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L'intervento
Difendere l'Europa militarmente è necessario. Il Pd deve votare a favore del piano von der Leyen
Per la prima volta si stabilisce che 150 miliardi per la difesa comune saranno sostenuti da debito europeo. Un primo passo da sostenere e migliorare, non da ostacolare, se si vuole continuare a camminare. Non basta un “no” a prescindere
Al direttore - Ci sono tornanti della storia in cui deve prevalere l’etica della responsabilità. Questo è uno di quei tornanti. E il tema su cui ci misureremo è quello della difesa dell’Europa. L’aggressiva accelerazione imposta da Trump ai processi internazionali ha ribaltato convinzioni decennali: l’umiliazione di Zelensky, la riabilitazione di Putin a interlocutore credibile, la relazione politico diplomatica intesa come rapporto di forza e di convenienza, l’irruzione nella politica dei tecnomagnati dell’economia globale. Tutto ciò è avvenuto in poche settimane. L’Europa ha avuto un sussulto, prima con le iniziative di Macron e Starmer, poi con il piano presentato da von der Leyen. E’ un primo passo, come hanno sottolineato il gruppo dei Socialisti e Democratici in Europa, non un traguardo. Ma un primo passo da sostenere e migliorare, non da ostacolare, se si vuole continuare a camminare. Per la prima volta si stabilisce che 150 miliardi per la difesa comune saranno sostenuti da debito europeo, cioè da quegli eurobond da noi sempre richiesti e, fino al Next Generation Eu, mai ottenuti. Gli altri 650 sono una disponibilità data agli Stati di poter fare maggiori spese per la difesa, senza che queste vadano a pesare sul patto di stabilità. Far discendere da ciò che il piano Von der Leyen sia il riarmo dei 27 Stati europei è un modo per non entrare nel dibattito.
Facciamo un esempio partendo dal nostro Paese: il Pd si è espresso favorevolmente all’aumento tendenziale del bilancio della difesa italiana fino ad arrivare ad un investimento del 2 per cento del Pil, impegno sottoscritto ai vertici Nato da due presidenti del Consiglio del nostro partito e anche dal presidente Conte, quando eravamo componente del suo governo; l’Italia ha un problema di indebitamento complessivo importante e, anche per questo, raggiungere questo 2 per cento è complicato. Avere la possibilità di non far rientrare questi aumenti nel patto di stabilità può aiutarci a trovare gli equilibri necessari. Per non restare immobili pur evitando storture si possono vincolare le spese che non gravano sul patto di stabilità a capacità operative coordinate e interoperabili, in una progettazione condivisa. Questo è entrare nel dibattito e questo auspicherei da un partito di governo, quale il Pd è stato e mi auguro presto possa tornare ad essere, come giustamente, direttore, si è augurato ieri sulle pagine del Foglio. Nel 2016 con le ministre Parly per la Francia, Von der Leyen per la Germania, De Cospedal per la Spagna e la commissaria Mogherini per la Ue abbiamo dato il calcio d’inizio alla prima cooperazione rafforzata sul tema della Difesa in Europa. Non basta un “no” a prescindere.
Roberta Pinotti
Pd, ex ministro della Difesa


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