retroscena

Dietro gli attacchi alla Cassazione il pensiero del governo sul referendum sulla giustizia

Ermes Antonucci

Il successo del referendum confermativo che si terrà sulla riforma della magistratura non appare più così scontato. Da qui la strategia di delegittimazione della magistratura per alimentare la sfiducia nelle toghe in vista del referendum

E’ presto per parlare di paura, timore, preoccupazione. Un pensiero ha però cominciato a circolare nel governo, come confermano fonti autorevoli di Palazzo Chigi ma anche del ministero della Giustizia, e cioè che il successo del referendum confermativo che si terrà sulla riforma costituzionale della magistratura non è poi così scontato, come appariva fino a poco tempo fa. E’ in questo contesto che si colloca il duro attacco lanciato ieri dal governo e da numerosi esponenti della maggioranza nei confronti della corte di Cassazione, colpevole di aver condannato proprio l’esecutivo a risarcire un gruppo di migranti a cui, dal 16 al 25 agosto del 2018, fu impedito di sbarcare dalla nave Diciotti della Guardia costiera che li aveva soccorsi in mare. Lo scontro istituzionale come strategia per mobilitare l’opinione pubblica contro i mali della giustizia italiana.

 

Con conseguenze paradossali. Come vedere la premier Meloni accusare le Sezioni unite civili della Cassazione di aver affermato un principio “opinabile”, alla luce della “giurisprudenza consolidata”, quando è compito proprio delle Sezioni unite fare giurisprudenza, cioè stabilire come le norme vanno correttamente interpretate. O ascoltare il Guardasigilli Nordio affermare che le “finanze andrebbero in rovina” se passasse il principio che i clandestini vanno risarciti (cosa che non ha nulla a che vedere con gli eventi oggetto della sentenza). Anche se resta impareggiabile la sguaiataggine di Salvini (ministro dell’Interno all’epoca dei fatti): “Pagassero i giudici”, ha detto, aggiungendo che “se di fronte allo splendido palazzo della Cassazione allestissero un bel campo rom e un bel centro profughi magari qualcuno cambierebbe idea”.

 

Interventi che hanno prodotto la dura reazione della prima presidente della corte di Cassazione, Margherita Cassano (“Insulti inaccettabili che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo stato di diritto”), dell’Associazione nazionale magistrati (“Attacchi ingiustificati senza rispetto per la separazione dei poteri”) e pure dei togati al Consiglio superiore della magistratura. Non paga, la Lega ha anche replicato con una nota ufficiale alle parole della presidente Cassano.

 

In un crescendo di delegittimazione dell’attività della magistratura che potrà pure servire ad alimentare la sfiducia nelle toghe in vista del referendum, ma che non sembra proprio giovare a un sano funzionamento del sistema paese. 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]