Intervista

"Trump è macho, l'Italia deve mettersi sotto il suo cappello. la Ue è tossica". Parla Candiani, il "geografo" di Salvini

Carmelo Caruso

"Ci serve la protezione di Trump, è come nel Rinascimento con le signorie. Siamo subalterni ai padroni Usa, facciamo parte della loro sfera di influenza". Intervista al deputato della Lega, ex viceministro degli Interni

Roma. Stefano Candiani, ci federiamo con Trump? Aggiungiamo la  stelletta italiana alla bandiera americana? Facciamo la parte del cinquantunesimo stato? “Fosse per me anche il cinquantaduesimo. Il mondo si divide in sfere d’influenza. L’Italia non ha scelta. Sta sotto la sfera americana dal 1945,  ha bisogno della sua protezione. E’ come il Rinascimento con le signorie”. L’Europa la maceriamo? “Questa Ue di regole è tossica, ha favorito il declino. Lo dice anche Draghi”. Dicono in Lega che adesso sia lei l’esperto di politica estera, il prossimo presidente della commissione Difesa. “Non mi risulta, anzi. Sono solo pragmatico”. Da pragmatico, non la inorridisce Trump sull’Ucraina? “Trump è macho, fa il macho. Parla al suo paese. O America o Cina. Io scelgo America”.


Candiani, quando Trump parla di Ucraina, quando parla di dazi contro l’Europa, lei non prova spavento? “Trump va interpretato”. E cosa c’è da interpretare quando tratta l’Europa come un ranch? Cosa dobbiamo interpretare quando si scaglia contro Zelensky? “Chi in Europa, in Italia, pensa di sganciarsi dall’abbraccio americano commette un grave errore. Non dico che questo sia il migliore dei mondi possibili, dico che in questo tempo, che ci è dato vivere, non c’è scelta. Bisogna mettersi sotto il suo cappello. L’Italia ha un rapporto privilegiato con gli americani. Ci hanno liberato, sono i nostri alleati. Dobbiamo sfruttarlo”. Sta dicendo che l’Italia dovrebbe trattare con Trump, dobbiamo fare i suoi vassalli, i suoi servi? “Non voglio essere servo di nessuno, ma perché fingere, essere ipocriti? Siamo subalterni all’America. Perché prenderci in giro?”. Ci rassegniamo dunque alla servitù? “Siamo forse stati liberi sotto questa Europa di regole che ha deciso le dimensioni di una zucchina? E’ libera un’Europa che parla la lingua franco-tedesca? Come si può essere liberi quando come Europa non siamo credibili?”. Si riferisce all’incontro di Parigi? “I grandi che contano si vedono a Riad, i grandi che contano si spartiscono il mondo. Dove sono i popolari? Mi chiede se mi piace? Chiaro che non mi piace. Ma da politico faccio l’interesse del mio paese”. E l’interesse del governo Meloni sarebbe baciare Trump, che si muove da “imperatore”, definizione di Sabino Cassese, sul Corriere? E’ questo il nostro interesse? “Non è forse un interesse che la guerra in Ucraina finisca? Tutti gli italiani che fermerà per strada le risponderanno che è un bene che la guerra finisca. Non è forse un interesse arrivare alla pace?”. E la pace deve passare dalla resa dell’Ucraina? “Da pragmatici bisogna prendere consapevolezza che il quadro internazionale è cambiato, che per i prossimi 4 anni ci sarà Trump. Nessuna vuole la resa dell’Ucraina, per primo io, ma continuare a ripetere che la Russia possa essere ribaltata è una fandonia. Non ci sarà il suo ribaltamento. Attenzione, questo non significa minimamente essere vicini a Putin. Non accetto che chiunque faccia un discorso di verità venga fatto passare per putiniano. Non lo sono e non lo è la Lega, il mio partito”. E cosa sarebbe? “Lucidità. Le parole di Salvini, della Lega non sono diverse da quelle che dice Draghi”. Draghi come Salvini? “Nel suo ultimo discorso, tanto applaudito, Draghi è arrivato alle nostre stesse conclusioni, ma tirato per i capelli. Mi ricorda il Nanni Moretti che nel suo film dice: dì qualcosa di sinistra. Europa, dì qualcosa? Io non ho sentito nulla. Io vedo che Trump cambia la geografia, le leggi e l’Europa si occupa ancora di regolamenti. Non può fare la voce grossa. In America è cambiato l’attore ma in Europa sono rimasti gli stessi ed è impossibile avere un rapporto da pari a pari con Trump”. Meloni viene accusata di ambiguità. La Lega è evidente che ha scelto con chi stare. Possiamo benissimo fare da soli, senza Ue. Candiani, è questo che pensa? “L’adagio dice ‘meglio soli che mal accompagnati’, ma, ironia a parte, è bene, come fa Meloni, prendere una posizione diversa in un coro stonato”. A lei non piace la Difesa europea? “Non è certo la Lega che si oppone alla Difesa europea, ma una Difesa europea è antitetica alla Nato. Tutti noi abbiamo creduto al sogno europeista, ma quella grande illusione è finita. La Ue era nata per evitare i conflitti ma ormai è un blob indistinto”. Da “padroni a casa nostra” siete passati a servi per conto suo, di Trump? Dove è finito il sovranismo? “Ripeteremo sempre padroni a casa nostra e proprio per rimanere padroni a casa nostra dobbiamo coltivare la relazione speciale con Trump. Purtroppo il mondo va da quella parte e la Ue ha preso la curva che non la porta in nessun luogo”. Dice che Trump fa il macho, ma perché continuate a dire che sono sparate e nulla più, cosa altro deve fare? “Trump parla agli americani che lo hanno scelto, e ricordo alla sinistra, democraticamente. E’ la sinistra, l’Europa che tifava Kamala. Il presidente americano parla per iperboli, esagerazioni. Fa parte della sua comunicazione”. Un leghista? “Un macho, ma ha vinto lui. Io non avrei mai detto che Zelensky è un dittatore o un comico mediocre”. Il vostro vecchio amico Giuseppe Conte ormai la pensa come lei, come Salvini, la Lega? E tornato l’affetto? “Conte non è come noi. E’ solo un opportunista. Il suo cuore batte per la Cina. Per il drago cinese”. E voi cosa sareste? “La Lega, il partito dei lucidi. I più lucidi”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio