
L'intervista
“Il piano di Ursula per le armi è necessario, Schlein non chiuda”. Parla Picierno
La vicepresidente del Parlamento europeo del Pd lancia un appello per un' "Europa libera e forte" e critica la segretaria: "Fossi stata nei suoi panni avrei utilizzato gli ottimi canali che ha con gli altri leader socialisti per avviare un negoziato nelle sedi opportune"
“Ho letto quello che ha scritto la segretaria Schlein e la mia opinione è che non è il momento giusto per messaggi a mezzo stampa in polemica con la presidente della Commissione europea. La fase richiede per tutti uno sforzo di maturità”. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Pd, non è d’accordo con la linea scelta dal Nazareno sul piano “Rearm Europe”, anticipato ieri mattina da Ursula von der Leyen, che sarà discusso dai leader europei al Consiglio straordinario di giovedì. “Quella presentata da von der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Ue serve la difesa comune, non il riarmo nazionale”, ha detto Schlein in modo netto. “Non credo sia il modo giusto di porre la questione”, dice Picierno che proprio ieri mattina ha diffuso un appello dal titolo “Per un’Europa più libera e forte”, già firmato da diversi importanti esponenti del partito socialista europeo, a partire dal francese Rapahael Glucksmann. Il testo non nasconde che “aumentare la spesa per la difesa di ogni singolo stato resta la prima mossa da mettere in campo”.
“Nell’appello – conferma l’eurodeputata – lo abbiamo scritto: è necessario finanziare una maggiore capacità di difesa dell’Ue. La pace non si ottiene con le buone intenzioni, ma attraverso un'azione decisa di deterrenza. Capisco che l’espressione ‘Rearm Europe’ possa generare preoccupazione. E’ un modo abbastanza crudo per raccontare le cose, ma corrisponde alla verità. L’autonomia strategica europea è la migliore risposta che possiamo dare alla saldatura tra la destra eversiva di Trump e il regime criminale di Putin”. E però Schlein non ha aspettato un secondo per criticare questa proposta. “Quello della Commissione – dice Picierno – non è un testo chiuso. Ci sarà spazio per negoziarlo, incentivando le collaborazioni industriali tra i paesi europei e i programmi di acquisizione di forniture in ambito comunitario. Si potrà trattare per far prevalere una dimensione europea in questo sforzo. Fossi stata nei panni della segretaria avrei utilizzato gli ottimi canali che ha con gli altri leader socialisti per avviare un negoziato nelle sedi opportune”.
Il momento sembra cruciale, giovedì si aspetta delle decisioni ? “Sì, non si può proseguire con le discussioni lunghe e improduttive che abbiamo conosciuto in questi anni. Sono decenni che discutiamo di difesa comune senza mai aver il coraggio di realizzarla. Ora bisogna agire. Si può fare senza modificare i trattati, anche perché i numeri non ci sono. La strada è stipularne di nuovi, come è stato fatto con Schengen e con Maastricht. Trattati ad hoc con chi è disponibile a essere avanguardia di questo percorso di reazione. Per adesso Meloni ha perso l’occasione di guidare un processo di risveglio dell’orgoglio europeo insieme a Macron e Starmer. Giovedì al consiglio europeo spero invece che la premier, tra essere l’ ‘amichetta’ di Trump e l’Europa, scelga quest’ultima, portando l’Italia dove è sempre stata: tra l’avanguardia dei paesi europei”. La sua compagna di partito, la deputata del Pd Lia Quartapelle, però ha detto al Corriere “Meloni fa bene a cercare di evitare una frattura irreparabile con gli Usa”, lei non è d’accordo? “Il tentativo sarebbe nobile in teoria, ma si scontra con la drammatica attualità e concretezza dell’avvio dell'attuale amministrazione americana. Il campo della politica non si misura con il metro dei desideri ma con i fatti. In questo momento il perimetro è definito da Trump che ammicca a Putin in modo incontrovertibile, al punto di annunciare l’interruzione della fornitura di aiuti a Kyiv. E’ una realtà faticosa e spietata, ma con la quale dobbiamo fare i conti. Putin e Trump hanno lo stesso obiettivo: la disgregazione dell’Ue. Non vederlo perché ci fa paura non ci aiuterà”.
Intanto la sinistra rischia di dividersi. Il 15 marzo a Roma ci sarà la manifestazione per l’Europa lanciata da Michele Serra. Ma ieri il capo del M5s Giuseppe Conte si è sfilato. “E per quale Europa dovremmo scendere in piazza? Quella della von der Leyen che mette sul piatto 800 miliardi di armi?”, ha detto. “Non mi stupisce”, dice Picierno. “Sono convinta che la difesa della democrazia libera ridefinirà il campo della politica. Gli schemi del passato sono destinati a essere superati. Già rivediamo una corrispondenza di amorosi sensi tra Salvini che vuole andare a Mosca a brindare e Conte che probabilmente andrebbe volentieri con lui. Ma nei prossimi mesi sarà ancora più chiaro che il campo della politica sarà definito da chi si schiera in difesa delle istituzioni europee e delle democrazie liberali e chi invece si schiera con questo asse tra Trump e Putin”.