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L'intervista
L'Europeo Massimo Fini: "Meloni scelga la Ue, serve un esercito come diceva Merkel. Trump è volgare"
"Sono questi i veri secoli bui, Meloni scaltra non può che scegliere l'Europa. Trump con la sua idea del resort a Gaza è peggio dei nazisti". Parla la storica firma dell'Europeo, Indipendente, Massimo Fini
“Non sarò suddito mai. Non sarò suddito di Trump, non sarò suddito di Musk, non sarò mai suddito di questi satrapi tecnologici. Grazie a Trump mi è simpatico Zelensky”. Massimo Fini con chi sta? “Scelgo l’Europa. La scelga anche Meloni che è scaltra. Voglio un esercito europeo. Dobbiamo difenderci da soli. E’ questo il vero Medioevo”. Chi è Trump? “Un volgare, uno che si sta facendo detestare dagli italiani, un presidente che ha superato nell’immaginario crudele anche i nazisti”. Fini, l’irregolare, la firma dell’Europeo, del Giorno, dell’Indipendente, Fatto, il notturno Fini. “Non mi alzo prima delle nove. Vado a letto alle tre. Un giornalista che si alza presto non è il mio ideale di giornalista”.
Il Fini, Massimo, che giornali legge? “Il mio Fatto, il Corriere, la Gazzetta dello Sport, a volte Repubblica, il Giornale, il giornale delle belle firme. Leggo Mascheroni, Facci, Del Vigo, Gnocchi”. Chi sono oggi gli editori? “Mi sembra, e lo dico ancora, che molti di questi editori fanno rimpiangere Berlusconi. Sono tutti emuli, ma Berlusconi applicava all’editoria lo stesso metodo del calcio. Acquistava, seduceva, non badava a spese. Se compri una squadra di calcio e decidi di non acquistare giocatori non ti puoi lamentare se retrocedi, se la curva non ti ama”. Chi è stato il suo miglior padrone? “Rizzoli senior, lo ricordo con affetto. Poi sono arrivati i manager ed è finito tutto. I giornali sono stati distrutti dai manager, che non si sono fatti da sé, che non salutano quando ti vedono lungo il corridoio. Che ne sanno dei giornali?”. Anche Meloni si è fatta da sé? “Si è fatta da sola e si vede. Parla popolare, è schietta, diretta”. A sinistra, invece? “E’ tutto un parlare da avvocaticchi, un parlare, ancora, in sindacalese”. Distruzione, deterrenza nucleare… Fini come chiama questo tempo? “Uso solo un’espressione: Medioevo. I veri secoli buoi non sono quelli, ma i nostri”. Cosa ha pensato quando ha visto Zelensky nella sala ovale con Trump, accerchiato dall’appalaco, il vice di Trump, Vance? “Ho subito pensato, guarda un po’? Grazie a Trump finirà per diventare simpatico anche Zelensky. Ce l’ha fatta”. Prima, Zelensky non le era simpatico? “No, e lo dico perché parlo in libertà scrivo in libertà. Ho sempre mandato i miei pezzi al Fatto, al suo direttore, e non mi sono mai stati modificati, anche quando non era d’accordo con me. Lo riconoscerò sempre”. A destra, i giornali, l’hanno cercata? “Mi ha cercato Sallusti, a cui dico grazie, ma ho detto no”. Uno come Fini sarebbe mai andato al Corriere? “Non potevo andarci, perché per me era establishment. Del Corriere ho però avuto stima di Ferruccio De Bortoli. De Bortoli resta il grande direttore del Corriere”. Fini avrebbe fatto il direttore? “Non riuscirei mai. Ci ho provato con Pagina, un mensile, e la cosa di cui più vado fiero è aver invitato a scrivere Ernesto Galli della Loggia, Ferrara. Mi piaceva cercare pensieri e scritture nuove. Un direttore fa anche questo”. Fini quante querele avrebbe ricevuto? “Un’infinità. Fosse per me farei questa riforma, secca: chi querela deve depositare un decimo di quanto chiede”. Cosa porterà alla destra italiana seguire Trump? “Porterà male e già lo porta. Capisco Meloni che ha atteso come muoversi, ma Meloni sarà costretta a scegliere l’Europa. L’Europa deve puntare sull’Europa come aveva già compreso Angela Merkel”. Trump è volgare? “Quello che propone di fare a Gaza supera il nazismo. Neppure i nazisti avevano immaginato di fare i resort sulle ceneri e i morti di Buchenwald”. A Milano dove vive? “A piazza della Repubblica, la sera esco con i miei amici, attendo la notte”. Vittorio Feltri? “Un amico. Ho conosciuto due Feltri. Quello dell’Indipendente e poi l’altro, del Giornale. Ho conosciuto il Feltri della caccia sadica, durante Mani Pulite, una caccia che non condividevo, e poi il Feltri garantista”. E Fini? “Sono rimasto io, Fini”. I capelli in disordine, la notte, i tavoli dei bar, Milano, e la carta, le sigarette Gauloises. Quante ne fuma? “Solo tre”. Tre? “Adesso non mi piace fumare. Mastico e mangio sigarette forse come ricordo”. Sempre di notte? “Prima di prendere sonno, mai prima delle tre, per non svegliarsi mai prima delle nove”. Un giornalista? “Massimo Fini”.