Elly Schlein (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Schlein fa l'ambigua su Kyiv e al Nazareno scatta l'allarme rosso

I sondaggi preoccupano il Nazareno: il Pd è in lieve flessione mentre il M5s sembra essersi rivitalizzato. Nel Partito democratico si cerca di limitare la segretaria nella corsa all'inseguimento di Conte

Gli ultimi sondaggi giunti sul tavolo di Elly Schlein fanno preoccupare il Nazareno. In tutte queste rilevazioni il Partito democratico resta al palo o subisce una (lieve) flessione, mentre il Movimento 5 stelle sembra essersi rivitalizzato. Al Pd si teme che l’anti americanismo e il pacifismo di sinistra in questa fase facciano da traino a Giuseppe Conte, mentre i dem vengono penalizzati per la loro posizione più moderata. Il gruppo dirigente del Nazareno spera che la manifestazione per l’Europa organizzata insieme a Repubblica possa contribuire a invertire la tendenza. Ma i sondaggi un primo risultato lo hanno ottenuto: Schlein sull’Ucraina si è fatta guardinga e ha abbandonato la linea impostata da Enrico Letta ai tempi della sua segreteria. E a questo proposito, non deve passare inosservato l’incontro tra Paolo Gentiloni e Dario Franceschini nello studio-officina di quest’ultimo. Di certo quel colloquio non è passato inosservato al Nazareno. Il fatto poi che il solitamente molto riservato Gentiloni abbia deciso di pubblicizzare quell’incontro rappresenta un altro aspetto da non sottovalutare. 

     

Da quando è tornato in Italia, infatti, l’ex commissario europeo evita di mettere troppo bocca nei fatti del Partito democratico. Gli ultimi avvenimenti internazionali, però, hanno messo in moto la “vecchia guardia” del Pd, preoccupata per l’atteggiamento della segretaria sulle vicende ucraine. Quando Elly Schlein in Direzione ha dichiarato di non voler stare né con Trump né con l’Europa che vuole continuare la guerra, più di un dirigente dem ha fatto un balzo sulla sedia. E la successiva correzione della leader non ha fugato le inquietudini suscitate da quella frase. Perciò i pezzi grossi del Partito democratico più vicini al Quirinale si sono consultati. L’idea non è quella di commissariare Schlein sulla politica internazionale, ma di condizionarla per evitare che la rincorsa a Giuseppe Conte porti il Pd sui lidi di un movimentismo pacifista che non gli appartiene. Di qui l’incontro, debitamente pubblicizzato, tra Gentiloni e Franceschini. Sia chiaro, l’idea non è affatto quella di puntare alla sostituzione della segretaria, perché tutti concordano sul fatto che comunque la leader ha una notevole abilità nelle campagne elettorali, abilità che non appartiene a nessun altro dentro il partito. Piuttosto, come si diceva, si punta a evitare pericolosi scivolamenti a sinistra.

     

Ma riuscirà la vecchia guardia a condizionare le mosse di Elly Schlein? Non è affatto detto. Pur parlando con Franceschini, Guerini e Gentiloni, la segretaria tende poi a decidere per conto o con i fedelissimi, che sull’Ucraina (e l’Europa) hanno una linea assai simile a quella della leader. L’operazione, peraltro, è resa complicata dal fatto che nessuno della vecchia guardia vuole arrivare a uno strappo pubblico con Schlein. Perciò anche gli interventi pubblici sono sempre molto calibrati: prese di distanza tra le righe che sta ai giornalisti decodificare. Ma questo modo di fare, tipico dei dirigenti dem, consente a Schlein di ascoltare tutti i buoni consigli e di procedere poi come vuole.

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