa debba avere il diritto di porre fine alla propria esistenza con dignità”. L’unico a parlare chiaro dentro Forza Italia però è Alessandro Cattaneo: “Siamo un partito liberale su questi temi dobbiamo raccogliere sensibilità più ampie. Sui diritti dobbiamo fare ulteriori passi in avanti”, dice. Poi, parlado di fine vita: “E’ giunta l’ora di colmare un vuoto parlamentare che dura da troppo tempo. Le regioni ci incalzano, facendo il loro lavoro, è tempo che il Parlamento si confronti, lasciando anche libertà di coscienza, ma bisogna arrivare a un punto di caduta. Una classe dirigente matura, come è quella del centrodestra oggi, deve essere pronta a trovare una sintesi anche su questo tema, anche perché l’alternativa è un vuoto normativo: ogni passo in avanti che facciamo è un passo di civiltà, mi viene da dire”. Ma sugli stessi argomenti sono molto più timidi di lui, per usare un eufemismo, i due capigruppo forzisti di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.“Matrimoni gay? Le unioni civili ci sono da tempo”, glissa Gasparri sul primo tema. E il fine vita? “Il dibattito è iniziato in Parlamento nel 2008 e prosegue ancora, volete gli atti?”. Ma dal 2008 sono passati quasi  vent’anni, più di cinque da quando la Corte costituzionale con una sentenza ha chiesto alle Camere di legiferare, oggi lo chiedono anche le regioni, insomma c’è lo spazio per intervenire su questa materia? “Ci si prova, ma non è facile”. Chiediamo allora a Barelli: la presenterete voi una nuova legge per trovare un punto di caduta? “Siamo per la libertà di coscienza su questi temi, è una posizione storica. Sicuramente non possono legiferare le regioni come è accaduto in Toscana”. Non si va molto avanti. Per paradosso sull’argomento ci sono più convergenze tra Marina Berlusconi e la Lega. Da tempo d’altronde il presidente del Veneto Luca Zaia è uno dei principali pungoli nella maggioranza per un intervento sul fine vita. Matteo Salvini tre giorni fa ha persino lanciato un sondaggio tra i suoi follower sui social. Ieri intanto il suo vicesegretario, Andrea Crippa, ultra critico su quasi tutti gli altri argomenti affrontati da Marina Berlusconi nell’intervista, sulla questione diceva: “Sono abbastanza d’accordo. Secondo me, da cattolico, ci sono delle circostanze in cui, se ben normato, il fine vita potrebbe essere una cosa utile”.
Le parole di Marina Berlusconi, comunque, generano ancora più imbarazzo dentro Fratelli d’Italia, dove quasi tutti preferiscono non commentare. “Posso giusto sottolineare come Marina Berlusconi abbia fatto capire di fidarsi completamente della premier Meloni, il loro è un dialogo costante”, dice il deputato Walter Rizzetto. Ma è solo Galeazzo Bignami, capogruppo del partito di Giorgia Meloni a Montecitorio, a non sottrarsi a nessuna domanda: “E’ chiaro che su alcune questioni, in particolare sui matrimoni omosessuali e fine vita non possiamo trovarci d’accordo con lei”, dice al Foglio. Sul fine vita in particolare la posizione del partito è quella del governo che ha fatto ricorso contro la legge approvata la scorsa settimana dalla regione Toscana per colmare il vuoto normativo lasciato dal Parlamento: “E’ prima di tutto una questione di metodo: non possono essere le singole regioni a scegliere ognuna per sé”, dice. Lo fanno però perché manca una legge nazionale... “Il nodo – riconosce il capogruppo di FdI – va sciolto, ma non lo possono fare le regioni, è un tema complicato”.


Ma è anche su Trump e l’Europa che tra i Fratelli d’Italia e  Marina Berlusconi non sembra esserci una grande convergenza. Al Foglio la presidente di Finivest ha auspicato che la presidenza Trump possa spingere finalmente l’Europa “a superare le divisioni e a unire le forze” e ad archiviare “il principio di unanimità nelle decisioni, che ci blocca nelle sabbie ‘immobili’ degli ostruzionismi e dei veti”. Bignami invece è convinto del contrario: “Trump sta irrobustendo l’occidente, soprattutto sul piano dell’identità”. Mentre sul superamento dell’unanimità e il cambio di governance dell’Ue dice: “Non è un equilibrio semplice perché c’è il rischio di rimanere vincolati a decisioni prese da altri stati e che però vanno in direzione completamente contraria a quello che è l’interesse nazionale”. Molto diversa resta invece la posizione di Forza Italia. Da Letizia Moratti a Licia Ronzulli, tutti sottoscrivono l’invito di Marina per un’integrazione europea sempre maggiore. Alessandro Cattaneo si spinge anche oltre: “Questa amministrazione americana deve rappresentare un’occasione per l’Europa di capire che oggi serve una scelta europea piena. Essere sotto il cappello degli americani non è più sufficiente, occorre fare l’Europa attraverso una scommessa politica più forte: serve l’elezione diretta del presidente della Commissione, uscire dalla politica dei veti e avere una politica estera e di difesa comune con un esercito europeo. Sono cose che il nostro segretario Antonio Tajani sta portando avanti a Bruxelles”.