
Il caso
"Tienimi da conto Elkann". Le cortesi telefonate di Stellantis a FdI in vista dell'audizione del presidente
I dirigenti del gruppo automobilistico sondano la predisposizione dei parlamentari di Meloni. La settimana prossima l'appuntamento in Parlamento
Cortesi telefonate, richieste di incontri preparatori, messaggi, ambasciatori in azione. E sempre la stessa domanda: “Cosa ci dobbiamo aspettare da questa audizione? Con quale animo vi confronterete?”. I parlamentari di Fratelli d’Italia che fanno parte delle commissioni Attività produttive (Camera) e Industria (Senato) da qualche giorno denunciano, lusingati ma pieni di rivalsa sociale, le “pressioni” degli addetti alle relazioni istituzionali di Stellantis, l’azienda automobilistica di John Elkann. Mercoledì 19 marzo, infatti, è prevista l’audizione del presidente del gruppo che dopo una lunga trattativa ha accolto le richieste bipartisan di illustrare il piano industriale e soprattutto le prospettive occupazionali dell’azienda in Italia. E così gli uomini e le donne di “John” sono al lavoro per sminare il terreno, prevenire malmostosità e un eventuale clima macchiato da pregiudizi. E’ un passaggio interessante per Elkann, per la prima volta in Parlamento, pronto a rispondere alle domande degli onorevoli componenti delle commissioni congiunte. Ma qual è la linea di Fratelli d’Italia davanti a questo appuntamento? Cosa ha detto Giorgia Meloni ai suoi? “Per il momento ci è stato consigliato di essere morbidi – raccontano i deputati e senatori di FdI – poi vedremo se ci saranno nuovi sviluppi dell’ultima ora. Perché il piano prevede nuovi investimenti senza finanziamenti dello stato quindi va bene”.
Elkann non è solo Stellantis, ma anche, per esempio, un mondo di carta importante in Italia, capitanato dal quotidiano Repubblica, giornale d’opposizione “ma senza rancore”, come da esergo esplicitato con tanto di fondo in prima pagina dal direttore Mario Orfeo. Sicché intanto è tutto “un tienimi da conto John”. Il presidente della commissione Industria del Senato, Luca De Carlo, ha detto ai suoi colleghi di essere stato invitato dai dirigenti di Stellantis a un incontro preparatorio in vista dell’audizione, ma il meloniano – come da prassi – ha detto loro “grazie, ma no grazie”. Richiesta legittima, risposta istituzionale. Si percepisce fermento, si cerca di gestire l’evento soprattutto perché l’ospite d’onore è lontano anni luce dalle dinamiche parlamentari di maggioranza e opposizione. La stessa “preoccupazione” del gruppo automobilistico è rivolta anche all’opposizione, visto che c’è un precedente da non sottovalutare. Lo scorso 11 ottobre l’audizione dell’ex ad Carlos Tavares vide la partecipazione in commissione anche di Carlo Calenda (Azione), Giuseppe Conte (M5s) ed Elly Schlein (Pd), leader che si sostituirono ai membri dei rispettivi partiti per poter intervenire e interrogare il manager. La storia è destinata a ripetersi, pare. Ecco perché appuntamenti simili vanno preparati con zelante precisione. Si tratta di un rendez -vous atteso da mesi, dopo il tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy dello scorso 17 dicembre, con al centro il “piano Italia” e che serve a chiarire le prospettive in un momento così delicato per il settore dell’automotive, sul quale incombono crisi industriali, costi della transizione e guerra dei dazi. Fonti di governo non escludono un incontro fra Elkann e il ministro Urso nei prossimi giorni. Il tutto in attesa dell’audizione del presidente di Stellantis in Parlamento con FdI poco intenzionata all’assalto. Morbidezza, primavera di bellezza.
