Marco Tarquinio (LaPresse)

L'intervista

“Trump il peggio, ma il vero problema è l'Ue. Macron sbaglia”. Parla Tarquinio

Ruggiero Montenegro

"L’Alleanza atlantica è un morto che cammina. Sono favorevole alle spese militari per uno strumento europeo comune. Meloni? Più trumpiana che europeista. Il vertice di Parigi sull'Ucraina? Sarebbe stato meglio non farlo", dice l'eurodeputato eletto con il Pd

Qualche settimana fa, era una provocazione, Marco Tarquinio si chiedeva: “Ma davvero dobbiamo aspettare Trump per la pace in Ucraina?”. Adesso il presidente americano è arrivato e fa sul serio: parla con Putin, scavalca Bruxelles e organizza negoziati. Direttore, che ne pensa? “Trump è sempre il peggio. Ma non serviva lui per rendere evidente che ormai l’Alleanza atlantica è un morto che cammina”, risponde l’eurodeputato eletto da indipendente con il Pd. E l’Europa? “Da europeista convinto ho sempre detto che la guerra contraddice e distrugge l’Europa, ci mette ai margini della scena globale proprio in ciò che ci ha sempre caratterizzato, la capacità politica e diplomatica. Così siamo arrivati al paradosso:  proprio nel momento in cui torna in campo l’opzione politico-diplomatica, l’Ue non viene invitata al tavolo”. 

Forse il presidente americano si è accorto delle nostre debolezze, le sfrutta e approfitta della nostra frammentarietà. “L’Europa avrebbe dovuto marcare una propria fisionomia molto prima, anziché diventare una intendenza a seguito dei carri armati degli altri. Ma ora – dice l’ex direttore di Avvenire – quello che conta è come uscirne. Putin non ha vinto la guerra, ma ha sbranato l’Ucraina. Non si può  continuare a proclamare che la vittoria finale su Mosca sia l’obiettivo”. 

Trump, a suo modo, sembra seguire questa strada. Mentre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha sottolineato nuovamente la necessità di difendersi da Putin, aprendo allo scorporo delle spese militari del Patto di stabilità. E’ la strada giusta? “Sono favorevole alle spese militari per uno strumento europeo comune che sia non aggressivo, nello spirito della Costituzione italiana e dei Trattati. Sarebbe anche un modo per fare economia di scala”, risponde Tarquinio. “Ma le uniche spese militari che si dovrebbero scorporare sono quelle comuni. Non gli investimenti dei singoli stati, perché questo precipita l’Europa agli inizi del Novecento, con governi etno-nazionalisti pronti alla guerra. E poi dovremmo costruire un dispositivo di pace, basato su corpi civili non violenti. L’altro braccio della difesa europea di cui ancora non si parla”.  

Anche Mario Draghi ha messo in guardia l’Ue, ricordando che potremmo trovarci da soli a sostenere Kyiv. “Ma non mi pare abbia dato indicazioni belliciste. Ha parlato di rafforzare l’Unione. L’Europa ha dimostrato in passato che la difesa non si limita alla sola dimensione militare, disarmando le guerre con la politica. Questa dovrebbe essere una legislatura europea costituente, in cui si rilancia l’integrazione: nella difesa, ma anche dal punto di vista fiscale, economico e della transizione energetica”. E invece? “Siamo costretti a una legislatura resistente, rispetto agli assalti interni degli autocrati e degli alleati di Trump, che vogliono fare a pezzi l’Ue”. Tra questi c’è anche Giorgia Meloni? “La premier è sicuramente più trumpiana che europeista. L’ha dimostrato con il disagio emerso nella sua partecipazione al vertice di Parigi sull’Ucraina”. A proposito, qual è il giudizio sull’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron? “Sarebbe stato meglio non fare nulla. Non c’era bisogno di mettere in mostra, di fronte al mondo, le nostre difficoltà. Da una parte i presunti stati che contano, divisi tra di loro, dall’altra tutto il resto dell’Ue. Un metodo sbagliato”.  

Veniamo all’Italia. Il M5s ha annunciato una piazza nelle prossime settimane, contro il governo e contro le armi. Il Pd dovrebbe accodarsi? “Il Pd non deve accodarsi a nulla. Il mio auspicio, da non iscritto, è che i dem possano continuare nella loro evoluzione. Sul conflitto israelo-palestinese  hanno avuto una linea chiara, condannando ogni violenza: sia quelle di Hamas che le rappresaglie di Israele a Gaza, in Libano e in Cisgiordania  dove le operazioni continuano ferocemente”. E sull’Ucraina? “Sono stati fatti passi avanti nelle risoluzioni votate nelle ultime settimane. La linea della delegazione dem e della segreteria è di contrarietà all’escalation e agli attacchi sul territorio russo. Detto questo, tutte le iniziative in grado di favorire convergenze tra le forze di opposizione in Italia sono positive. Soprattutto quelle che riportano al centro le azioni di pace in un mondo di guerre militari e commerciali”.  

Onorevole, le sue idee non sarebbero  più ascoltate al Nazareno se fosse iscritto al partito? Ci sta pensando? “Nel Pd hanno idee simili alle mie. Non serve Tarquinio. Basta ascoltare la società italiana, quell’ottanta per cento, secondo  i sondaggi realizzati in  questi  mesi, che ragiona, teme e obietta davanti alla china bellicista presa dall’Europa negli ultimi anni”.

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