Fuori di Tesla

La Tesla della famiglia Fratoianni, Santanchè: "Io non mi vergogno del lusso, loro sì"

Ginevra Leganza

Andrea Stroppa: "È l'auto più sicura del mondo". Lollobrigida: "Io non me la posso permettere". Giuli: "Sinistra drive in". Le reazioni dei ministri, dei parlamentari e dell'uomo di Musk in Italia 

Daniela Santanché se la ride, Andrea Stroppa gli fa da meccanico. La Tesla modello Y dei coniugi Fratoianni – e cioè del segretario nazionale di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) e della moglie deputata Elisabetta Piccolotti – sollecita la bacinella di piazza Montecitorio non meno che i dicasteri e le segrete stanze dei nerd. “La Tesla dei Fratoianni? Dimostra che io non sono come loro – dice la ministra del Turismo – e che non vorrei mai essere come loro”. In che senso, ministra Santanchè? Si riferisce al fatto che i consorti – ambientalisti anti Musk – dell’auto elettrica vorrebbero sbarazzarsene? “Vede, io non mi vergogno di quello che ho. Né di quello che sono. Se loro invece si vergognano è un problema loro e del loro modo di essere, che io ho denunciato più volte”. E però si sa che lei, oltre ad amare il lusso, ama pure l’indulgenza. E non porta rancore. Perciò: li inviterà al Twiga l’estate che viene? “Che ridere! Mah. Non so”.

 

Non sa se li inviterà in spiaggia, Santanchè, che forse già se li immagina sfrecciare "al Forte” sull’auto elettrica. Mentre sa bene di cosa parla Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia, l’informatico referente di Elon. Il quale, raggiunto dal Foglio, puntualizza: “La Model Y è l’auto più sicura al mondo secondo Euro Ncap. Viene prodotta nella gigafactory Berlin-Brandeburg, dove la fabbrica di Tesla, che è la più grande della regione, è in espansione, mentre le altre chiudono”. Quindi sta dicendo che non dovrebbero venderla né pentirsi d’averla acquistata? “Ognuno è libero di fare e dire quel che ritiene giusto – risponde Stroppa, fervente muskista – dico solo: nel 2024 la Model Y è stato il modello più venduto”. E tanto basta.

 

Ma ecco che tra perizie meccaniche e diatribe sulla riccanza, arrivano i commenti dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura, giacché comunque nella vicenda s’intersecano ambiente (green) e commedia di costume. “Chiamate me perché c’è di mezzo la famiglia?”, risponde con simpatoa Francesco Lollobrigida. Che poi aggiunge: “Ho tanto altro a cui pensare”. Certo queste sono per lei inezie, ministro, ha ragione. “Macché inezie! No. C’è un forte valore simbolico in tutto questo. Io però la Tesla non me la posso permettere: ho un’auto a noleggio”. Confessione cui segue il sorriso da stregatto dell’altro ministro, Alessandro Giuli, che in chat ci scrive: “Sinistra Drive in”. E poi cita i versi comico-demenziali di Francesco Salvi: “C’è da spostare una macchina / … / E’ un diesel! / E’ un diesel!’”.

 

Comunque, per associazione d’idee nonché senso d’equanimità – non volendo qui castigare la fortuna né, meno che mai, l’incoerenza fratoiannea – cogliamo l’occasione. E sentiamo Monica Cirinnà. E' l’ex senatrice del Pd che fu a suo tempo accusata di gauchismo al caviale (stessa accusa rivolta agli sposi verdi) per via dei contante (24 mila euro) riposto nella cuccetta del cane. Cirinnà esordisce così: “Io plaudo per principio alla macchina elettrica. E detesto, de-te-sto, questa polemica sulla ricchezza. Che è solo il frutto avvelenato del populismo grillino. Dopo dieci anni in Senato, io, che guadagnavo 15 mila euro al mese e ne versavo 950 al fondo pensionistico, arrivo a 1.400 euro di pensione. Insomma: dov’è la ricchezza? Dov’è la casta?”. Quindi possiamo dire chiaro e tondo che i Fratoianni non dovrebbero vergognarsi dell’auto? E che, pur difendendo “gli ultimi”, non dovrebbero imbarazzarsi per la loro Tesla come Pasolini s’imbarazzava per la sua Ferrari pur difendendo gli operai? Sono le eterne polemiche da pezzenti, queste. O no? “Polemiche populiste. Detto questo, però, io la macchina di un ultra sovranista, di uno di estrema destra, e cioè di Musk, non l’avrei mai comprata”. In sintesi: l’ambientalismo finisce dove comincia Trump.

 

E mentre cerchiamo invano il teorico del “diritto al lusso” Aboubakar Soumahoro, deputato ex Avs, la cui dottrina qui calzerebbe a pennello, arriva il commento del senatore FI Maurizio Gasparri: “Musk nazista? A me Musk non piace. Ma i Fratoianni oscillano tra la Tesla e Stalin, semmai, che Nicola ha difeso in tivù da Giletti”. E infine quello di Stefano Candiani, deputato della Lega, che incrociato vicino Montecitorio ride, e la mette sulla mitologia classica: “E’ la loro nemesi, è una catarsi”. Addirittura. “Sarebbe bene considerare alternative all’elettrico. In ogni caso più che della macchina, i verdi dovrebbero disfarsi dell’ideologia”. Un po’ come scriveva Leo Longanesi, onorevole: “La carne in scatola la mangio, ma le ideologie che l’accompagnano le lascio sul piatto”.

 

Intanto, a fine giornata, arriva su Instagram il video di Elisabetta Piccolotti, che esorta tutti, senza distinguo, a occuparsi di cose serie.