Il retroscena

Ucraina, Meloni cambia idea: pronta a collegarsi domani alla call dei "volenterosi" di Starmer

Simone Canettieri

Trattativa per ottenere la modifica dell'ordine del giorno e il rinvio del punto sul piano militare alla prossima settimana. Stasera la decisione finale

"Il no dei giorni scorsi sta diventando sì", dicono fonti di governo di primissimo piano al Foglio per motivare una svolta che si sta consumando in queste ore a Palazzo Chigi: la premier Giorgia Meloni è intenzionata a partecipare alla video call di domani con "i volenterosi" sulla guerra in Ucraina.

Si tratta dell'iniziativa organizzata dal premier brittanico Keir Starmer prevista per domani alle 9. E' un appuntamento che all'inizio la presidente del Consiglio voleva declinare poco convinta dal formato e da una possibile spinta sulle truppe europee. Tuttavia ora le cose stanno cambiando. 

L'odg della riunione sarebbe stato modificato, secondo le richieste di Roma, e inoltre il punto sul military planning sarà scorporato e rinviato alla prossima settimana.

Elementi al vaglio della presidente del Consiglio e del suo staff diplomatico che stanno spingendo l'Italia a non tirarsi fuori, fermo restando alcune differenze di vedute e di azione con i "volenterosi", a partire dal presidente francese Emmanuel Macron.

La decisione di partecipare alla call di domani si porta dietro un altro elemento: svaniscono le possibilità di un blitz negli Usa dal presidente Donald Trump, ipotesi circolata nelle ultime ore che però non è mai stata sostenuta da conferme ufficiali.  

Per la premier la settimana che entra resta cruciale: deve trovare una mediazione con la Lega sulla risoluzione da approvare martedì e mercoledì prossimi in Parlamento (dopo lo scontro con Giancarlo Giorgetti a margine del Cdm rivelato dal Foglio) e poi volerà a Bruxelles per il Consiglio europeo che si svolgerà probabilmente in due giorni, giovedì e venerdì.

Stasera la decisione finale sulla partecipazione all'evento di domani, che nel governo danno per (quasi) acquisita.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.