
Il racconto
Fratelli di Musk: Elon cerca Mattarella per i satelliti, Kimbal torna nei ministeri per spingere i suoi droni
Il capo della Lega spinge per il patron di Starlink, ma Forza Italia frena. Intanto il fratello minore la scorsa settimana era di nuovo a Roma e si è presentato senza preavviso nei Palazzi: cerca accordi economici per la sua società
Matteo Salvini tifa Elon e vorrebbe portarlo fin lassù, al Quirinale, magari per convincere il presidente della Repubblica, scettico sull’ingerente e straripante patron di Starlink (e non solo) che siede alla destra di Trump: “Un incontro tra Mattarella e Musk sarebbe stimolante”, dice il segretario della Lega in versione ambasciatore.
Il tutto accade mentre il fratello minore di Elon, Kimbal, torna in tour nei Palazzi che contano. Questa volta senza il cappello da texano, ma anche senza preavviso, mandando in tilt i consiglieri diplomatici dei dicasteri che bussano alla porta dei ministri annunciando imbarazzati: “Scusi, c’è il fratello di Musk che vuole salire: che facciamo?”. Va bene la disintermediazione, va bene che è il fratello dell’uomo più ricco e potente del mondo, ma insomma che panico nei corridoi italiani che contano.
Lo scorso gennaio, come da foto abbastanza memorabili per via del look, Kimbal Musk ha fatto il giro delle sette chiese. Prima a Palazzo Chigi per salutare la premier Giorgia Meloni, e poi tour in Campidoglio dal sindaco Roberto Gualtieri, una richiesta di ricevimento in Vaticano, un caffè con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e un altro a Porta Pia, quartier generale del titolare dei Trasporti, Matteo Salvini, e ancora Gianni Infantino, il capo della Fifa. Musk jr. in quell’occasione era accompagnato da Andrea Stroppa, il referente di Starlink per l’Italia che ha sul gozzo l’operato del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e da Veronica Berti, moglie e manager del cantante Andrea Bocelli, nonché vicepresidente della fondazione benefica che porta il nome del marito. La scorsa settimana Kimbal di nuovo a Roma – senza cappello da texano ma con una spontaneità incredibile – è tornato almeno in un ministero che aveva visitato a fine gennaio. Aggiungendone, pare, di nuovi. E’ socio di Tesla, non si occupa del sistema satellitare Starlink, sa che il business è impastato da relazioni personali. Il ramo che ha più a cuore – al di là di una catena di ristoranti – si chiama Nova Sky Stories, una azienda che gestisce 9 mila apparecchi da usare – droni – come fuochi d’artificio per coreografie da stropicciarsi gli occhi.
Kimbal che va, Elon che trovi. Perché mentre il fratello più piccolo di Musk cuce rapporti nella Capitale, il Doge mister X (piattaforma social, ex Twitter, ieri in down “per via di un massiccio attacco informatico”) resta un elemento di dibattito sospeso ma ben visibile sul cielo italiano. Ancora Salvini: “Non sono io a decidere se va bene la tecnologia A o la tecnologia B. Se Starlink connette mezzo mondo non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no, perché è di Musk”. Secondo il vicepremier e capo del Carroccio, “quando si parla di sicurezza nazionale le simpatie e le antipatie dovrebbero uscire dal tavolo”. Di sicuro le ultime uscite su un possibile spegnimento dei satelliti muskiani in Ucraina non hanno aiutato il dibattito. Visto che l’argomento Starlink continua a essere centrale, come si evince da tante discussioni. Forza Italia è una gamba importante del governo Meloni, frena con i piedi alla possibilità di firmare un accordo con la società che gestisce il sistema di comunicazioni satellitari negli Usa di proprietà proprio del miliardario sudafricano. La posizione è esplicitata da Raffaele Nevi, portavoce del partito guidato da Tajani. Secondo il quale “serve sempre prudenza nelle scelte politiche e in questo caso si tratta di questioni che attengono alla sicurezza dei dati nazionali e quindi occorre valutare bene costi e benefici con assoluta serenità”. Starlink fornisce servizi “che non riusciremmo ad avere in altro modo, bisogna prendere una decisione senza farsi trascinare dalla tifoseria pro o contro Elon. In sostanza, scegliere nell’interesse nazionale al di là dell’impegno politico dello stesso Musk”. Matteo Piantedosi al Foglio non solo ha negato collaborazioni in essere con la società, ma si è spinto a dire che, volendo, esisterebbero alternative seppur non ancora competitive. E comunque bisogna trovare un equilibrio tra opportunità e legittimi dubbi. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, contattato da questo giornale smentisce l’indiscrezione del Financial Times che anticipava un contatto con Eva Berneke, manager al vertice di Eutelsat, impresa franco-britannica rivale di Starlink. Tutto si intreccia: guerra in Ucraina e satelliti, interesse nazionale, Europa e America. A Bruxelles fanno sapere, dopo la tensione Polonia-Usa, di essere impegnati “e pronti a sostenere l’Ucraina con GovtSatCom fino a quando Iris2 non sarà pienamente operativo e di avere capacità satellitari in Ue e siamo pronti a sostenere l’Ucraina se necessario”. Almeno così sostiene il portavoce della Commissione europea. Il tutto mentre in Parlamento, le opposizioni attaccano il governo sul ddl Spazio che sarebbe una mano tesa agli interessi di Musk, di Elon. Perché il fratello Kimbal in questo caos ha già capito come funzionano le cose: meglio muoversi da solo, senza troppe cerimonie.
