La presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni (foto Ansa)

l'intervento

La sberla dei rettori contro i tatticismi di Cgil e opposizioni sulla ricerca

Luca Roberto

La ministra Bernini sospende la discussione del ddl sulla valorizzazione della ricerca. Ma ottiene la sponda della Crui: "Il solo contratto nazionale non basta". Citofonare Landini

Hanno addirittura inviato una lettera alla Commissione europea per contestare il governo, chiedendo il ritiro del ddl sulla valorizzazione della ricerca. Ma dalla Cgil non si sono accorti che così stanno arrecando un danno principalmente ai ricercatori. Cioè a un loro naturale bacino di rappresentanza. Un’ostruzionismo, quello della sigla di Landini, che s’è portato appresso anche la contrarierà del Pd di Elly Schlein. Un cortocircuito totale che durante gli ultimi giorni è emerso in tutto il suo nitore. 

 

Giovedì la Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) s’è riunita per esaminare vari punti all’ordine del giorno. Tra questi proprio la valutazione sugli strumenti messi in campo per permettere la stipula di contratti di ricerca. Attualmente, dopo un attesa di più di due anni, è entrato in vigore il solo “contratto nazionale di ricerca”, introdotto all’epoca in cui al ministero dell’Università e della Ricerca c’era Maria Cristina Messa. Eppure il solo contratto nazionale rischia di ingessare troppo il sistema, impedendo la stipula di tutta una serie di contratti di ricerca che hanno luogo nel periodo definito “pre ruolo”. Anche per questo la ministra Bernini, con il ddl sulla valorizzazione della ricerca, s’era impegnata a introdurre delle formule di flessibilità. Ed è la ragione per cui dalla Crui si sono schierati contro l’ostruzionismo di Cgil e opposizioni. I rettori hanno confermato quanto avevano già detto in occasione di una precedente seduta di gennaio. E in  riferimento al contratto di ricerca, la Crui ha sottolineato che “non può essere l’unico strumento idoneo a rispondere alle esigenze delle Università, rispetto alle sue missioni: l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento delle conoscenze”. Anche per questo la Conferenza dei rettori “ritiene che il ddl proposto dal Ministero dell’Università individui le figure di pre-ruolo utili e necessarie al reclutamento di giovani studiose e studiosi nazionali e internazionali. Auspica pertanto che l’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge prosegua e si perfezioni nel breve”.

 

C’è però un problema. Perché nel frattempo la ministra Bernini, proprio in visita alla Crui, ha reso noto come l’esame del ddl sia stato sospeso, anche “alla luce delle veementi proteste di sindacati e associazioni di dottorandi che si sono rivolti alla Commissione europea per bloccarne l’iter parlamentare”. Sull’importanza di avere uno strumento in più rispetto al solo contratto nazionale si era espressa anche la Consulta dei Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca. Prese di posizione di rilevanza istituzionale che evidentemente non sono servite a Landini (e di riflesso anche alle opposizioni, a partire dal Pd, che sull’impianto dell’intervento normativo nutre molti dubbi) a far sì che il lavoro parlamentare potesse proseguire. Col rischio molto concreto, adesso, che invece di migliorare le condizioni dei ricercatori, per puro pregiudizio ideologico si finisca per aggravarle. Capolavoro.

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  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.